Kelly Clarkson
Chemistry
Chemistry, Kelly Clarkson al bivio
Era difficile, anche con la nostalgia per gli anni duemila in corso, immaginare Kelly Clarkson come una figura durevole nel mondo della musica pop. Il fenomeno numero uno di American Idol era scivolato via dai riflettori alla fine della decade, costruendosi una reputazione come cantante specializzata in empowerment anthems e pop-rock poco incisivo e allontanandosi, con una serie di album di poco successo e poco interesse. Se non direttamente – campanello d’allarme per tutte le popstar – a tema natalizio.
Ma non se n’è mai andata – ha tenuto duro in televisione, prima a The Voice, poi con il suo varietà, il Kelly Clarkson show. cui le sue cover su richiesta, chiamate Kellyoke, hanno ricordato al pubblico vecchio e nuovo la sua potenza vocale e il suo ricco carisma. Da qualche parte c’è ancora fame di Miss Independent: con un crescente interesse per le icone degli anni duemila, sarà possibile una rinascita di Kelly Clarkson all’orizzonte?
Il fulcro di chemistry, ottavo album in studio – decimo con quelli di Natale – di Kelly Clarkson è un marchio di fabbrica di molti grandi lavori. Clarkson si è separata dall’ex marito, Brandon Blackstock, e si è servita della musica per esplorare il loro rapporto. Ci sono tutte le fasi della separazione, con iniziali rabbia e risentimento mitigati dal desiderio di riscoperta di sé e di restituire a sé stessa la priorità. La struttura è lineare: si apre con skip this part, una traccia malinconica e ombrosa, e si chiude con le trionfanti trombe della solare that’s right.
Assente in linea di massima il pop-rock, sia quello smaccato degli esordi sia quello più annacquato dell’inizio del decennio scorso: un bene, forse, perché il tipo di musica rappresentata da Stronger non è tra i meglio accolti tra i Kellebrities e non si approprierebbe a un ritorno di fiamma. Difficile, però, definire cosa ci sia al suo posto. chemistry è un nome appropriato, perché le influenze all’interno dell’album sono disparate, raccogliendo in sé vari punti della discografia di Clarkson vecchia e nuova. Ballad (lighthouse, mine) Nu-disco (favorite kind of high), elettronica (down to you) – persino tocchi gospel, come il singolo me, scritto da una sorprendentemente introspettiva Gayle.
Il risultato è un album sospeso a metà, che promette di decollare senza mai farlo. I momenti in cui Clarkson racconta la parte difficile del divorzio sono i più riusciti, con quadri emotivi vivi. Il talento più grande di Clarkson da sempre, elevare sé stessa contro il mondo e gli uomini che la metterebbero in discussione, non si è dissipato. Per quello che vale, l’apertura skip this part è molto forte, sia nell’atmosfera che crea la base cupa sia nel senso di stanchezza e di stress comunicato da Clarkson. Anche le ballad più ristrette, come la popolare rock hudson e l’atmosferica fusione gospel me, ricordano il potenziale che ha sempre avuto. Sono incisive, trancianti, e cantate con un’interpretazione accorata.
Più deboli sono i momenti leggeri, quelli più chiaramente costruiti con in mente il successo radiofonico. Spicca da subito magic, che cerca di replicare il synthpop sognante della Taylor Swift era 1989, risultando ben al di sotto del livello di una voce e un nome come quello di Kelly Clarkson, ma il punto più triste dell’album è favorite kind of high. È scritta da Carly Rae Jepsen: bravissima nel suo ambito, non c’è dubbio, ma con Kelly Clarkson c’entra come i cavoli a merenda. Pur poggiando su un ritmo di matrice disco coinvolgente, la traccia racconta la relazione in corso con un linguaggio da adolescente alla prima cotta – inclusi paragoni con l’ecstasy che anche Camila Cabello si lascerebbe alle spalle – e poco coerente con la questione trattata. Sembra qualcosa che avrebbe pubblicato Jessie J al momento del debutto, senza le gimmick trash e la satira di sé stessa che rendevano la stella britannica simpatica.
Nel suo piccolo chemistry è una bella prova, ma non è sufficiente per tornare in carreggiata. Si sente il travaglio di un lavoro faticoso, anche se molto personale, e di un’identità artistica da tempo difficile da trovare. Con Kelly Clarkson al microfono difficilmente poteva risultare qualcosa di brutto, ma la mera competenza non basta a rendere chemistry memorabile a lunga durata.
Kelly Clarkson
Chemistry
Género: Pop , Rock
Canciones:
- 1) Skip This Part
- 2) Mine
- 3) High Road
- 4) Me
- 5) Down to You
- 6) Chemistry
- 7) Favorite Kind of High
- 8) Magic
- 9) Lighthouse
- 10) Rock Hudson
- 11) My Mistake
- 12) Red Flag Collector
- 13) I Hate Love
- 14) That's Right