Live report 08.10.2025 Offlaga disco pax "Socialismo tascabile"
Pubblicato il 10/10/2025
Argomento: MusicaTra tutte le reunion che si susseguono in questi ultimi anni, forse quella degli Offlaga Disco Pax è la più doverosa oltre che la più legittima. Come dal comunicato uscito dall’ufficio stampa della band, il giorno del concerto 08.10.2025 Enrico Fontanelli avrebbe compiuto 48 anni. Storico bassista della band, ma soprattutto personaggio eclettico per la sua immensa poliedricità artistica, è stato con la sua morte la causa dello scioglimento della formazione nel 2014. In questa piacevole serata milanese all’Alcatraz di Via Valtellina a Milano si ricorda infatti sia l’anniversario della morte del compagno, ma anche il ventennale dell'album cult "Socialismo tascabile ( Prove tecniche di trasmissione)”.
Si tratta di un tributo doveroso a tante piccole storie realmente accadute e raccontate con un misto tra nostalgia e incolpevole senso di redenzione che attanaglia tutta la serata.
Questo album che risultava un disco molto dogmatico e ortodosso, ma con un’aria leggera e un po’ stonata, risente invece durante questo live di un modus operandi tendenzialmente catatonico a tal punto da compromettere la linearità dei pezzi stessi.
Nonostante ci fosse da aspettarselo la gente prima dell’evento si augurava più cuore che intelligenza emotiva, più malinconia che vaga amnesia, più agrodolce che creatività.
Intorno alle 21.30, mentre la sala si riempie improvvisamente dopo cicche e birre consumate all’esterno e al bar interno al locale, salgono finalmente sul palco gli Offlaga Disco Pax. In realtà è quello che rimane del movimento neosensibilista figlio del fermento culturale e sociale degli anni ‘ 70 prima e degli anni ‘90 poi in quel di Reggio Emilia in particolare, ma in tutta Italia in genere. Movimento universale di risveglio collettivo che ha regalato tanta arte e musica indie dal nord al sud della penisola con fucina principale l’etichetta discografica Consorzio Suonatori Indipendenti.
A ragion del vero prima di loro si esibisce Miglio. Duo ipnotico composto da una voce femminile surreale dai tratti gotici e post/punk più il collega con un look da “Hacienda” la Factory di Manchester nightclub anni ottanta e novanta famoso per i concerti che spaziavano dalla acid house al rave alla buggy della madchester.
Bravi, molto bravi con una sessione ritmica fatta da bass guitar e suoni campionati ingigantita da una voce coraggiosa e potente a dettare la linea artistica. Non è mancato nel finale un cameo in favore di “ FREE Palestine”.
Ritornando al palco principale si ripercorrono tutti i pezzi storici dell’album con un approccio meno elettronico e più suonato con un approccio volutamente elettrico più che elettronico: un po’ slabbrato più che fruibile.
Immancabili i pezzi da novanta come “Kappler”, “Cinnamon”, “Tatranky” o “De Fonseca”, ma si è sconfinato per un attimo in Bachelite con “Dove ho messo la Golf”, con tanto di aneddoto in commissariato e “Sensibile”, sulla vicenda Mambro-Fioravanti, che ci ha riportato tutti negli anni di piombo e sulla mancanza di giustizia sociale a distanza di anni.
Davvero incredibile vedere come ogni canzone sia tratta da storie di vita vissuta che come un buco nero ti immergono in un periodo epico del dopo guerra italiano con tutte le sue contraddizioni e nostalgiche verginità perdute. Un pubblico ormai desensibilizzato, quello di oggi, farebbe fatica a capire il religioso silenzio e la partecipazione immersiva del pubblico selezionato di questa sera. Una Cerimonia profana e atea fatta di materialismo, ortodossia politica e musicale, dove ci si lascia andare anche a qualche impeto verbale e una malcelata quanto schietta appartenenza di classe. C’è addirittura un altarino dissacrante sul palco fatto della scatola delle mitiche confezioni di wafer “Tatranky” di cecoslovacca produzione o la golf anni novanta come modellino giocattolo e le mitiche ciabatte De Fonseca.
Max Gollini ci racconta, su una base elettronica con fortissime influenze Kraut Rock e New Wave, delle storie sociali e amare dove la poesia nasce quasi per caso, frutto della nostalgia. Chiaramente emerge il rimpianto mestamente mescolato all'impegno politico che ha la direzione tracciata dall'Emilia Paranoica di Lindo Ferretti verso il socialismo reale.
A distanza di tanti anni dal loro esordio il solo parlare, come storytelling degli anni settanta e ottanta del secolo scorso, ha un effetto di risveglio collettivo. Storie di quando nelle piazze italiane scoppiarono le bombe fasciste, da Piazza Fontana alla Stazione di Bologna, e la polizia infiltrata da ideologie e interessi di parte sparava nelle strade sui manifestanti. Erano a posteriori gli anni della loggia massonica P2, e della milizia segreta di Gladio. Insomma un mondo dove tolti i lustrini e la retorica della borghesia ruggente tutto si riduce a uno scenario da guerra civile permanente. Il potere si manifestava in maniera grottesca , ma istituzionalizzata e il mainstream di adesso è figlio di quella scuola che gli Offlaga Disco Pax rappresentano e stigmatizzano con un acquarello a tinte rosso scuro con un pizzico di sarcasmo dall’ombra nera.
Gli Offlaga Disco Pax sono Max Collini (voce), Daniele Carretti (chitarra, basso) Mattia Ferrarini (basso, tastiere), dopo la scomparsa del bassista Enrico Fontanelli E’ chiara la commozione dei due “superstiti” durante l’esibizione proprio per l’importanza della ricorrenza e per l’aria di casa che si respira tra band e pubblico deferente.
L’esibizione è sostanzialmente la scusa per consolarsi a vicenda, per gridare al mondo che esiste ancora una letteratura e una storia da rivendicare con orgoglio.
“Socialismo tascabile” era nato ed è ancora oggi valido oggetto e soggetto di memoria storica, ma anche un modo di approcciare la vita, un modo romantico di dire che la forma è sostanza.
La mitologia dei personaggi abbozzati all’interno delle storie evocate e narrate da Collini all’interno dei brani degli Offlaga sono i portatori dei valori del “collettivo Neosensibilista contrario alla democrazia nei sentimenti”, quali si definivano i membri della band stessi.
E sarebbe riduttivo non notare le influenze letterarie di uno scrittore come Pier Vittorio Tondelli o di una band come i Massimo Volume.
Alla fine dopo i canonici ringraziamenti di fine concerto e la pausa che ne consegue, si è consumato l'inevitabile rito dell’ “encore” con a gran richiesta il tassello mancante dell’intero concerto e il feticcio più desiderato dal pubblico più commerciale: “Robespierre”....
“...Ho fatto l’esame di quinta elementare nel 1975, il socialismo era un universo in espansione …E poi la nostra meravigliosa toponomastica…E infine il mio quartiere
Dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%”
Applausi, applausi e ancora applausi per un concerto che sa di constatazione di una società che forse non ci sta più bene del tutto. L’Alcatraz di Via Valtellina è un club storico, facilmente raggiungibile uscendo dalla Tangenziale ovest all’uscita Cormano - Viale Certosa.
Scaletta
Kappler
Cinnamon
Khmer rossa
Parlo da solo
Tono metallico standard
Sensibile
Dove ho messo la Golf?
Tatranky
Enver
Allarme (CCCP – Fedeli alla linea cover)
Piccola Pietroburgo
Onomastica
Encore:
Piccola storia ultras
Robespierre
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