Sawthis
Egod
I Sawthis nascono dalle ceneri di un gruppo abbastanza conosciuto nell’underground italiano, i Sothis. Quasi identica la pronuncia del nome, abbastanza diversa la musica proposta dalle due bands. I Sothis nascono nel 1997 e si propongono come una band prettamente death/thrash, debuttando con l’album Fusion del 2006. Nel luglio del 2009, i membri decisero appunto di cambiare nome e con questa novità arriva anche il primo album, questo Egod. Il genere proposto risente tanto della corrente metalcore nonché dello stile death metal proveniente dal nord Europa, quello moderno alla Soilwork per intenderci. Ad ogni modo, ascoltando l’album ho riscontrato molteplici influenze ed una spiccata originalità che non è così comune in un genere ormai abusato da una decina di anni a questa parte. Diciamo che la parte metalcore prende sovente il sopravvento in questo album anche se devo dire che le infiltrazioni più brutali fanno si che il prodotto risulti anche appetibile per un death metal aficionado, come nel mio caso.
Elementi arabeggianti accompagnano l’introduzione di una veloce e chiaramente death metal Mr.Zero. Alcuni stacchi prettamente metalcore sono riscontrabili nel groove dei mid-tempo o nell’uso delle clean vocals a donare varietà. Le chitarre mostrano la classica distorsione a motosega con una produzione cristallina a rendere il sound meno ruvido ed in qualche modo meno selvaggio, con un occhio sempre alla compattezza comunque. La melodia si espande nella sezione solista delle chitarre a cozzare in stile con il classico growl/scream utilizzato in questi casi. Incalzanti nel loro tocco ritualistico le clean vocals di una Act of Sorow varia, compatta ma anche votata al ricreare atmosfere molto particolari. Ancora una volta, atmosfere orientali vengono chiamate in causa grazie agli effetti prodotti dalla chitarra da opporre agli stop and go ed alle ripartenze di doppia cassa. Tutto fatto in un modo molto fluido e da veri professionisti. Più diretta Barabba, dal ritornello ripetuto in coro molte volte e supportato da melodie molto particolari da parte della sei corde, con l’uso di strumenti a fiato arabi a completare una canzone veramente notevole e forse il vero gioiello di Egod.
Alcuni blast beats si possono trovare nella traccia death metal Him Mortality anche se alcune sezioni si spingono sempre su binari meno diretti e più sperimentali al fine di fare emergere ancora una volta influenze hardcore o solamente meno convenzionali. A.B. Senses è un buon esempio di come la melodia velata dei riffs si possa mischiare sapientemente a cambi di tempo repentini ma sempre su tempi medi, con alcune entrate di voce pulita a duettare con lo scream ed alcune sezioni acustiche per darci una piccola tregua da tanta intensità musicale. Le influenze metalcore si fanno ampiamente largo tra gli up tempo di Twonity quando The Egod Teeth marca il ritorno di alcune melodie più accessibili, ma sempre plumbee, da opporre agli stop and go di chitarra. Diciamo che queste ultime tracce seguono lo stile più comune nel genere, senza le idee veramente esaltanti delle tracce poste in apertura. Ad ogni modo, lo stile è sempre compatto e le buone idee non mancano, come la tecnica e la sapienza di una band che sa bene cosa sta facendo.
La base sinfonica che sporadicamente esce allo scoperto in una traccia groove come I Hate You risolve la situazione in una canzone abbastanza comune nel genere. Buona ma non esaltante, seppur sempre grintosa e pesante come un macigno. Si prosegue on le sfuriate death di Stain e alcune influenze melodico-moderne del riffing anche se non mancano sporadici riferimenti al thrash metal per l’uso del palm-muting ed alcune sezione decisamente più originali grazie ancora una volta a strumenti di provenienza straniera che gettano un’aura oscura e mistica sulla traccia. Il disco volge al termine con il groove e le urla lancinanti e filtrate di una violenta Vanity, la quale tuttavia mostra ancora una volta una tendenza moderna più che classica nel genere, mettendo il sigillo finale ad una buon album di violento metalcore. Sicuramente, come detto in precedenza, le canzoni migliori sono posizionate all’inizio e quelle più “classiche” verso la metà per dare varietà ad un disco sicuramente notevole e meritevole di un ascolto, soprattutto se cercate qualcosa di “originale” nel genere.
Sawthis
Egod
Genre: Thrash metal
Tracks:
- 1) Mr. Zero
- 2) Act Of Sorrow
- 3) Barabba
- 4) Him Mortality
- 5) A.B. Senses
- 6) Twonity
- 7) The Egod Teeth
- 8) I Hate You
- 9) Stain
- 10) Vanity
Renseignements pris à partir du disque
Lineup:
Alessandro Falà - Vocals
Adriano Quaranta - Guitar
Devis Ercole - Guitar
Gaetano Ettorre - Bass
Michele Melchiorre – Drums, Vocals