Dopo essermi dedicato per un qualche tempo a sorgenti analogiche, mi è stato proposto di dare un’occhiata ad un piccolo amplificatore integrato con annesso DAC on-board: l’Advace Acoustic Smart AX1 Paris.
PACKAGING
Il packaging è ben curato sia nell’imballo, sia nel cartone, che come dice il nome si adatta ad un prodotto moderno e smart.
BUNDLE
Purtroppo non è presente un manuale delle istruzioni spesso come piace a me… anch’esso è smart e ridotto all’osso, peccato perché qualche spiegazione in più ci stava.
Tuttavia è presente un comodo controllo remoto che rende fruibile i comandi anche standosene comodamente seduti.
Il cavo presente è un due poli da 0.75mm2, cambiarlo è quasi un imperativo.
PREMESSE
La corsa allo smart imposta dal mondo fintotecnologico onestamente mi infastidisce, si vogliono prodotti piccoli, ben suonanti e completi di tutto: termini che difficilmente possono stare in un unicum. Anche Advance non può sfuggire a questa regola, tuttavia propone un’interessante interpretazione dal punto di vista dei compromessi.
D’altro canto non posso nemmeno pretendere che non vi sia la necessità di questa tipologia di prodotti, il WAF (Wife Acceptance Factor) è talvolta dominante, ed anche se mia moglie lo definisce un’emerita stupidaggine, ogni testa è un mondo a sé, perciò dedicarsi a questi prodotti Smart, o come vedremo nel 2017 denominabili anche come Half-size è certamente utile, nonostante i compromessi.
DESCRIZIONE
Partiamo come sempre dal link: http://advance-acoustic.com/fr/hifi-haut-de-gamme/123-ax1-black
Il case è in alluminio, sul top campeggia la scritta Advance Paris, dedicata ai soli prodotti hi-end di questa casa.
Sul frontale sono alloggiati: il potenziometro per il controllo del volume, il pulsante di accensione, il monitor che permette di leggere le impostazioni in uso, e una doppia uscita cuffie, entrambe sbilanciate: questo sebbene possa sembrare poco utile permette di ascoltare in due lo stesso audio, perciò diviene assai utile in una situazione multimediale.
Il controllo delle funzioni avviene o tramite telecomando, o tramite l’azionamento del potenziometro.
Se il frontale è estremamente pulito e leggero, altrettanto non si può dire del retro, peno di connettori fino all’impossibilità di sistemare qualcos’altro. Ovviamente nel retro troviamo, il connettore IEC per la corrente di casa, questo acetta sia la 220V sia la 110V, ed è dotato di un ulteriore interruttore sull’alimentazione.
Vi sono inoltre i quattro morsetti per i diffusori che accettano filo spelato, banane e forcelle, osservando il connettore, mi permetto di consigliare l’uso di banane dato che per le altre due metodologie non è presente abbastanza superfice di contatto.
Parlando di uscite abbiamo due connettori bilanciati e due connettori sbilanciati che permettono l’uso dello Smart AX1 come preamplificatore di linea; due uscite trigger per controllare altri amplificatori; un’uscita per inviare ad un registratore il segnale e poter così registrare le nostre musiche ed un’uscita per il subwoofer (che in un prodotto smart è quasi d’obbligo sia per un uso che strizza l’occhio al multimediale, sia per il fatto che un subwoofer può essere usato con ottimi risultati anche nell’uso stereofonico, anche se qui “twice is better”)
Fin qui … tutto regolare, insomma sono gli ingressi che sono tanti. In primis abbiamo il Bluetooth, in piena ottica smart, tuttavia la chiavetta sarà acquistabile separatamente al costo di 140€ di listino, d’altronde non ci sarebbe mai stato all’interno dato che come vedrete dalla foto lo spazio era esaurito. Poi ci sono gli ingressi digitali: un coassiale e 3 ottici toslink. Volgendoci all’analogico contiamo un ingresso bilanciato, un ingresso PHONO e cinque ingressi RCA.
Insomma è un prodotto pieno, purtroppo a mio avviso manca un pezzetto fondamentale: l’ingresso USB, ma il tutto verrà recuperato non appena arriverà il DAC DX1, sempre della linea Smart.
Ho cercato di buttare un occhio anche all’interno… ma dato che avrei impiegato ore a smontarlo e rimontarlo, non mi sono avventurato nello smontare ogni singolo pezzo, è giusto dire che gli ho dato un’occhiata, nulla di più.
Il tutto è estremamente saldo e collegato in un unico corpo, per questo tra dissaldare, risaldare, avvitare e svitare il gioco non valeva la candela... questo se non previene l’isolamento dalle vibrazioni, tuttavia permette che la stessa vibrazione si propaghi uniformemente in ogni punto.
L’amplificazione è nella parte bassa dello Smart AX1 Paris, ma comunque visibile da uno spiraglio si è dimostrata di classe AB di tipo sbilanciato, probabilmente la preamplificazione è di tipo sbilanciato, ma era in un punto arretrato e scarsamente visibile, tuttavia ciò non mi sorprenderebbe dato che per un segnale bilanciato necessitiamo del raddoppio delle componenti (cosa assai importante quando lo spazio conta).
Anche la sezione DAC era scarsamente visibile, ma essa è incentrata sul DAC Wolfson WM8740 che supporta fino a 24bit e 192kHz. Non vengono implementati upsampling filtri controllabili o altro.
Ben visibile invece la doppia alimentazione, una dedicata alla sezione di potenza, l’altra dedicata a tutto il resto, entrambe hanno particolare cura nella realizzazione.
SUONO
Premettiamo subito che ho preferito di gran lunga l’uso dell’AX1 come strumento analogico, come DAC invece lo considero un valido sostituto per tutto ciò che è multimediale, ma con la musica ho preferito usare il mio solito DAC.
Partiamo così dall’uso multimediale: nelle situazioni filmiche si comporta in modo estremamente valido sia con gli ingressi digitali, sia con gli ingressi analogici; la fruizione cenematografica è ottimale con voci chiare e nitide in qualsivoglia situazione, e bassi poderosi quanto basta e quando serve.
Anche con l’uso videoludico (svolto solo in cuffia) si comporta ottimamente, ma qui dipende dal gioco, diciamo che con gli FPS o qualsiasi videogioco che necessita del surround è sconsigliabile usarlo senza attivare un surround esterno (avevo quello dolby quando l’ho agganciato alla Xonar U7), mentre per tutti gli altri generi vi è grande soddisfazione nell’immersione. Genericamente i suoni sono ben posizionati e riprodotti sempre in modo chiaro.
Dopo aver introdotto con l’uso multimediale andiamo a descriverne il comportamento con la musica.
In digitale appariva limitato dalla sorgente usata (collegato direttamente al PC, o tramite Xonar U7 o Hifime), in analogico, complice il buon DAC alle spalle non ha avuto tentennamenti, anche se l’uso degli ingressi sbilanciati o bilanciati è sembrato ininfluente sulla qualità del suono.
Diciamo che il suono è stato mediamente di mio gusto, anche se erano cambiati vari dettagli dal mio solito setup, anche se un ascoltatore non abituato al mio impianto probabilmente avrebbe faticato a riconoscere alcune di queste differenze dato che non si trattava di macrodifferenze.
In primis va detto che qualche ora di rodaggio è utile, senza vi spara un basso sbilanciato e dei medi fin troppo aggressivi. Passate queste poche ore (2 o 3) essenzialmente è pronto: il basso si bilancia e rimane bello profondo e pulito, i medi rimangono un pelo aggressivi ed avanzati, gli alti precisi e mai affaticanti.
Nel complesso è ben bilanciato, dotato di un’ottima dinamica e di una notevole capacità di dettaglio.
Il displacement tridimensionale della scena è notevole per precisione, profondità ed altezza.
In definitiva cosa era cambiato? Semplicemente il carattere era quello solito dell’impianto. Un poco più aggressivo ed un pelo meno preciso, un filo meno ampio come displacement, insomma roba da poco. Decisamente peggiorato era una sorta di disturbo di fondo difficilmente spiegabile anche perché non era un disturbo o un rumore, era un qualcosa che qualcuno potrebbe chiamare psicoacustica; in realtà sono riuscito a spiegarmelo solo tramite i test notando un peggioramento del THD, che poi null’altro è che un THD nella norma e ben lontano dall’essere qualcosa di precisamente udibile.
Con le cuffie ho ascoltato decisamente di meno rispetto che con i diffusori, essenzialmente è tornato quel carattere di aggressività del suono, senza essere qualcosa di sbilanciato. Il displacement era ottimo come anche tutto il resto. Chiaro e preciso anche in questo caso come l’AX1 Paris suonasse meglio in analogico piuttosto che in digitale, in questo caso se non fosse stato per quella sensazione di aggressività. Mancante invece la sensazione di rumore.
Genericamente volendo si può giocare anche con gli equalizzatori Bass e Treble per ottenere una buona interfacciabilità ai propri gusti personali.
TEST
Bhè partiamo proprio dal grande indiziato degli ascolti: il THD. Diciamo subito in modo chiaro: in campo vicino non supera il 3%, ad un metro non supera il 6%, il problema è che abituato ad avere meno della metà dei valori per me è stato facilmente individuabile. Poi intendiamoci bene … sono valori di picco che si verificano quindi solo in determinati intervalli di frequenze e che si risolvono ben presto nella media del THD che è circa pari alla metà della percentuale. Quindi in definitiva un ottimo lavoro… soprattutto se consideriamo che il tutto occupa la superficie di un foglio A4, che è circa la metà del mio amplificatore (con l’estrema differenza che il mio è un finale… questo invece fa tutto).
Bene risolto e portato a caratteri realistici il quesito rimane da analizzare tutto il resto.
Le uscite amplificate sono dotate di buona linearità di risposta, e soprattutto di una linearità di fase particolarmente interessante. Le uscite di linea sono dotate di una buona linearità di risposta e di una fase calante, senza però particolari e fastidiose rotazioni, dato che le uniche presenti avvengono sopra i 10kHz. L’uscita cuffie condivide la risposta in freqeunza, ma presenta una fase più lineare.
Elettricamente parlando.
Coi diffusori su può giungere a 33.5V e 10 A in uscita con una corrente residua assai bassa.
Con le cuffie problemi tecnici hanno permesso la sola rilevazione del voltaggio pari a circa 30V a piena potenza (in pratica se non state attenti e non partite da un volume basso fate fuori delle cuffie)
I valori delle uscite preamplificate sono di 6.37V su quelle RCA e di 12.77 su quelle XLR (ovviamente anche qui a massima potenza)
VIDEORECENSIONE
CONCLUSIONI
Onestamente non si può che rimanere soddisfatti dato che per 950€ di listino sia presente un dispositivo smart ben suonante, piccolo abbastanza potente ed abbastanza completo… peccato solo per la sezione DAC, ma non credo si potesse chiedere di più, soprattutto se penso che a me in quello spazio ci sta un solo canale di un finale.