Revisión por Luca "Christian Dex" De Santis
Quale modo migliore di festeggiare i sessant'anni del Duca Bianco di una bella compilation? Con questo spirito è uscita Repetition*Bowie un'iniziativa nata da un'idea di Gianluca Maria Sorace, front-man degli Hollow Blue e che ha raccolto ben 18 formazioni, per lo più italiane ma con qualche ospite straniero; il tutto licenziato dall'etichetta italo-inglese Midfinger che ovviamente presenta qui buona parte del suo roaster.
Il territorio in cui si muove questo lavoro è quello della musica indie, dizione tanto consona a questo progetto quanto vaga per confini: i gruppi infatti interpretano i successi di David Bowie mescolando diversi stili. Si va dalle atmosfere elettroniche alla Air degli Atari (strepitosa la loro “Hello Spaceboy”) alle riletture in chiave wave di "Ashes to Ashes" e di "Panic in Detroit" da parte rispettivamente degli svedesi Jeniferever e da Christopher Saint. Si passa poi dalle atmosfere ultra-intimiste, quasi cantautorali, di Anthony Reynolds al pop crepuscolare dei già citati Hollow Blue (lo spettro dei Radiohead compare tra le trame della loro bella interpretazione di "Letter to Hermione"), fino al rock dei Sunflower e degli Outsider (ottima la loro "Let's dance").
Insomma se c'è un difetto che non può essere imputato a questo lavoro è la mancanza di varietà. Le interpretazioni dei brani poi sono state eseguite con degli stili personali, senza riproposizioni pedisseque da cover-band. Naturalmente come in ogni compilation che riunisce artisti diversi tra loro ci sono anche degli episodi più deboli: la versione di "Heroes" degli You Should Play in a Band non sarebbe male se non fosse per la seconda voce femminile, impostata su linee melodiche poco azzeccate col resto. Ancora perplessità sulla voce per "Space Oddity" degli Edwood, che comunque ha degli arrangiamenti decisamente buoni, ma soprattutto per "China Girl" di David Muldoon, il brano più debole dell'intero CD. "Starman" ad opera dei Mimes of Wine comincia male, tanto da sembrare un brano un po' loffio ma sul finale si estende in un interessante e concitato intreccio tra piano e chitarra. Insomma non manca qualche difetto ma si tratta tutto sommato di peccati veniali: Repetition*Bowie è un lavoro assai piacevole che potrà intrigare non solo i fan di Bowie ma anche chi fra i lettori di questa rubrica ha mente e orecchie sufficientemente aperte e gusti non troppo ortodossi. Per approfondimenti vi rimando al sito web del progetto http://www.repetitionbowie.com.