Goblin: Entrevista del 16/04/2018

Publicado el: 16/04/2018


I Goblin Rebirth sono costituiti da Fabio Pignatelli e Agostino Marangolo, già membri della formazione originale dei Goblin a partire rispettivamente da Profondo Rosso e Roller. Insieme a loro suonano Aidan Zammit, Giacomo Anselmi e Danilo Cherni. Sono conosciuti in tutto il mondo per colonne sonore quali Profondo Rosso, Suspiria, ecc.
Ci raccontate come è nato l'album "Four of a kind" dal punto di vista compositivo?
Quando abbiamo deciso di fare un nuovo album, come prima cosa, abbiamo raccolto le idee che ognuno di noi aveva nel cassetto e, fatta una selezione, abbiamo iniziato a lavorarci su.  Abbiamo arrangiato come se avessimo dovuto fare una colonna sonora e ne è uscito un disco che quando lo senti “Immagini”! Potere anche della musica strumentale!
Quanto la tecnologia ha cambiato il vostro modo di lavorare con la musica?
Lavoriamo con i computer dai primi anni ’80! Forse siamo stati tra i primi, merito soprattutto di Maurizio che nell’informatica è un un genio! Nei primi anni ’80 scrisse il primo software midi (YUK) con il quale gran parte dei musicisti di Roma ha lavorato! 
Abbiamo usato molto la tecnologia, ma abbiamo cercato di non farci intrappolare! Proviamo a fare tutto come si faceva una volta, certo non possiamo usare il 24 piste analogico per ovvi motivi, ma nella lavorazione, nel limite del possibile, usiamo le tecniche di una volta.
Massimo Gasperini di Black Widow mi ha dato la mappa per districarsi nelle varie diramazioni musicali che si sono susseguite nella famiglia Goblin. Pensi che l'utilizzo di così tanti nomi diversi abbia influito negativamente per quanto riguarda l'aspetto puramente commerciale dei lavori usciti?
Questa è una cosa che è accaduta a molti gruppi, forse a noi un po’ di più! Probabilmente per problemi caratteriali, abbiamo sempre discusso molto, ci siamo separati e poi riuniti tante volte e con varie formazioni!
Dal punto di vista commerciale non credo sia stato un grande danno, anzi credo che le varie vicissitudini abbiamo creato un certo interesse nei nostri fans. Certo, da fuori,  è difficile seguire tutto quello che è accaduto nei vari anni, ma  sotto un certo punto di vista è anche…….divertente!
Il vostro cd è molto curato dal punto di vista del packaging. Un'attenzione maggiore alla realizzazione dei supporti cd e vinile credo che sia un mezzo valido per fronteggiare l'avanzata della musica tramite streaming. Cosa ne pensate?
Credo che il cd sia finito, o poco ci manca! Lo streaming è un modo per sentire musica, purtroppo, quasi gratuito! E questo non fa bene alla discografia! Il vinile sta tornando prepotentemente perché è il vero “oggetto” per gli appassionati di musica. La religiosità con cui si conserva un vinile fa si che sia, secondo me, l’unico vero supporto per la musica! Tutto il resto è commercio!
 
E' innegabile che il vostro più grande successo sia stato la colonna sonora di Profondo Rosso, che a sua volta è uno dei film più famosi di Dario Argento.
Come avete vissuto e vi siete portati dietro un successo così grande, ma anche pesante? Ha influito sulle realizzazioni successive?
Mah, forse, in parte si, ma per pochissimo tempo! Forse solo Roller (il brano) è stato un tentativo influenzato dal successo, per il resto, credo la nostra discografia sia così varia che non lascia modo di pensare ad un “autoplagio”. In realtà quando registravamo abbiamo sempre fatto tutto quello che girava per la testa, senza pensarci troppo!
La vostra ultima collaborazione con Dario Argento risale al 2000, con la colonna sonora di "Non ho sonno". Siete rimasti in contatto con Dario Argento?
Assolutamente no! Solo Claudio!
Il fatto che siate diventati famosi con questo tipo di colonne sonore, di genere thriller e horror, vi ha in qualche modo artificiosamente legati ad un filone di musica progressive cupo e oscuro, oppure questi temi fanno parte delle vostre passioni?
Abbiamo composto molte colonne sonore, e no tutte sono così….. dark! Certo il fatto di fare film horror ci ha obbligati a essere un po’ più “scuri”, Ma analizzando, per esempio, proprio Profondo Rosso, non è un brano così scuro, forse solenne, ma non certamente cupo! Il nostro inconsapevole merito è stato proprio quello di aver messo su un giallo/horror una musica solenne, piuttosto  che una scura e dark!!
Il successo delle vostre colonne sonore si è diffuso anche all'estero? Quali sono i paesi in cui siete più conosciuti?
America, Giappone, Inghilterra, Francia, un po’ dovunque. Abbiamo fatto anche concerti in Svezia, Norvegia e Grecia! Abbiamo anche fans russi che ci seguono nei tour USA!
Secondo voi la critica musicale italiana, parlo soprattutto delle riviste musicali cartacee, ha supportato adeguatamente voi e il genere che fate?
L’Italia non è il massimo per il prog!!!!
La musica strumentale, fuori dalla musica classica e dalle colonne sonore, non è di facile esportazione per il grande pubblico. Avete mai pensato di introdurre parti cantate?
Ah….non conosci la nostra discografia!! Abbiamo fatto due dischi cantati! Uno è “ Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark” e l’altro “Volo”.
Comporre brani solo musicali credo che dal punto di vista compositivo renda più liberi, senza vincoli di strofe e ritornelli, rime e altre sovrastrutture che in qualche modo vanno a condizionare il modo di scrivere la musica.
Vero!
Aggiungerei anche un'altra considerazione: i brani solo musicali, se ben scritti, sono destinati ad "annoiare" di meno l'ascoltatore, penso alle elaborate composizioni di musica classica, che non stufano mai.
D’accordissimo!!
Rispetto a quando avete iniziato, il mondo discografico è cambiato tantissimo: internet, lo streaming, i social. Come vivete queste nuove tecnologie?
In qualche modo ci si deve convivere! E’ una giungla, ma purtroppo è così!
Seguite il mondo musicale odierno? Cosa ascoltate?
C’è tanta roba, troppa! Qualcosa di bello c’è, ma se debbo “ascoltare” della musica torno sempre a quello con cui sono cresciuto, dove c’è sempre da scoprire qualcosa, anche dopo 50 anni!!!
Siete rimasti in contatto con gli altri membri dei Goblin, ed in particolare con Claudio Simonetti?
Io (Fabio) suono con 4/5 degli originali e, quindi, li vedo e li sento quotidianamente, o quasi! Con Claudio ho buoni rapporti. Degli altri del gruppo qualcuno a buoni rapporti, altri un po’ meno.
Sono passati tre anni da "Four of a Kind". Cosa avete in cantiere per il prossimo futuro?
Stiamo lavorando su un progetto da far uscire a fine anno!
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