Simone Terigi

Simone Terigi è un nome che sta circolando parecchio nella musica rock giacché la sua presenza nella promettente band Lucid Dream si è fatta subito notare. Il suo stile vario, tecnico e “caldo” ha accompagnato il debutto della sua band, Visions from Cosmos 11, ed ora ci delizia in un album solista strumentale. Secondo la descrizione del chitarrista, Rock Meditations è un viaggio nel regno dell’Anima ed un’introspezione nelle emozioni più intime. Una descrizione che affascina e mi incuriosisce nell’intraprendere questo percorso in musica.

Il lavoro, autoprodotto, generalmente fornisce una base strumentale di chitarra pulita che accompagna ogni brano. Il mood può variare parecchio ma gli arpeggi rivestono sempre una fetta importante nel sound del disco. Lo suono delle onde che si infrangono sul bagnasciuga introducono un’introspettiva Sea Notes, brano in bilico tra influenze progressive e lo stile chitarristico tipico del blues per quanto riguarda le prolungate fasi soliste della sei corde. L’atmosfera che la canzone ci suggerisce è di pura tranquillità e pace, una quiete tipica dell’ora del tramonto quando il mare ingoia il sole arancione e una leggera brezza si alza sulla spiaggia. La successiva The Bells of Awakening mostra un lato più dolce del sound, con Simone dilettarsi con il mandolino in un crescendo di pathos veramente notevole. Il tutto trasuda di tenerezza, calma ed intimità. Il solismo ancora una volta si sposa bene con la sezione ritmica formata da soli arpeggi che sfocia nella successiva Lardee, traccia più cupa e notturna delle precedenti. Le linee soliste di Simone si fanno a volte appena abbozzate per ricreare fiochi barlumi in questa struttura dal tocco solitario.

Astral Memories mostra un approccio meno dark rispetto alla traccia precedente con alcune linee di chitarra dissonanti del tutto particolari, condite da tecnica e pulizia di suono come da copione. The Heart’s Home con le sue note folk si mostra come la canzone più particolare e meglio riuscita del disco, a parere di chi scrive. L’atmosfera è calda e gli strumenti riescono a comunicare l’unione di persone ed anime in modo perfetto mentre con la successiva Into the Future l’anima più riflessiva del chitarrista ritorna allo scoperto con un approccio blues della sua chitarra ed un’atmosfera più introversa. A terminare il lavoro troviamo Destiny, brano che a tratti riprende la dolcezza di The Bells of Awakening tramite arpeggi e delicate note di flauto per finire nel modo perfetto un disco pieno di sfaccettature. Rock Meditations mantiene l’attenzione dell’ascoltatore sempre alta grazie al suo pullulare di sentimenti diversi i quali, tuttavia, non rendono mai l’ascolto difficile da digerire giacché il solismo di Simone non è mai pretenzioso ma invece delicato ed intimo.