Area - 1978 gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano!

Texto de la canción "Acrostico in memoria di Laio"

Cd , 1978 , Cramps Records
Fallo alato... Parapilla Fantasma inconscio dell'impossibilità del desiderio maschile tesoro in cui si esaurisce L'impotenza infinita della donna questo membro perduto per sempre da tutti coloro (Osiride, Adone, Orfeo) di cui l'ambigua tenerezza della dea madre deve radunare il corpo frammentato. Sappiamo infatti quale devastazione possa provocare una figliazione falsificata quando la costrizione dell'ambiente si adopera per sostenerne la menzogna che possono non essere minori nel caso in cui, sposando un uomo la madre della donna da cui ha avuto un figlio, questi avrà per fratello un bambino, fratello di sua madre. Ma se in seguito, e il caso non è inventato, egli viene... dalla famiglia compassionevole di una figlia, nata da un precedente matrimonio del padre si troverà ancora una volta fratellastro della nuova madre e si può immaginare la complessità dei sentimenti con cui aspetterà le nascita di un bambino che sarà nello stesso tempo suo fratello e suo nipote. In questa situazione ripetuta punisci i tuoi genitori. Un bambino nato tardi da un secondo matrimonio, la cui giovane madre si trova ad avere gli stessi anni di un fratello maggiore e si sa che questo era il caso di Freud. Perchè un acrostico? Perchè Laio? Qui vogliamo tacere quello che la trama di questo pezzo mostra contro ogni evidenza: il nome di Edipo, suo figlio. Come Laio una generazione di sconfitti ha esposto i suoi figli alla furia delle belve, all'ira della storia, alle lusinghe dello spettacolo. Come Laio, futili motivi hanno portato allo scontro, ma la Sfinge, che dopo la morte del padre dovrebbe porre le domande fatali, non gioca più da tempo in modo leale con gli abitanti di Tebe, con i cittadini della "cosmopoli capitale", perchè il dominio ha compreso che le risposte sono meno pericolose delle domande, che non le leggi della morale ma quelle della geometria dominano i rapporti tra padri e figli proteggendoli dalle intemperie dell'incesto e dalle liti testamentarie. Nello spazio del desiderio non è forse la funzione della parola che determina la direzione delle pulsioni? Dirottandole, qualche volta, nel sacrilegio della "più grande scoperta poetica della fine del XIX secolo" come scrivevano i surrealisti dell'Isteria. Come allora non vedere nella nostra citazione di Lacan una continuità con quel lontano 1878, una continuità con lo spazio, al tempo comico e tragico, di quei padiglioni dell'ospedale Salpêtrière che videro lo "studente" Freud? Quando Aragon e Breton celebrarono i suoi cinquant'anni in un giustamente celebre manifesto scrissero: "Noi affermiamo una nuova definizione dell'isteria, come di uno stato mentale caratterizzato dalla sovversione dei rapporti tra il soggetto e il mondo... come di un supremo mezzo di espressione."

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