Nuovo Live report per gli Art Breakers?
Direi che come la volta scorsa sfrutto un live per alcune riflessioni… che saranno proprio il centro di questo articolo.
Il nostro nuovo collaboratore Alessandro C. nel suo Live report sul G3 http://www.estatica.it/it/letture/articolo/g3-5-luglio-2016-live-report ci dà anche lui lo spunto per dire senza se e senza ma che bisogna curare l’impianto, la sua calibrazione e l’ambiente.
“Purtroppo una nota dolente subito: la gestione dei suoni, a differenza degli altri segmenti del concerto, è stata decisamente poco ottimale. La parte ritmica, Philip Bynoe al basso e Jeremy Colson alla batteria, strabordava slabbrando in misura importante la gamma bassa che andava a coprire le due ottime chitarre di Dave Weiner e del grande Steve. Per fortuna, verso la fine dello spazio dedicato alla Steve Vai's, alle prime note della "For the Love of God" qualcuno ai mixer ha dato un sussulto, dopo alcune grida dal pubblico "abbassate la batteria!", e sono stati parzialmente ripristinati gli equilibri.”
Questo ci scrive Alessandro e può funzionare come spunto iniziale: il suono deve essere bilanciato, curato. Non si può pensare di avere equalizzazioni a caso o equalizzazioni che facciano risultare troppo alcuni strumenti alla “petere salutem in gustibus” (cercare salvezza nei gusti) … quella è robaccia da audiofili, non da veri e puri musicomani.
Allo stesso modo l’ambiente è fondamentale per l’ascolto… anche di un concerto.
La fatica d’ascolto ad un concerto deriva da un ambiente totalmente riflettente poiché il nostro cervello viene impegnato in un surplus di lavoro per la gestione acustica dovendo eliminare le informazioni secondarie, quando ciò è possibile.
Allo stesso modo sul palco gli Art Breakers hanno faticato molto per suonare, alla fin fine possiamo tranquillamente dire che hanno fatto un’impresa dato che nessuno sentiva gli altri proprio per via dell’eccesso di riflessioni che c’erano nell’ambiente in cui stavano suonando.
Per l’amor di Dio è stato un gran concerto molto divertente per chi ascoltava, ma anche molto rintronante dato che è raro che da un concerto esca così assordato. I musicisti non centravano per nulla hanno suonato divinamente, era proprio l’ambiente riflettente a dare questo problema.
Allo stesso modo le rifelssioni e quindi l’acustica ambientale sono fondamentali nell’ascolto a casa. Non dico che è necessario avere ambienti che facciano concorrenza alle camere anecoiche, dato che le riflessioni servono alle orecchie tanto quanto l’onda principale, semplicemente ambienti un pelo più curati senza chiudersi in quel piccolissimo ambiente assai esoterico e libidinoso quale la saletta d’ascolto… se proprio deve esserci l’ambiente d’ascolto allora che esso sia un salone, non una misera saletta.