Delia Gualtiero

Blu notte

Posted on 30/07/2013
Vote: 7.8/10

Sentito, disinvolto, teneramente esortativo, vissuto, gridato, pianto, rischiarato, rasserenato, rialzato e suscitato. Intimamente, tenacemente e audacemente personale, finanche rivelatore. In una parola una confessione su disco di un itinerario lungo due decadi e ancora in corso (1988), nel mezzo di un cammino fatto di timori, desideri e tensioni unificate da uno sguardo genuinamente positivo, inesorabilmente fecondo.

Questo e altro ancora in quello che ad oggi rimane l’ultimo capitolo della carriera artistica ufficiale di Delia Gualtiero ma che inconfondibilmente – nell’economia del grande cuore della cantante veneta – chiude e apre ad un tempo, abdica al ruolo giocato nel mondo della musica per affacciarsi ed abbracciare la realtà nella sua interezza e imprevedibilità. Nell’album “Blu Notte” si agita, prende forma e si sviluppa tutto questo percorso.

Sotto l’egida della produzione di Red Canzian (le spigolosità digitali anni’80 pur presenti vengono attutite con intelligenza e mestiere), collaboratori vecchi e nuovi della Gualtiero incrociano vie e contributi nella vestizione sonora del lavoro. La schiera degli ospiti di lusso quali Claudio Pascoli e Demo Morselli viene rinfoltita da Amedeo Bianchi e Pier Michelatti fra gli altri e fa la sua ricomparsa anche Lele Melotti (presente nel famoso album d’esordio). Dulcis in fundo il fido Renato Cantele in qualità di custode del suono e soprattutto Diego Michelon, autentico alter ego deputato alla migliore codifica delle note di questo lavoro che vede la nostra firmare in solitaria tutte le musiche del disco su liriche approntate dai ricorrenti Valerio Negrini, Miki Porru e Adelio Cogliati.

Il mood dell’album è contrassegnato da un sentore interrogativo e velatamente malinconico che marca le strofe sin dai brani di apertura accompagnando un canto che si appoggia in prevalenza su toni gravi e pensosi per poi esplodere nei ritornelli. Così in Adesso addosso che è come e più di una dichiarazione d’intenti. Il cambiamento, il desiderio di sorridere che prende una nuova consapevolezza, le stelle di un tempo che si spengono per riaccendersi in forme inaspettate.

Un inizio dolce, impetuoso che sa di monito e che si definisce in maniera ancor più urgente e significativa nella seguente Nel tuo giro del mio mondo quasi un’implorazione alla cura e all’accettazione reciproca su una musica che da soffusa e raccolta si scioglie in un chorus dal tiro melodico possente ed ispiratissimo prendendo con singolare creatività la scia delle grandi ballate eighties delle Heart delle sorelle Wilson. AOR, vagiti rock e spunti d’autore si fondono andando magicamente a scolpire un brano di primo livello.

La melodia accorata e partecipe di Gente che… non fa calare la tensione di un millimetro e funge da preludio alla magnifica title track che in poco più di quattro minuti e mezzo consegna alla storia della musica italiana un brano misconosciuto e splendido. Il canto raggiante, sereno e dolcemente provocatorio della Gualtiero viene supportato da arrangiamenti pimpanti che tirano dentro funky, musica d’autore e lievitazioni armoniche che straripano in un finale dove arrangiamenti e accordi di un Diego Michelon appoggiato dal flicorno di Morselli, trasvolano territori in quota Steely Dan e primo Fagen.

L’alta caratura di un primo lato pressoché perfetto trova uno stop temporaneo in apertura di secondo con la scanzonata Io ti conosco, unico momento dove l’intima originalità dell’avventura artistica della Gualtiero sembra cedere il passo alle tendenze easy funky del periodo, per riprendere quota con la semplicità schietta ed immediata della seguente Innamorarsi ancora.

La rilevante forza narrativa della prima parte torna a soffiare con veemenza nell’epilogo del lavoro aperto da una Dimmi dove il lirismo pianistico di un Michelon in odor di Hornsby pennella un brano dove una strofa contrastata e drammatica resa in maniera mirabile dalla voce della protagonista si apre alla bella risoluzione melodica del refrain.

Si chiude con un brano che riassume e carica su di sé il senso del disco, aprendo nuovi scenari umani dentro e oltre ogni immagine e apparenza. Stai con me – in duetto con Red Canzian - è una canzone per certi versi incredibile senza refrain che si compone di una strofa con variazione in crescendo e ancora in diminuendo. Il bassista/produttore canta la prima strofa su liriche che includono cenni profetici (“… chiara c’è l’immagine …”), nella seconda subentra la Gualtiero che riprende la dolcezza autorevole ed esortativa dell’inizio del lavoro. Il diminuendo non chiude il brano e si impone un crescendo conclusivo dove il tessuto sonoro si apre ad oceano su scorrimenti di chitarra elettrica e ascese vocali della nostra ricche di riverberi.

Si chiude con questo brivido prolungato l’ultimo album di Delia Gualtiero. E se il pensiero non può che correre a come sarebbe potuto essere ancora più bello e maturo un ulteriore seguito in quegli anni novanta caratterizzati dal recupero dei suoni più densi e corposi di due decadi prima, non si può negare che quest’opera sia stata egregiamente portata a termine donando a questa parte di mondo assetata di bello e di musica, la benedizione di una grande e dolce erede che nel convulso presente allieta e nutre nel profondo quel bisogno.

In questo quadro l’unica e speciale performance dell’estate 2008 tenuta nel Veneto del Piave (con una Gualtiero supportata dall’irrinunciabile Michelon a percorrere cover e carriera con la ripresa di capolavori come Occhi, Fino a domani e Blu Notte) ha consacrato e dato forma definita a questo passaggio di consegne che non rinuncia a niente di quel desiderio di bellezza che ha donato cuore e corpo all’avventura e al personale mettersi in gioco di questa grande artista.

Delia Gualtiero - Blu notte

Delia Gualtiero

Blu notte

Lp, 1988, Polydor

Traks:

  • 1) Adesso addosso
  • 2) Nel tuo giro del mio mondo
  • 3) Gente che...
  • 4) Blu notte
  • 5) Io ti conosco
  • 6) Innamorarsi ancora
  • 7) Dimmi
  • 8) Stai con me

Information taken from the record

Prodotto da Red Canzian
Arrangiamenti: Diego Michelon
Registrato da: Gamba Lizzori allo Studio Morning “Garden”
Mixato da: Renato Cantele allo Studio Morning “City”
Transfer: Marco Inzadi
Foto: Steffen Umsonst
Cover: Fragola & Panna
Make Up: Milena Di Girolamo
Un grazie particolare alla Meeting per la gentile collaborazione

Diego Michelon: Tastiere, Piano Acustico e Programmazioni
Bruno Mariani: Chitarre
Stefano Olivato: Basso
Pier Michelatti: Basso
Lele Melotti: Batteria
Cesare Vignato: Percussioni
Claudio Pascoli: Sax Tenore e Soprano
Amedeo Bianchi: Sax Contralto
Demo Morselli: Tromba e Flicorno

 

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