NonostanteClizia
La Stagione animale
Se potessimo interrogare il futuro, sono quasi certo di poter affermare che i NonostanteClizia (provenienza Acqui Terme) avrebbero modo di far parlare di se e della loro musica. Bastano poche tracce (le prime tre) per capire anche quello che non hanno ancora detto: sintetizzatori e chitarre su di giri di cui ci si aspetta solamente l’esplosione e invece ecco servita una prima frenata, quindi un progressivo rallentamento. E alla fine, perché no, un limbo pronto a rilasciare una chitarra sporca e desolata con fare solista. Naturalmente imbastardite, le linee elettriche guidano con discrezione le liriche molto ispirate del disco, mentre le tastiere rinvigoriscono le trame appariscenti e assurde che scaturiscono dalle parole. Insomma dalla new wave al post-rock si toccano progressivamente sia atmosfere musicalmente limitrofe come il post-punk e il dark-wave, sia vette di puro citazionismo attentamente calibrato. Questa volta però il gioco dei rimandi destabilizzanti e a senso unico lo lasciamo stare perché, diciamolo, il nostro, a volte, è un po’ un parlare di musica per somiglianze; come a dire che se ci sono influenze dichiarate o esplicite, la proposta perde automaticamente potenza e bellezza. Sarebbe un po’ come volgarizzare un’opera nel tentativo maldestro di essere più diretti. E’ ora di cambiare direzione!
Tutto questo non renderebbe giustizia a un’opera che ha nelle sue qualità migliori una vocazione camaleontica davvero riuscita e un equilibrio stilistico impeccabile. Il suono risulta compatto e l’urgenza espressiva, che affiora a macchia di leopardo, non fa rima con una semplice missiva. La batteria dritta a dal piglio brioso accelera e raffredda il ritmo come un motore che va su di giri, ma poi si adegua all’andamento del terreno. La doppia voce invece, a tratti baritonale, e gli stacchi di chitarra e basso mostrano quel sano senso melodico della band, nonostante la loro cifra stilistica mediamente rumorosa. Vale la pena far notare che qui, nel lavoro di studio, gli arrangiamenti molto asciutti mitigano l’anima rock del suo contenuto esaltando la sua vena pop-wave. Possiamo altresì confermare che l’essenza della veste snob, dai toni noir decadenti, non viene abbandonata se non per un’ apparente spensieratezza seriosa. D’altronde ce lo insegnavano i Dadaisti che si poteva fare arte con il quotidiano, strappando segnali di vita dagli oggetti, ricreando mondi paralleli e simbolici, riutilizzando i soli significanti.
Arriviamo così a un altro dei punti forti della band: i testi. Anche qui nonostante le citazioni colte di circostanza tra Jean Paul Sartre, Michelangelo Antonioni, Degas, la loro vera forza sta nel farci respirare i piaceri della vita e quegli impulsi, quei profumi, quegli istinti di una stagione animale. D’altronde lo stesso John Lennon ci aveva insegnato che si può parlare con ugual ardore del senso della vita, ma anche di particolari insignificanti dell’ordinario. Ci mancherebbe che si parlasse solo di argomenti presi dal telegiornale.
La stagione animale appunto è una canzone che sferza l’album con un ritornello accattivante e corrotto quel tanto che basta. Adolescenza è un divertente, a tratti crudo, atto di accusa con momenti d’intensità differente. Ma Ingrid, La Nausea e Crema sono l’esempio più concreto di come si possa, celandosi dietro un fiume di parole incalzanti e apparentemente prive di significato, mettere sotto accusa lo stato, questo sì, decadente della società odierna. E la questione acquista ancor più potenza espressiva grazie proprio a quell’intensità e densità di concetti dichiarati e sovrapposti in un cantato che assomiglia a una veemente requisitoria a volte dai toni sprezzanti, a volte dai toni sarcastici. Barbie California infine, nonostante il forte richiamo ad arie tipicamente “Kuntziane”, svolge a meraviglia il suo compito di cartolina finale zoomando su una serie di personaggi superficiali, accompagnati da riverberi musicali che montano nuotando nell’aria. E allora se non vogliamo citare apertamente i National o i Mogwai, parliamo almeno dei nostrani maestri partendo da Franco Battiato per arrivare a Francesco Bianconi e Fabrizio De Andre’, passando ovviamente per Cristiano Godano e Riccardo Tesio.
Nota particolare perl la copertina dell’album, quel giusto mix tra richiami naturali ed elementi simbolici apparentemente inappropriati, tra consapevolezza ambientale e astrazione concettuale, tra spersonalizzazione e responsabilità sociale: come essere in un quadro di Renato Mambor.
NonostanteClizia
La Stagione animale
Género: Neo-wave , Post punk , Cantautorale
Canciones:
- 1) EMMA CLARA CHIARA
- 2) INGRID
- 3) ADOLESCENZA
- 4) OLIMPIADI
- 5) LA NAUSEA
- 6) LA NAUSEA
- 7) CREMA
- 8) LA STAGIONE ANIMALE
- 9) MARY GARRET
- 10) SE DOVESSI ADDORMENTARMI
- 11) DAVID HEMMINGS
- 12) BARBIE CALIFORNIA