Bud Spencer Blues explosion
BSB3
Probabilmente già dal nome della band chiunque di noi si sarà fatto un’idea di massima di quanto gli si sarebbe prospettato in termini di cifra e matrice stilistica nel momento che avesse deciso di ascoltare un lavoro dei BSBE. Il duo romano formato da Adriano Viterbini (chitarra e voce) e Cesare Petulicchio (batteria e voce) diventa un trio nella versione live, proprio come la loro musa ispiratrice John Spencer Blues Explosion, riuscendo per un attimo a strapparci contemporaneamente sia un sorriso, sia una stuzzicante curiosità. In effetti, già lo storpiamento del nome dà la misura della sottile ironia dei personaggi in questione (tributando tra l’altro un omaggio a uno degli attori e personaggi più amati dalla mia generazione), ma la vera notizia in tutto questa prefazione è il fatto che la band romana non ha mai avuto alcuna intenzione di imprigionarsi volontariamente in un corpo che giocoforza si sarebbe dimostrato nel tempo troppo costrittivo.
Quest’ultimo lavoro è la prova provata che si può fare qualcosa di profondamente “classico” senza avvicinarsi minimamente a una mera manovra revivalistica. Di solito un album che riesce a usare con sapienza e infinito mestiere gli strumenti del passato, ma con metodo del tutto proprio e originale, ha buone possibilità di essere classificato come pietra miliare. Che cosa avete capito?! Niente di tutto ciò all’orizzonte, visto che la carica innovativa di BSB3 è ancora profondamente sovrastata da una calligrafia che, per quanto colta, non può certo dirsi ancora del tutto esente da un’inconscia pratica celebrativa. Si può invece tranquillamente affermare che questo sia un disco essenzialmente onesto (intellettualmente parlando). Un disco che trasuda emozioni vere e intense. Un lavoro che riesce a trasmettere energia con il solito stile diretto e tranciante.
E’ innegabile che l’entusiasmo contagioso di cui è permeata l’intera track-list arrivi persino a dare una scossa inaspettata al mondo cosiddetto “alternativo”, giocando proprio su un terreno difficile e ingombrante quale è il passato. Ed è per questo che il disco ha la presunzione di cogliere a piene mani dalla storia del rock arrivando persino a magnificare, in un’esaltazione collettiva, l’epopea dei vari Jimmy Hendrix, Led Zeppelin, Black Sabbath, Doors, solo per citarne alcuni.
Al contempo non tragga in inganno l’impostazione della mia analisi: BSB3 per quanto profondamente ancorato alle radici del rock si deve assolutamente considerare una boccata di aria fresca nel panorama musicale, nostrano e non, per tutta una serie di ragioni. I suoi accenti brutali, sporchi ma ipnotici, il basso usato come una chitarra, le decelerazioni ritmiche nei riff, il volersi ostinatamente aggrappare al virtuosismo di maniera senza rinunciare a un calibrato rumorismo dall’effetto drone, rimandano a qualcosa che si allontana da ogni singolo genere del passato riuscendo, questo sì, a dare un senso di completezza e autodeterminazione allo svolgimento di ogni suo singolo capitolo. Cosa riuscita ad esempio ai Kyuss prima o ai Motorpsycho dopo, con i loro capolavori diventati misura di uno stile nuovo per tutti gli anni novanta.
Impressiona ad esempio l’innumerevole sequenza di piccole citazioni presentate nel piatto di portata di ogni singolo brano: da Duel e Mama (micidiale rock portato all’estremo, dai toni psichedelici) sino all’ultima traccia abbiamo un tale collage di piccole schegge vintage eseguite e sovrapposte con naturale scioltezza, da soffocare ogni tentativo di accusa. Si va oltre al blues, al soul, al metal e al grunge laddove i pezzi si sciolgono in piccole jam session da locale notturno. Si caratterizza e si definisce una posa tutta originale laddove, come in un film di Tarantino, si arriva a decontestualizzare una scena, ripresa fedelmente, portandola all’interno di un film di genere differente. Hey man, piccolo bonsai di tutta la musica seventies e oltre, è il brano che seduce senza mai presentarsi per quello che è.
Gli omaggi continuano con la ledzeppeliniana No soul e con la doorsiana Camion ma quello che pare incontrovertibile sono la compattezza e la vivacità di un album che ha come unico concept la libertà di essere “solo musica ignorante” anzi “only rock ‘n roll”. E già questo fatto di per sé è segno di profondo anticonformismo in un mondo dove sempre più ci si specchia troppo in se stessi generando inutili e stucchevoli barocchismi di forma.
Bud Spencer Blues explosion
BSB3
Genre: Blues , Rock , Stoner
Tracks:
- 1) Duel
- 2) Mama
- 3) Hey Man
- 4) Miracoli
- 5) No Soul
- 6) Croce
- 7) Camion
- 8) Rubik
- 9) Inferno personale
- 10) Troppo tardi
- 11) Mama (reprise)