Recensione Joyo US Dream

Pubblicato il 22/11/2017 - Ultimo aggiornamento: 20/05/2018

Argomento: Strumenti musicali

Recensione Joyo Us Dream

 

Premessa

D’ora in poi ripeterò, copiando e incollando, questa premessa in ogni recensione che avrà a che fare con qualche strumento musicale o accessorio del campo al fine di chiarire alla perfezione il punto di vista da cui sono recensiti i prodotti che saranno presi in oggetto. Ebbene non mi dedico solo al puro ascolto musicale ma da ormai qualche anno, seguendo le orme della figura paterna, mi dedico anche a suonare a livello AMATORIALE (ci tengo a sottolinearlo) la chitarra, partendo dalla classica arrivando ad oggi, momento in cui seguo un corso di armonia più che di tecnica dello strumento. Mi considero quindi un musicista assolutamente non esperto e ancor più a livelli seppur non da totale esordiente, non stratosferici. Recensirò i prodotti con le mani e le orecchie di un appassionato prima che di un super tecnico/musicista.

 

Packaging e bundle

Nulla di speciale, una normale scatoletta di cartone nera con grafiche viola (colore del pedale in questione) e qualche disegno. All’interno troviamo il pedale avvolto in un foglio di plastica opaca e un piccolo manuale. Non ci si aspetta nulla di più da un effetto che rientra in quella che è una fascia decisamente economica di mercato, ed è giusto così.

 

Descrizione

Questo Joyo non è altro che un clone molto più abbordabile del Shur Riot, e come tale cerca di prenderne le principali caratteristiche estetiche (e sonore, vedremo poi). Troviamo infatti un body in alluminio, che non è del tutto scontato su questa fascia di prezzo, con angoli stondati e un piccolo rialzo in zona interruttore, verniciato di viola. Non abbiamo ovviamente la stessa particolare (e costosa) finitura del pedale originale ma una semplice colorazione metallizzata di buona qualità e non facile da scalfire. Viene ripreso anche lo schema di disposizione dei potenziometri a triangolo pur avendo però opposti il controllo del gain e quello del volume rispetto all’originale. Questi tre sono in plastica e offrono una buona resistenza alla rotazione così da renderne difficile la modifica della posizione per errore. Rispetto all’originale si nota immediatamente che manca lo switch denominato “Voice”, ma su un pedale di questa fascia, credo sia quasi meglio, in quanto aggiungendo features difficilmente il prezzo rimarrebbe contenuto, o peggio, potrebbe risentirne il livello qualitativo. Scendendo sulla faccia anteriore troviamo l’interruttore che riprende fedelmente quello dell’originale con l’anello di plastica bianca al di sotto della parte metallica, seppur non rifinita in modo perfetto. A sinistra di quest’ultimo troviamo il led di stato (rosso)ben visibile in tutte le condizioni. Abbiamo poi ai lati gli ingressi di line in/out e sul fianco destro l’accesso al connettore per l’alimentazione a 9V. Sul retro troviamo quattro viti nere agli angoli a filo con la scocca che permettono l’accesso alla componentistica o più semplicemente all’alloggio per un eventuale batteria da 9V. Molto apprezzato il fatto che tutta la parte sottostante sia liscia e senza gommature o sporgenze che renderebbero noioso il posizionamento di eventuale velcro. Le scritte serigrafate sono precise e non presentano difetti, per lo meno sul mio esemplare, chiaramente leggibili seppur non attraenti quanto quelle del Shur originale.

 

Suono

Abbiamo in mano un pedale dal costo di circa 40€ al pubblico, e da qui deve partire tutto, in quanto parliamo di un clone di un effetto che costa più del triplo. Per onestà e maggior oggettività cito la strumentazione con cui è stato provato che non è molto varia ma è quella a mia disposizione:

-abbiamo una Fender Telecaster Standard Mex con pick up originali (e per un periodo con un Seymour Duncan Hot Rail al ponte)

-come amplificazione ho potuto suonare principalmente con Ibanez TB100 e relativa cassa 4x12” e saltuariamente con Marshall AVT150H

Detto ciò non mi rimane che esprimere le mie considerazioni riguardo a questo oggetto. Lo scopo per cui l’ho acquistato è perché ho sempre apprezzato il poderoso suono della chitarra di Mark Tremonti (Alter Birdge, Creed e Tremonti i suoi gruppi principali) e dopo vari ascolti e prove mi è sembrato di raggiungere un buon compromesso con questo US Dream. Nome forte e che infonde coraggio, si rispecchia decisamente in quel che il tono che questo Joyo restituisce una volta inserito in catena. Si ottiene effettivamente un suono che è molto vicino a quello del pedale originale e lo si ritrova molto in quelli che sono toni corposi, ricchi di gain e molto moderni, con un sustain considerevole. Nonostante questo suo voler eccedere e strabordare riesce ad essere un ottimo compagno anche per assoli blues o rock e non solo per pesanti riff alternative/metal/prog. Insieme alla Tele con i single coil originali riesce, nonostante l’indole, a non cancellare il classico twang ma è con gli humbucker (che siano small o full size) che si esprime al meglio. Ciò che esce da questo effetto è un suono pulito, poco rumore di fondo, molta aggressività ma (perché c’è ovviamente un ma) una precisione migliorabile. Con grandi accordi aperti o assoli veloci si percepisce una certa difficoltà nel riprodurre tutte le singole note in modo chiaro e si ha una netta prevalenza e sovrapposizione della gamma  di frequenze medio-basse al momento in riproduzione. Parlando di regolazioni troviamo un potenziometro del volume che fa esattamente ciò che c’è scritto, variando l’intensità sonora senza modificarne il timbro. Arrivando a quello del gain troviamo una buona escursione timbrica in quanto se tenuto a bassi livelli può essere usato come overdrive aggressivo (pur con il gain al minimo non riesce ad essere un pedale adatto totalmente a generi che non richiedano una buona dose di distorsione, ma è giusto che sia così) mentre una volta arrivati a ¾ di giro si ottiene già il suono che chi cerca un pedale high gain vuole, poderoso, muscoloso e moderno, senza però sfociare in “zanzarosi” e fastidiosi rumoracci. A mio parere, il tone control è ciò che è studiato peggio in questo Joyo; girandolo in senso antiorario non otteniamo altro che un incupimento il quale, legato all’imprecisione generale, rivela un suono che personalmente trovo, se non sgradevole, inutile.

 

Conclusioni

Come scritto in precedenza il prezzo è di circa 40€ per un esemplare nuovo, una cifra decisamente invitante per chi come me è alle prime armi per la ricerca di quel suono personale che ogni chitarrista dovrebbe cercare. Lo uso ormai con piacere da circa un anno e per quel che l’ho pagato posso onestamente ritenermi soddisfatto in quanto in grado di appagare il mio gusto timbrico. In definitiva, è un pedale sicuramente adatto a chi cerca un distorsore high gain per suonare generi moderni e che richiedono muscolosità nel suono. Se invece ciò che si cerca è un distorsore che possa accompagnare fedelmente nel mondo del rock o del blues, ma anche dell’hard rock, penso che non sia il modello più adatto; fortunatamente Joyo, così come molti altri marchi, offre una gamma decisamente vasta di suoni, a prezzi umani, per tutti i gusti.

 

Vista superiore
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini
Fotografia di Samuele Frontini