Un Sanremo strano e difficile, quello del 2021, per il covid non c'è pubblico, Irama partecipa solo con un brano registrato nelle prove a causa della positività di alcune persone del suo staff.
Di interessante c'è stata la serata delle cover, dove si è cantato Penso positivo e Ragazzo fortunato di Jovanotti, Cyrano di Francesco Guccini, Amandoti dei CCCP - Fedeli alla linea, Del mondo dei C.S.I., Non è per sempre degli Afterhours, Povera patria di Franco Battiato cioè ottimi brani ma diversi dai soliti pur ottimi Gaetano, Dalla, Battisti, Daniele, Vanoni, Endrigo, 883, ecc.
Per quanto mi riguarda è totalmente inutile invitare ospiti come Zlatan Ibrahimović, che nulla hanno a che fare con il Festival e che sono già perenenmente sotto i riflettori: ci sono molte altre persone che meritano più spazio
Un Sanremo dove l'età media si è notevolmente abbassata, le statistiche dicono che la maggior parte del pubblico è giovane.
Merita una riflessione il fatto che a Sanremo 2021 abbia vinto un gruppo rock, i Måneskin quando da anni nei giovani primeggiano il rap, la trap e tutto quello che ci gira intorno. Può essere l'indicazione di un cambio di tendenza? In effetti il genere rap è da anni avviluppato intorno ai soliti luoghi comuni, i soldi, le belle macchine, il successo, gli alberghi, il diventare famosi e tutti i discorsi di auto-referenzialità che ne sono conseguenza.
Di contro i Måneskin non sono certo il gruppo rock che arriva dalla cantina dopo anni di gavetta: da giovanissimi nel 2017 arrivano secondi all'undicesima edizione di X Factor e vengono subito assoldati dalla Sony. Dietro quindi ci sono notevoli investimenti.
Andando sul secondo posto di Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome e sul terzo di Ermal Meta con Un milione di cose da dirti, ritroviamo i soliti brani "da Sanremo".
Merita invece il premio della Critica "Mia Martini" sezione Campioni a Willie Peyote con Mai dire mai (la locura): l'avrei visto bene anche come vincitore.
Rimarranno nel ricordo anche Madame con Voce (premio "Sergio Bardotti" per il miglior testo e premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano) e Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino (premio Sala Stampa "Lucio Dalla" sezione Campioni).
Sempre simpatici Lo Stato Sociale con la loro Combat pop. Lodo questa volta non canta, perché la loro idea è quella di non associare al gruppo nessuna leadership, alternando i frontman: iniziativa interessante, ma forse un po' penalizzante per lo spettacolo di Sanremo.
Max Gazzè propone la sua classica canzone di pop ritmata e ironica con Il farmacista, dove serata per serata si è travestito ad Leonardo da Vinci, Salvador Dali e Clark Kent (Superman).
"La genesi del tuo colore" di Irama è, come sottolineato dallo stesso artista, un "inno alla vita" e ben amalgama l'odierno con reminescenze anni '80.
Meritevole di menzione anche Testo di Madame, brano che parla di ses stessa.