Recensione di Fabrizio Pucci
Pubblicato il 23/05/2016 - Última actualización: 28/11/2017
Tutto inizia da un brano di Serge Gainsbourg, un artista di origini ucraine che nella seconda metà degli anni sessanta fa uscire il brano "Je t'aime... moi non plus", prima cantato da Brigitte Bardot e poi da Jane Birkin. In Italia viene censurato, compare una divertente (in quanto completamente errata) traduzione da parte dell'Osservatore Romano e piano piano il brano scala le classifiche. Succedono casi simili anche negli altri stati.
Il brano lascerà un segno anche nei mesi e negli anni a venire, perché uno stuolo di cloni, di rivisitazioni e di cover comparirà nel tempo.
Questo libro è interessante e divertente allo stesso tempo, è scritto in modo ironico ed è il lavoro di anni di ricerche. Non solo narra numerose vicende in modo dettagliato, ma ci racconta una passione per i dischi, per le ricerche nelle bancarelle, per il gusto della collezione e della rarità.
Il volume è pieno zeppo di curiosità di ogni tipo, da Kubrick a Luciano Salce, di interviste (Benito Urgu, Detto Mariano, Giancarlo Giomarelli, Riz Samaritano, Tiziano Fonsi, Toni Santagata), contiene una sezione a colori con carta lucida dove sono presenti le copertine di rari vinili. Nelle pagine sono disseminati anche numerosi QR-Code, che vi faranno accedere a diversi collegamenti su internet.
Un libro da avere per l'unicità dell'opera e per il risultato dell'esposizione, che dà ancora un senso alla ricerca musicale, alla soddisfazione di scavare in sottofondi poco conosciuti, alla faccia di chi è appagato dal triste e banale ascolto dei brani su Spotify.