Recensione di Fabrizio Pucci
Raccolta divisa tra Matteo Segafreddo e Giorgio Binda, con brani composti singolarmente e brani preparati appositamente a quattro mani per questo lavoro.
Come dice il titolo, l'intento è quello di coniugare musica contemporanea con musica elettronica.
Si tratta di un lavoro cerebrale, strumentale, che dà ampio spazio ai vuoti sonori e alla rarefazione, con strumentazioni elettroniche, ma anche pianoforte, vibrafono...
Interessante il libretto interno, nel quale per ogni brano troviamo una spiegazione che rappresenta le intenzioni compositive degli autori.
Il primo brano "A journey to Pluto" è molto rilassante, leggero ed etereo.
Mano a mano che l'ascolto procede con i brani successivi, ci inoltriamo sempre più in un mondo interiore, contemplativo, ma anche di isolamento dove a volte mancano i punti di riferimento, le certezze. In questi momenti l'estraniamento diventa paura, claustrofobia, ansia.
Un ascolto non facile, sicuramente, a cui bisogna dedicare il giusto tempo e le giuste modalità: in una stanza silenziosa, seduti comodi con un buon impianto stereo, oppure con delle buone cuffie.
Risulta anche evidente la possibilità di utilizzare di queste musiche per installazioni artistiche.
