Altera
I love Freak
Gli Altera, band genovese di lunga militanza nell’underground locale e nazionale, sfornano con questo nuovo lavoro I Love Freak un esempio tangibile di come si possa ancora fare musica che non sia preferibilmente d’intrattenimento. Freak Antoni è ovviamente il perno attorno a cui gira tutto questo album. Lo testimonia anche l’immagine della copertina dove, oltre a una sua spilla, si scorge L’ex Skiantos mentre apre la finestra che dà su Piazza della Giuggiola a Genova. Un luogo simbolico, casa del cantante degli Altera Stefano Bruzzone, immagine metaforica di una Genova che sta scomparendo e di cui Freak s’innamorò a prima vista. Sì, perché questo non è un segno di amore per le cose fuori dal tempo, ma una semplice lunga coda che parte da un mondo non raccontato, da un pensiero che è fuori moda, da una posa che sa tanto di antipersonaggio. Una Genova maledettamente romantica in cui Freak si è specchiato per assonanza e appartenenza. Un modo di essere di questa città antica e popolare, estremamente altera ma conciliante nel suo sarcasmo di rappresentanza. Cosa c’entrano in tutto questo gli Altera? Davide Giancotti (chitarre), Stefano Bruzzone (voce), Claudio Luvarà (batteria) e Dennis "Madden" (basso) prima di tutto sono di Genova, ma soprattutto si dice abbiano inventato una sorte di genere: il “rock testimoniale”. Gli Altera incarnano degnamente tutte le peculiarità della loro identità culturale fatta d’ironia tra i denti e amara passione, piglio tagliente e delicata carezza, con la loro capacità di trasporre poesie o altri testi, in canzoni, anche improvvisando in tempo reale sul palco.
Riuscire a celebrare un simbolo e un amico tenendo la retorica sotto il livello di guardia, credo sia la cosa più difficile e più bella che possa capitare a un’artista. Mettersi al servizio è un grande segno di generosità, oltre che di rispetto, e gli Altera sono riusciti nell’intento di ricostruire i contorni di una figura (per non dire icona) lasciandola semplicemente parlare, regalandoci un puzzle di emozioni che vanno dalla risata alla commozione, alla contemplazione. Questo disco è naturalmente, e nei contenuti, un simposio letterario/filosofico cui tutti sono invitati, un momento di comicità involontaria e di sottile riflessione portata al grande pubblico con le forme consuete al limite dell’ilarità. L’architettura sonora, per motivi diversi, merita un discorso a parte. Una simmetria classica al limite del “cantautorato rockeggiante” riesce, con il passare dei minuti e delle tracce, ad assumere quell’andamento deviato, o se preferite dissonante (facendo una citazione), per cui la melodia viene scavata da dentro rimanendo nei canoni della forma canzone.
A partire da Par-lamento (registrata con Freak Antoni nel dicembre 2013 a Bologna, risultata a posteriori l’ultima sua canzone), e per tutto il disco in genere, emerge una rabbia sopita tra i “nonsense”. Le rime non cercate, le battute al limite dell’assurdo, i giochi di parole: tutto è coerente con la visione schietta della vita di Freak. Il compito improbo degli Altera è stato quello di mantenere il tutto sui binari di un gioioso congedo, piuttosto che su quelli di un malinconico epitaffio. L’intrigante Poetica (2), l’affascinante Quasi …poesia, la suggestiva Moriva in me la poesia si muovono tutte su rette parallele dell’emozione dettando un cambio di stile che la band stenta a concedersi per una pausa introspettiva.
Il souvenir più bello che si regala la band è Però quasi (brano che Freak propose con la pianista Alessandra Mostacci al Festival di Sanremo 2012 e che venne rifiutato dalla direzione artistica). Un tributo doveroso al talento, ma anche la sublimazione finale di un processo sociale innescato e incarnato dal suo medium.
Alla fine è davvero difficile ascoltare questo disco senza percepire una distanza di stile tra i protagonisti, ma è indiscutibile la sintonia nel proporre lo stesso elegante malessere. E’ impossibile soprattutto non cogliere il senso di rabbia latente nel cantare il disagio. Quell’ingiustizia umana e sociale che Roberto non smetteva mai di sbatterci sul naso. E allora cosa dire: ridete pure, ma non fermatevi a fare solo quello!
Altera
I love Freak
Género: Rock , Cantautorale
Canciones:
- 1) Badilate di kultura
- 2) Par-lamento
- 3) Radio Freak: abbi dubbi
- 4) Paese scarpa
- 5) Poetica (2)
- 6) Quasi... Poesia
- 7) O capitano! Mio capitano
- 8) Moriva in me la poesia
- 9) Soffice
- 10) Però quasi
- 11) Cosa pretendi...
- 12) Badilate di kultura pt. 2
- 13) Rivalutati dopo morte
- 14) Arrivederci R. (Ghost track)