In collaborazione tra Acting Tour e Festival Internazionale di Poesia – Parole Spalancate, nella splendida cornice del Parco di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli, ha dato la luce a una performance live del tutto unica, affascinante e talmente forte da rapire l’anima e il cuore di tutti i presenti. Un evento che ha visto la partecipazione di Mauro Macario, Daniele Gatti, José Pulido(Venezuela), Claudio Pozzani, Barbara Garassino, Serena Vestene, Mayela Barragan, AnnaMumot (Polonia). Interventi musicali del Duo Noli-Soattin (clarinetto e chitarra dell’Ottocento).
Il tutto si è svolto in maniera itinerante, en plein air, tra poetica del trecento fino al novecento e un occhio di riguardo alla contemporanea degli ultimi anni. Cinque le tappe che hanno costellato questo percorso di stelle e di passione che hanno emozionato i grandi e i più piccoli. Dalla Fontana/Arco di Trionfo, al Lago Vecchio; dal Lago Grande (con i poeti nel Tempio di Diana, Chiosco Turco, Ponte Cinese) ai Giardini di Flora per poi concludere il meeting alla Terrazza Gotica.
Da Pascoli a Ugo Foscolo (passato da Genova nel 1800 in occasione della difesa della città contro gli Austriaci in nome dei ferventi principi repubblicani portati da Napoleone dopo la Rivoluzione Francese), da Charles Baudelaire a San Francesco d’Assisi. Anche qui si percorre la storia con i passi di chi calpesta la terra e ricorda le odi di chi è vissuto prima di noi e ha condiviso con noi le stesse passioni, le stesse trepidazioni collegando un mondo ormai sepolto con un sentire ancora oggi attuale.
Il Cantico delle creature si sposava con cotanta bellezza naturale di una location straordinaria, ma la malinconia consolatoria di un Pascoli anch’essa dipanava infinita leggerezza nell’animo.
La poetica tagliente e suadente di Mauro Macario ha fatto il resto tra critica militante di un mondo che non ci appartiene e languido ricordo di piaceri e istinti primordiali di un passato visto come rifugio della propria essenza naturale.
L’ultimo atto è L’uomo e il mare di Charles Baudelaire con una forza simbolica di grande effetto: evocativo, scenografico, recitato alla perfezione da un Daniele Gatti che dà le spalle al pubblico e si rivolge al mare. Le parole scivolano sospinte dal vento, volano e ricadono a terra proprio su quella Terrazza Gotica che si affaccia sul mare blu, regalandoci un orizzonte argenteo sfavillante di bagliori tremuli.