In occasione della Festa dell’Otto Marzo, Spotify ha celebrato il Girl Power nella musica, con una classifica delle cantanti donne più ascoltate in streaming. E si scopre che in Italia il pubblico femminile adora le canzoni di Katy Perry…
Sarà per la sua esuberanza, per le canzoni sempre allegre e vivaci, per la voce squillante o per i messaggi positivi che lancia nei testi. O, forse, per l’insieme di tutti questi motivi. Fatto sta che Katy Perry, la giovane cantante californiana che dal 2008 è stabilmente sulla cresta dell’onda in tutto il mondo, riscuote particolare successo qui in Italia.
Aveva baciato una ragazza… In principio fu il tormentone “I kissed a Girl”, ammiccante canzone in cui la bella Katy raccontava di questa fantasia proibita. Era il 2008 e il video iniziò a fare breccia nei cuori dei fan, che da allora non hanno più abbandonato la cantante, che qualche mese fa ha festeggiato i 30 anni. E qualche giorno fa, in occasione delle celebrazioni mondiali per la Festa dell’Otto Marzo, il noto sito di musica in streaming Spotify ha voluto rendere omaggio al Girl Power in ambito musicale, con selezioni specifiche per quella giornata e un vero e proprio studio sulla ricezione da parte del pubblico delle artiste in rosa: ebbene, Katy Perry si è piazzata al secondo posto assoluto nelle tra le cantanti più ascoltate in tutto il mondo, scavalcata solo da Beyoncé, mentre in Italia riesce a conquistare la vetta assoluta della classifica.
Una vera pop-star. Katy Perry prosegue dunque la tradizione della musica pop, fatta di testi apparentemente leggeri (ma sicuramente orecchiabili) e tanta teatralità, colori e costumi, nei video come nei concerti dal vivo. Non a caso, nel corso dello show di metà tempo all’ultimo Super Bowl XLIX (uno dei più importanti eventi live del mondo, che quest’anno ha registrato il record assoluto come “show più visto di sempre negli Stati Uniti”, raggiungendo la quatora di 118,5 milioni di telespettatori), Perry ha riscritto le regole dello stile (e degli eccessi), entrando al centro del campo di football a dorso di una enorme tigre finta, in perfetto tema con uno dei suoi singoli di successo, “Roar”, e nei 12 minuti totali della sua esibizione si è cambiata d’abito per ben tre volte, concludendo con un abito scintillante, quasi da cometa, e costellato di fuochi d’artificio per intonare l’altro singolo “Fireworks”.
Record infranti e curiosità. Il biennio 2013-2014 è stato pressoché perfetto per Katy, segnato dal grande successo dell’album Prism, che ha venduto oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo, raggiungendo la posizione numero 1 nelle classiche di Stati Uniti e Regno Unito. Tra i riconoscimenti ottenuti, anche un MTV Video Music Awards (per la canzone “Dark Horse”) e il premio Billboard come Top Female Artist. Sempre un anno fa, la Perry è stata la prima utente di Twitter a superare la soglia dei 50 milioni di follower, mentre l’importante rivista Time l’ha classificata all’ottavo posto assoluto tra i cantanti della storia della musica che hanno realizzato più hot pop. Bisogna invece attendere per avere informazioni sul tatuaggio post-tour, che è diventata una sorta di rito per la cantante: al termine di “Hello Katy”, nel 2009, decise di tatuarsi una piccola fragola sulla caviglia sinistra (frutto molto presente sul palco), mentre dopo “California Dreams Tour” è arrivata una caramellina sulla caviglia destra. Quale sarà il simbolo del Prismatic World Tour, che si concluderà in questo 2015? Per avere aggiornamenti su questa notizia e su tutto quello che riguarda Katy Perry (e non solo), basta visitare il portale Onstageweb.
Il lato oscuro. Nonostante la solarità delle canzoni di Katy Perry, non mancano critiche e polemiche, a volte anche strane. C’è infatti una corrente di pensiero – particolarmente diffusa sul web – che riconosce simboli massonici e della setta degli Illuminati nei testi e nei video della cantante. Ad esempio, tutta la simbologia orientale ed egiziana della canzone “Dark Horse” viene interpretata come un chiaro segno di appartenenza a queste sette... Ancora più gravi le affermazioni del papà stesso della Perry, il pastore Keith Hudson, che l’ha addirittura definita “figlia del Diavolo” per il potere e l’influenza che eserciterebbe su milioni di giovani in tutto il mondo, con messaggi che sono contrari a quelli cristiani predicati dal pastore Hudson. Non è un caso, dunque, che Katy abbia deciso di utilizzare il cognome materno, lasciando al padre solo gli sfoghi via media.