Non è la prima volta che Samuele recensisce qualcosa per noi,ma questa volta, grazie al fatto che mancava un introduzione, ho pensato di inserirmi in quanto recensore esperto in modo da porgere un caloroso benvenuto a Samuele che per la prima volta scrive in modo ufficiale per noi. Ragazzo umile che ha ben saputo affrontare la prima recensione ufficiale con tanto di presentazioni al distributore! Non solo, Samuele ha ben colto l'anima di questi diffusori del settore entry level, ben bilanciando il proprio impianto per raggiungere il non facile obiettivo di usare delle parole per descrivere un suono. Vi lascio al suo scritto, certamente più interessante di questa introduzione.
Ringraziamenti
Innanzitutto ringrazio Alessandro Faccendini di MPI Electronics e tutto il team di distribuzione per la disponibilità.
Packaging
Sia i due bookshelf che il subwoofer arrivano ben imballati nelle loro scatole di cartone rappresentanti stampe a colori del contenuto e raffiguranti vari loghi della casa e alcune basilari informazioni tecniche riguardo al prodotto.
Bundle
Il bundle è essenziale e comprende manuali vari, piedini in gomma e griglie protettive sia per i diffusori che per il sub.
Descrizione
Partiamo dai due bookshelf: essi si presentano con una finitura nera satinata che va a coprire il cabinet costruito con solido MDF per un peso complessivo di 4.7kg per il singolo diffusore. Le dimensioni sono nella norma dei prodotti in questa fascia di prezzo permettendone un facile posizionamento anche in ambienti non particolarmente voluminosi, abbiamo infatti uno sviluppo di 31.8cm in altezza, 17.8cm in larghezza e 20.6cm in profondità.
Sonoramente parlando abbiamo a disposizione un tweeter da 1” caricato con la caratteristica Tractrix Horn di casa Klipsch e un mid-woofer IMG (Injection Molded Graphite, anch’esso segno distintivo della casa, o per lo meno del nuovo corso) da 5.25”. Il caricamento è il semplice ma efficace reflex posteriore.
Arrivando all’ R10SW abbiamo anche qui una struttura in MDF con la stessa finitura nera dei bookshelf. Il peso complessivo è di 11.6kg. Troviamo un woofer da 10” IMG caricato sempre con reflex posteriore e alimentato da un amplificatore digitale da 300W. Anche il sub ha tutto sommato delle dimensioni non esagerate che si esprimono in 35.5cm in altezza, 31.7cm in larghezza e 39.8cm in profondità. Sul retro abbiamo il pannello delle varie regolazioni e l’uscita RCA o LFE mentre sul frontale troviamo un led verde che ci indica lo stato (acceso/spento) del diffusore. Sotto abbiamo 4 piedini che rialzano e smorzano leggermente le vibrazioni trasmesse a terra.
Suono
Essendo le R15-M vendute ovviamente separatamente dal sub nel descrivere il suono chiarirò se e quando quest’ultimo viene utilizzato menzionandolo dando così un’idea di come suonano in accoppiata e non.
Partirei con l’enunciare quali album ho scelto per mettere alla prova questi prodotti così da permettere a voi lettori di avere riferimenti chiari e precisi del tipo di suono descritto alla portata di un click.
A rappresentare il metal (e i suoi vari sottogeneri più moderni) sono stati i Disturbed con il loro ultimo album, Immortalized.
Per il panorama rock si è fatto avanti Wish you were here dei mitici Pink Floyd, album che grazie alle sue tendenze ambient e ai numerosi passaggi di effetti e tastiere è riuscito nel compito di permettermi di capire come queste Klipsch avrebbero disposto il palco nella mia umile stanza.
Il mio lato prog ha invece puntato a Brief nocturnes and dreamless sleep degli Spock’s Beard, album tra gli ultimi che spicca rispetto agli altri per una ritrovata fantasia da parte del gruppo e che grazie ai curiosi giri di basso di alcuni brani mi è stato molto d’aiuto per trovare la giusta regolazione di volume e filtro del sub dopo averlo posizionato.
A favore del Jazz abbiamo un CD proveniente da una raccolta che uso sempre poiché registrato alla perfezione e che grazie alla gran presenza di strumenti acustici e rumorismi aiuta a percepire l’eventuale chiarezza e purezza del suono.
I Korn si fanno invece spazio con il loro iconico Issues a portare avanti la bandiera del Nu Metal. Suoni difficili, vedremo poi.
Il pop è stato rappresentato da Night Visions degli Imagine Dragons.
Per sfogare la parte elettronica in me ho scelto l’unico album in CD che possiedo, ossia Recess di Skrillex.
In fine per la classica avendo un sub da mettere in crisi la scelta è ricaduta su una bella raccolta di componimenti per organo del maestro Bach.
Parliamo quindi di come questo set si è dimostrato durante gli ascolti. Parto col dire che pur essendo sia i bookshelf che il sub caricati con reflex posteriore non hanno bisogno di grandi distanze da pareti ed ostacoli poiché durante varie prove le differenze sono state veramente minimali. Per un ottimo rendimento non starei comunque sotto i 10cm per i bookshelf e sotto i 20 per il sub. L’R10SW oltre al potenziometro del volume ha come di norma quello per il filtro passa-basso, che personalmente ho trovato inutile per il semplice fatto che sul pannello posteriore è presente uno switch che permette di spegnere il sub e di accenderlo su due modalità, ossia la regolazione manuale del filtro oppure una regolazione automatica che devo dire funziona piuttosto bene con un sub che non si intromette quasi mai su frequenze a lui non debite e che si trova sempre in sintonia con il resto dell’impianto. L’ultimo switch presente è relativo alla fase che può essere di 0° o 180°. Personalmente l’ho sempre tenuta a zero poiché nel modo in cui ho posizionato il tutto io dava un risultato migliore, ma è tutto soggettivo rispetto al proprio gusto sonoro e alla percepibilità che si vuole avere della provenienza del suono. Tornando al suono nudo e crudo, dagli ascolti effettuati non posso che essere colpito dalla ottima riproduzione scenica che questi piccoli bookshelf offrono, precisa e ben distinta e lo si può notare soprattutto guardando dei Live dove il nostro occhio e il nostro orecchio non possono che essere collegati e d’accordo su dove siano i vari membri del gruppo (nel mio caso la prova è stata fatta con una live di un concerto di John Zorn). Limitandosi ai bookshelf è sicuramente notevole la precisione e la chiarezza con cui i tweeter riproducono le frequenze a cui sono adepti. Non c’è dettaglio che scapperà al vostro orecchio e sarete in grado di sentire anche la minima imprecisione di un cantante pur mantenendo un suono caldo e corposo, decisamente lontano dalla risposta pur precisa che si ottiene da dei monitor da studio. Arrivando al mid-woofer troviamo un driver che ha bisogno di muoversi qualche ora prima di poter essere giudicato. Inizialmente si mostra un altoparlante freddo e poco presente, situazione che migliora con una quindicina di ore di ascolto. Situazione che pur migliorando non arriva comunque ad essere totalmente a livello con il Tractrix risultandone sottodimensionato seppur in modo lieve. La brillantezza dell’ottimo tweeter è tanta che il buon mid-woofer pur riprendendone la precisione fin ora riscontrata in questi bookshelf non riesce ad esprimersi al massimo. Questo non penalizza comunque l’ascolto in modo eccessivo poiché il duo riesce a restituire un suono colorato e dettagliato su tutta la scena e su quasi tutti i generi. Ovviamente se si ascolta musica elettronica risulterà tutto troppo sbilanciato sulle frequenze alte e l’unico altro caso in cui forse si potrebbe pretendere di più è durante l’ascolto di musica classica, dove la dinamica in basso è spesso fondamentale. Parlando appunto di dinamica devo dire che questi diffusori sono in grado di esprimersi bene anche a volumi non eccessivi rendendoli quindi adeguati a situazioni limitanti da questo punto di vista. Arriviamo quindi ad unire l’R10SW: il mondo cambia. Se prima poteva esserci una sensazione di mancanza da parte del mid con l’aggiunta del sub scompare totalmente e si arriva ad ottenere un sistema generale nel quale ogni componente riesce a presentare buoni risultati nel suo ambito. I tweeter rimangono squillanti, i mid si dedicano per l’appunto alle medie e lo spunto in più del subwoofer regala quella corposità in più che può essere richiesta da alcuni generi musicali e ultimi ma non ultimi dai film. Abbiamo quindi un diffusore che pur essendo di dimensioni contenute riesce a scendere senza troppi compromessi mantenendo la buona precisione dei due bookshelf ma risultando in qualche momento un po’ lento rispetto ai due, senza però compromettere il suono dell’insieme. Elencando gli album ho associato “suoni difficili” ai Korn, ebbene, da musicista e da ascoltatore, posso dire che i Korn hanno raggiunto sonorità uniche nel loro genere e molto particolari che spesso e volentieri sono al confine tra frequenze medie e basse strumentalmente parlando a causa dell’utilizzo di chitarre a 7 corde e di effettistica non indifferente sia sulle chitarre che sul basso. Questo insieme ha messo abbastanza in crisi il filtro passa-basso del sub a tal punto che ho dovuto abbassare il suo volume poiché troppo spesso invadeva e mischiava suoni che risultavano impastati e non definiti. Pur usando il filtro in modalità manuale e posizionandolo al minimo la situazione non cambiava. Da citare ma, personalmente non lo ritengo un difetto enorme vista la fascia di prezzo in cui si colloca e soprattutto visto che si è presentato in una singola situazione tra l’altro non indifferente, sonoramente parlando.
Conclusioni
Tirando le somme promuoverei senza troppa titubanza i due bookshelf che per la fascia di prezzo in cui si dispongono offrono delle qualità notevoli. Avendo un suono che però è abbastanza particolare (e caratteristico dell’azienda sulla serie Reference) è bene esserne consci e sapere che si va incontro ad un buon suono ma che deve piacere. Considerazione che svanisce in caso di acquisto insieme al sub poiché si arriva senza difficoltà alcuna ad ottenere un suono ben bilanciato e colorato “a piacere”.