Cd
, 1980 ,
EMI
Vestivi bene, quel giorno in piazza,
insieme a noi c'era una tua nuova ragazza,
vestivi bene con il cappello di borsalino,
per la mano una donna nuova
e quello stupido bambino.
Che strano tipo di autorità,
farmi fare il giro di tutti i bar della città.
Che strani amici rubacuori,
e che occhi per le donne,
che discorsi da giocatori.
Favero Favero, che cosa mi avrai insegnato,
con quella tua vocazione, da mantenuto, da sbandato
e quale esempio? Quale educazione?
Grande campione d'aperitivo,
sempre giovane vitellone.
Che strana vita, a braccio di ferro,
tra il saggio splendido e l'uomo senz'accento,
che strano amore, tra padre e figlio,
facciamo a chi è più eroe, dai,
facciamo a chi è più coniglio.
Cosa mi tocca oggi di ricontare,
ancora facciamo a gara
come voglia di lavorare.
Professionista del tradimento,
sei sempre stato un mistero
e mai mai un documento.
Favero Favero, sempre estraneo sempre fuori
dalla girandola della vita e dall'obbligo degli amori.
Sei lontano, sei lontano e così sia,
ma sarò io tua brutta copia
oppure tu lo eri della mia.