In quasi ogni casa è presente almeno un computer, con una diffusione simile a quella che hanno avuto storicamente i televisori.
Grazie ai moderni computer, smartphone e tablet oggi possiamo fare moltissime cose impensabili fino a solo dieci anni fa.
Secondo la legge di Moore la potenza di calcolo dei microprocessori raddoppia mediamente ogni 18 mesi e questo sviluppo tecnologico abbraccia anche ogni altro settore industriale e tecnologico.
Nel campo musicale, ad esempio, è possibile trasformare un comunissimo PC in un vero e proprio studio per creare musica, senza necessariamente spendere dei soldi per procurarsi una strumentazione specifica, se escludiamo l'acquisto di una tastiera midi.
Le DAW
I computer che svolgono la funzione di registrare audio, comporre, editare e rifinire la musica sono chiamati DAW, acronimo di Digital Audio Workstation.
Le DAW sono generalmente computer più potenti della media, caratterizzate da un'ottima stabilità e con componenti interni dedicati alla produzione musicale, ma non è escluso che un PC generico di media potenza, almeno tra quelli di recente costruzione, non possa diventare un'eccellente DAW.
I computer DAW si distinguono dai computer generici tipicamente per una maggiore quantità di memoria RAM e una scheda audio adeguata al tipo di lavoro da svolgere.
All'interno delle DAW vengono eseguiti dei software specializzati per la produzione della musica.
I Sequencer
Tra i più moderni di questi software troviamo i cosiddetti sequencer, che consentono di realizzare una canzone dal suo concepimento iniziale, passando attraverso tutte le fasi della ripresa, composizione, editing, fino alla sua finalizzazione.
Ma non bisogna spaventarsi di questi software: i sequencer sono in grado di aiutare passo passo anche gli utenti più inesperti di teoria musicale, ad esempio grazie a dei tools che aiutano a sviluppare o correggere armonie e melodie errate o fuori scala. Inoltre anche chi dovesse essere proprio negato a suonare una tastiera midi può utilizzare dei metodi di inserimento alternativi, come ad esempio il pianoroll, uno strumento grafico molto comune nei sequencer, che consente di inserire e spostare le note nel tempo e nell'intonazione, senza utilizzare una tastiera midi.
I sintetizzatori
Gia a partire dagli anni '70 la tecnologia fu in grado di affiancarsi ai musicisti per semplificare e potenziare la loro creatività, in quegli anni infatti cominciò ad affermarsi il sintetizzatore, sostanzialmente una tastiera collegata ad un modulo sonoro che riusciva (e riesce ancora) a generare suoni diversi da quelli prodotti dagli strumenti musicali tradizionali utilizzati fino ad allora, talvolta creando nuovi generi musicali e nuovi stili che hanno rivoluzionato la musica come la intendiamo oggi.
Nella musica attuale i sintetizzatori sono usati in modo ormai massiccio e spesso in modo prevalente rispetto alle sonorità degli strumenti tradizionali.
I sintetizzatori, un tempo erano esclusivamente degli apparecchi fisici, ma con l'avvento delle DAW sono stati “smaterializzati” e sono diventati dei software, questi sintetizzatori software sono chiamati softsynth e possono sia emulare i gloriosi sintetizzatori storici, sia proporre nuovi algoritmi di generazione sonora, molto versatili e spesso anche estremamente potenti.
I softsynth sono oggi accessibili anche senza dover acquistare dispositivi hardware, a prezzi contenuti o addirittura gratuiti.
I Campionatori
Gli strumenti musicali che un tempo occorrevano per creare una canzone ora non sono più indispensabili, perché anche gli strumenti sono stati soppiantati dalla tecnologia.
Quasi tutti i brani prodotti negli ultimi anni contengono strumenti provenienti da una libreria di suoni basata su un campionamento, cioè, per essere più chiari, non sono stati suonati gli strumenti da qualcuno e registrati con un microfono, ma “riprodotti artificialmente” tramite una tastiera midi o altro controller. Questa virtualizzazione degli strumenti musicali è stata possibile grazie all'invenzione del campionatore, che ha semplificato il lavoro dei musicisti riducendone anche i costi.
I campionatori sono sostanzialmente dei software (ma anche loro un tempo erano dei moduli fisici a se stanti) che vengono eseguiti da una DAW, contiene la registrazione dei singoli suoni registrati da uno strumento musicale o da un sintetizzatore.
La qualità dei suoni è progressivamente migliorata nel corso degli ultimi anni. Oggi una buona libreria di suoni difficilmente si distingue dai relativi strumenti musicali reali.
Uno dei più diffusi campionatori è Kontakt, sviluppato da Native Instruments.
La tecnologia più affermata sia in ambito di softsynth che di campionatori è senza dubbio quella dei VSTi, sviluppato da Steinberg, che è diventato ormai uno standard nel campo musicale.
Conclusioni
Ci sarebbe ancora molto da scrivere in merito alla produzione musicale e a tutte le tecnologie che ci ruotano attorno, le infinite personalizzazioni in base al tipo di musica e a come vorremmo crearla consentono alle DAW di oggi di far diventare chiunque lo desideri un abile compositore o producer, anche senza aver studiato musica, o conoscendo solo qualche concetto elementare di armonia.
I costi sono scesi a livelli impensabili fino a pochi anni fa, fino a raggiungere la possibilità di non spendere neanche un euro, basta adottare software gratuiti e riciclare il nostro PC invece di acquistarne uno specifico.
Oggi è possibile fare musica anche con computer poco potenti e senza schede audio dedicate e chi non dispone di un PC potrebbe usare persino un tablet o uno smartphone, ultimamente infatti stanno cominciando a sviluppare software anche per questi dispositivi.
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