Milano hi-fidelity 2016 (edizione autunnale)

Pubblicato il 16/10/2016

Argomento: Riproduzione audio hi-fi

PREMESSA

Avviso che il gusto Punk di questo scritto è dominante, se avete lo stomaco leggero, la coda di paglia o qualsiasi altra forma di offesa facile… non leggetela.

 

INTRODUZIONE

I talk to you every now and then

And I never felt so alone again

I stop to think at a wishing well

My thoughts send me on a carousel

Here I am standing on my own

Not a motion from the telephone

I know not a reason why

Solitude is a reason to die

 

Just you wait and see

As school life is a, it is a woken dream

Aren't you feeling alone

I guess it's just another (X3)

Night alone

 

Now as I walk down the street

I need a job just to sleep in sheets

Buying food every once in a while

But not enough to purchase a smile

A tank of gas is a treasure to me

I know now that nothing is free

I talk to you every now and then

I never felt so alone again

 

Just you wait and see

As school life is a, it is a woken dream

Aren't you feeling alone

I guess it's just another (X3)

Night alone

                                                            (Carousel, Blink 182, 1994)

 

Cosa può centrare una canzone dei Blink 182, un qualcosa di estremamente Punk con il castello fatato dell’Hi-End? Bhè dopo che l’ho fatta metter su nella sala del Tempio del Suono, credo centri non solo tanto, ma tantissimo.

Il Punk ha le carte in regola per essere quella bomba per vedere quanto sia solido il castello dell’Hi-End.

Troppo facile ignorare il Punk moderno, dire che è mal registrato, dire che è un muro di suono. Troppo facile escluderlo. Troppo facile alzarsi e correre fuori e non resistere a 3:15 minuti di traccia.

È come affermare che le chitarre elettriche non hanno differenze, non hanno un proprio suono… fa capire che chi afferma ciò è più simile ad un idiota, che ad un appassionato ascoltatore.

Dopo di che “Ok ciccio ho capito che forse il Punk non ti piace, ma se ne parli male è una ragione più che sufficiente per sfondarti una chitarra solid body in testa. E ricorda sempre “Solitudes is a reason to die””.

E di solitudine ne ho vista fin troppa… tra gli appassionati.

 

COSA C’ERA

Per fortuna questo giro c’era un bel po’ di roba buona, alcune valide ed altre meno, ma decisamente quasi sempre un ottimo ascoltare, se non in alcuni casi un grande ascoltare.

In alcuni casi il rapporto qualità prezzo era estremamente interessante, in altri casi lo era decisamente molto meno tanto che con il mio amico Aikon, in alcuni casi ci siamo detti “Ok tienitele”. In altre occasioni invece il rapporto costi di produzione / e prezzo al pubblico era estremamente onesto.

Per non far torto a nessuno vado in ordine di piano, ma non mi starò a soffermare troppo su cosa c’era e parole decisamente inutili.

 

PIANO -1

Abeat Records

Audioreview

Dem Audio

IRD

Jazzi It

Matteo Dischi

Music and Media Publisching

Pick Up Service Torlai

Portento Audio: Mr Speaker (chieste… gli ho fatto notare che il ventinovenne che aveva davanti ha un certo peso di scrittura… ok suonava un po’ come un “FUCK” ma ho limitato il punker che è in me). SPL e per l’appunto cavi Portento Audio.

Red Records

Zecchini editore

Natural Sound: Ubiq, Vertere, FM Acoustic. Un suono onesto che mi piacerebbe testare per benino.

Musica & Video

Omega Audio Concepts: saletta tutta loro dovevo già recensirla ma il tira e molla sta per riprendere… testiamo per bene un prodotto italiano. (Diffusori esclusi a meno che qualcuno me li porti al secondo piano a mano… occhio pesano 200Kg). Gli ho già detto che gli romperò le scatole come un martello pur di averle a casa.

Audio Gears

Il Tempio del suono: McIntosch, Sonus Faber, Van Den Hull. Il momento più divertente… gli ho fatto mettere su Carousel dei Blink 182… le facce degli audiofili che scappavano dal Punk erano veramente ridicole. L’ho raccontato a distributori che conosco, o che anche se non li conosco si capiva che l’impianto è il mezzo e non lo scopo, alcuni per testare i pezzi migliori mi hanno detto di passare con quello che volevo facendomi intendere che potevo anche spingermi più in là. Con Andrea invece ci siamo proprio fatti due grasse risate…. A ve lo dico così vi preparate… alla prossima edizione autunnale preparatevi… perché il Punker non sarò solo io.

Ah già… il tutto suonava assai bene.

DML Audio: SPendor, Conrad Johnson, Nottingham Analogue Studio. C’era la dimostrazione di Pierre Bolduc. Cose note a forse lo 0,001% degli audiofili… soprattutto i vinilisti avrebbero dovuto ascoltarla.

OZ Sound, e Diesis Audio: Diesis e Audionet …si sentiva bene … ad almeno 5 metri.

High Fidelity: Tannoy, Accuphase. Una delle sale migliori, ma la mia passione per i concentrici Tannoy è risaputa.

 

PIANO 0

Audio Point Italia: Kharma, Bel Canto, Vitus Audio. Tutto assai interessante.

GC Technology: una sala interessante, ma sui diffusori c’è ancora da lavorare.

Poi in una grande sala era posti tutti assieme

Labtek, Artigian Audio, Disco più, Evolume, HDC Labs, HiFi4Music, Import Audio, Pixel Elettronica (per fortuna aveva pure la saletta al piano 1), Quality audio, Sound and Music, Tecnotrafo, Velut Luna… insommaun po’ caotico.

Mentre l’unica presenza nopn caotica era quella di Fedeltà del Suono, beninteso non è che ci fosse rumore, però per fare un ascolto ci vuole un po’ di calma.

 

PIANO 1

Il Centro della Musica e HiFiGHT: Le Kef Muon in anteprima nazionale pilotate da elettroniche KR Audio. Il meglio della mostra?

Audio Graffiti: non ci sono stato molto, ma non mi ha detto molto.

Sound Machine: tre sale due ottimamente suonanti indipendentemente dal costo, l’altra non lo so era chiusa. (ELAC + Prima Luna)

Audio Reference: Pro AC buon suono… ma quasi tutti hanno detto: “se costassero di meno”.

Trinaudio: stendiamo un velo pietoso… è una fiera quindi ok ci stanno accoppiamenti sbagliati: beneficio del dubbio.

Audioplus: Marten, absolare, tech das, Enigma. Qui abbiamo avuto due esperienze diametricalmente opposte: coi diffusori un grande ascolto con driver che conosco molto bene; mentre le cuffie hanno deluso… ma credo più per l’amplificazione.

Tecnofuturo: Focal, luxman. Buon suono, ma quello che veramente era interessante erano le nuove cuffie Utopia. Per dimostrazione c’erano anche delle cuffie da 200€, conoscevo le vecchie, ma appunto per queste mi hanno detto che avevano cambiato tutto… ora Focal ha delle cuffie vere.

WLM Audio: protuttore tedesco sala pienissima, sempre… avremo i suoi diffusori… i bassi erano fuori controllo, ma credo sia stata più la sala.

Nadir: qualche robetta semplice ed interessante… le Orbis non mi sono sembrate eccellenti, ma magari ci vorrebbe un ambiente totalmente differente.

Pixel Engineering: scelta strana la serie Master di NAD con dei diffusori DALI… la giustificazione più che condivisibile è che così mostravano un qualcosa di alto livello e costo e qualcosa di basso costo… abbiamo già interlacciarto un rapporto serio… si parte dalla base e poi si andrà a salire; come hanno detto anche loro: la maggior parte delle persone non può spendere molto, facciamogli vedere che anche a prezzi umani c’è qualcosa.

Tedes: Hedd. Diffusori monitor da 900€ iva inclusa… non gli ho lasciato molto spazio: li volevo da recensire.

Gold Note: niente da fare per me era la vera saletta migliore della fiera un rapporto qualità prezzo ed un diffusore sempre coerente e naturale.

Audioplasma: Acappella, per il resto chiedere era impossibile (si disturbava), vedere lo era altrettanto dato il buio.

Tecktron e Quellis Audio: una saletta tranquilla e rilassante.

Sound Machine: Martin Logan…. Sempre tra le migliori.

Norma: con le loro eletroniche, una chiacchierata piacevole per conoscersi… arriveranno da recensire le loro elettroniche.

The Sound of The Valve: l’impianto di Zaini, l’ideatore della mostra.

Per ultimo, ma non ultimo: eliselettronica. Vincitore morale perché ha avuto coraggio, ha preso ciabatte da supermercato, cavi professionali da pochi euro al metro (2 o 3 non di più… per lo meno ad occhio e croce) ed ha fatto ascoltare le Neumann (monitor da studio) a tutti. Forse non era il modo migliore per farle ascoltare, anzi si poteva migliorare tutto, ma suonava in modo molto preciso e da studio, uno schiaffo in faccia al mondo spesso insensato dell’hi-fi. Qui ad importare era la musica che nonostante tutto si sentiva e si faceva ascoltare.

 

CONCLUSIONI

Differentemente dalla scorsa volta dove comunque se ne poteva uscire insoddisfatti, questo giro si poteva uscire ben contenti… purtroppo i giovani erano ancora troppo pochi, e questo mondo ha tanto bisogno di giovani che lo scuotano. Perché, torno a ripeterlo: “Solitudes is a reason to die”.

 

PS

Ho letto alcuni commenti in giro per la rete che si lamentavano dell’eccesso di Pop music alla fiera… almeno ci fosse stato un po’ di Pop, ma oltre ad un brano di Sting gli unici a metter su un po’ di scompiglio (Blink 182 e Folkstone) siamo stati noi, un paio di volte è stata messa su “Another Brick in the Wall”, uno splendido “Alleluja” e Pierre che metteva su un po’ di classica, ma oltre al Jazz non si è poi andati molto in là.

Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
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Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
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Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
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Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli
Questa è Carousel ... non male come registrazione.
Fotografia di Marco Maria Maurilio Bicelli