Se spesso ci sorprendiamo dell'acquisto dei vinili che aumenta e delle delle vendite di cd e blu-ray che si mantengono su buoni livelli, cosa bisogna dire dell'avanzata di Spotify?
A giugno 2016 la somma degli utenti paganti e di quelli free era di 100 milioni di persone, mentre a giugno 2017 sfiora i 140 milioni di utenti.
Cifre enormi, che premiano l'immediatezza e la facilità nell'utilizzo di Spotify, con il quale ci scordiamo le ricerche e le difficoltà per reperire fisicamente un certo album.
Certo vengono meno anche gran parte delle soddisfazioni, ma questo è quello che vuole la massa.
Per chi non ha tempo e voglia di cercare gruppi nuovi che possano interessare, Spotify suggerisce cosa ascoltare utilizzando i suoi algoritmi di intelligenza artificiale, che si istruiscono basandosi sullo storico della musica che ciascun utente ascolta. Non per niente recentemente Spotify ha acquisito Niland, una startup francese specializzata nel machine learning applicato alla sfera musicale.
I competitor di Spotify, Google e Apple in primis, si dovrebbero quindi preoccupare dei risultati raggiunti dall'attuale co-fondatore Daniel Ek, che puntando sulla modalità gratuita, sta acquisendo molti utenti a pagamento.