Fiumanò Domenico Violi
Il Biciclettista
Il Biciclettista: colorato, poetico ed ispirato, più di così…
Devo ringraziare pubblicamente l’amica di MySpace Anneli che alcuni giorni fa, chiedendomi dove poter reperire il primo disco di Fiumanò Domenico Violi, mi ha fatto tornare in mente che avevo lì da tempo questo nuovo secondo disco dello stesso Violi, dal curiosissimo titolo "Il Biciclettista”, un bel neologismo, che accantonai non perché mi avesse deluso, ma solamente perché nel momento in cui l’avevo preso in considerazione fui in realtà sommerso da mille altri impegni e si sa che le distrazioni spesso ci allontanano dalle cose più importanti e meritevoli.
Non voglio ora gridare all’ennesimo miracolo creativo, però devo ammettere che questo “Il Biciclettista” ha tutte le carte in regola per “pedalare” con le proprie gambe a partire dalla colorata e fumettistica copertina raffigurante una prosperosa signora in sella ad una di quelle biciclette di una volta con tanto di ruotona grande davanti e piccola dietro, che traina al seguito una multicolore mongolfiera, è un’immagine davvero rassicurante e che sembra uscita da una classica filastrocca di Rodari.
Ora che l’ho ascoltato e riascoltato più volte, mi è anche tornato in mente il motivo che forse aveva contribuito ad accantonare nell’immediato questo disco: la somiglianza, a volte davvero notevole, tra il modo di cantare e la voce di Fiumanò e quella di Sergio Cammariere (ascoltate “La stagione delle rose” e ditemi se non è vero).
Per carità è vero che è meglio somigliare a Cammariere che magari a Gigi D’Alessio, tanto per fare un nome tra quelli che non amo proprio, però è forse questo rimando che mi ha portato allora a questo improvvido accantonamento.
Vediamo a questo punto di rimediare, partendo da “Anime Contro Anime” suggestiva canzone introduttiva sottolineata dal fluido suono del pianoforte e dal bellissimo testo “Ma la storia ci insegna / Ad avere memoria / Come vedi fratello / A volte questo non basta / Và a dormire la luce / Dopo l’orlo del mare / Una buona occasione per ricominciare / Quel che resta di te / è il tramonto di un sogno / Una palla di fuoco / Dentro gli occhi del mondo”.
Ancora il piano ci introduce in punta di dita a “Torno da te” lenta, compassata ed invernale canzone d’amore, un vero e proprio rigenerante ritorno alla persona che si ama come canta Domenico “Torno da te / Altrimenti mi confondo / Fuori c’è vento / una tempesta di neve / L’inverno è qui e come sai / non sarà breve / Mi fermo un po’ / Tra i miei soliti odori / Tu maga del cuore / devi farmi guarire / Guardami dentro / Salvami adesso / E’ un’altalena di suoni / Dove mi sono perso”.
Chitarra e percussioni, swing e ritmo ci portano a “Pedala Pedala”, una splendida metafora tra il pedalare di un ciclista e l’umano vivere, il salir la china del ciclista è come l’ascesa irta dell’uomo fino al sudato arrivo, al momento in cui la gara, però finisce così come la vita “Pedala pedala / Chiunque tu sia / E lascia cadere / I cattivi pensieri / In questa terra / Di fuoco e di chiodi / Dove la vita non vale uno sputo / La strada dell’uomo / Sembra tutta in salita / Fermati ora campione / La gara è finita”. Molto bella la coda finale con un ispirato pianoforte sostenuto dalle percussioni.
Delicatissime spazzolate e magici tocchi di pianoforte prima e un’affascinante fisarmonica poi, aprono “Jean La Claire” una delle canzoni più belle e poetiche del disco ”Con la faccia un po’ stranita / Gli occhi vivi e molto grandi / Tra terra e cielo il suo sorriso / Porta a spasso la sua vita / Cuore gentile e mani stanche / Parole che ondeggiano smarrite / Come foglie caduche / in attesa di finire lentamente giù”, un affresco a tinte e profumi delicati di una giornata da innamorato di un clochard in una Parigi in bianco e nero alla Truffaut.
Bella e giocosa, un divertissement di gran classe è “La Formicola e la Lucertola”, degno seguito della fumettistica copertina del disco, è inoltre una canzone piacevolissima da ascoltare, per canticchiarne poi il facile ritornello “Ho visto una formicola / Insieme a una lucertola / Sotto la canicola / Giocare a scopa e a briscola”, un pezzo da fischiettare sotto la doccia, così come fa lo stesso Domenico nella lunga coda del brano.
La tromba di Davide Boato sa immediatamente creare l’atmosfera giusta per la splendida, circense canzone “L’acrobata”, che sa mostrare il lato b della vita da circo, quella più triste e malinconica “Questa notte è un’illusione / Un altro circo di bugie / Ma sotto il tendone / Questo cielo non potrai / mai vedere/ Ma quante finzioni nel cercare / Emozioni nuove da provare”, un po’ alla Chaplin tanto per dare l’idea, qui mi ci ritrovo tantissimo perché non so bene perché ma ho sempre trovato il circo malinconico, forse ne devo dedurre di non aver mai saputo cogliervi il lato a.
“Attraverso una canzone” è una splendida canzone d’amore, un inno all’amore e all’amata che usa immagini poetiche di incredibile efficacia ”Mi affascina l’autunno e i suoi colori / Nel suo cappotto di muschio / Su un letto di foglie e rami / Castagne fuoco e vino rosso / Ho deciso di parlare un po’ di noi / attraverso una canzone / quelle volte in cui ho cercato di scappare / Per resistere all’amore / Non finirò di ringraziarti mai / Per avermi aperto il cuore / Mani tese a difendere i miei sogni / A scacciare le paure e i miei fantasmi”, musicalmente raffinata, è jazz di classe, un altro picco di questo bel disco.
“La stagione delle rose” è invece la canzone che più mi ha fatto accostare Violi a Cammariere, me lo ricorda nella voce ed anche nello stile, non che la canzone sia da buttare, però la trovo meno originale delle altre, direi troppo di maniera, anche se la coda disegnata dal volteggiare della fisarmonica è molto bella.
Ancora lo sfregamento delle spazzole sui piatti, le dolci percussioni ed il pianoforte, aprono la successiva “Un sorriso ancora”, l’atmosfera è decisamente rarefatta ed il tutto assume un carattere riflessivo, una meditazione direi notturna sull’amore e sull’amicizia “Mario, dagli occhi caldi grandi come il mare / un mare dove è bello navigare / e perdersi anche un po’ / Mario, se cento volte busserò alla porta / Per cento volte incontrerò un amico / E’ questo che sei / Dai regalami un sorriso ancora, poi si vedrai / Che l’inverno di quest’anno amaro finirà”. Non è forse per amore che si vive?
Decisamente diverso è “Il Barone Cornovaglia” sarcastico swing intriso di ironia ed acidità, un crudo sguardo ad una nobiltà che ricorda molto un certo modo di far politica tutto italiano “, fatto di diritti acquisiti, raccomandazioni, portaborse e via di questo passo. Il finale della vicenda è liberatorio “E come vuole la leggenda / Capitò che una fanciulla meno male / Al Barone già promessa / In quella notte dell’amore / A difesa del suo onore Barone / Ti recise con la sua antica lama / La tua onnipotenza Barone / La tua storia o la leggenda o la questione / Barone”. Molteplici gli elementi musicali che entrano in gioco ma tromba e pianofender si stagliano su tutti. Brano intrigante e molto jazz.
E’ il momento di chiudere questo bel lavoro, quasi fosse un bel libro di fiabe e Domenico decide di voltar pagina con “Rosa”, un romantico e lento brano d’atmosfera, è come una lettera, come suggerisce il carattere grafico del testo simile alla scrittura amanuense, piena d’amore, sebbene orami vissuto “Un giorno lontano potremmo incontrarci / E non riconoscerci più / Sta volando il mio pensiero. Rosa / Spero che ti arriverà / Che sia rosa la tua vita / Che sia rosa il tuo destino / Il mio chissà”.
In conclusione il giudizio complessivo non può che essere buono, dalla copertina naif e colorata
Fiumanò Domenico Violi
Il Biciclettista
Género: Cantautorale
Canciones:
- 1) Anime Contro Anime
- 2) Torno Da Te
- 3) Pedala Pedala
- 4) Jean La Claire
- 5) La Formicola E La Lucertola
- 6) L’Acrobata
- 7) Attraverso una canzone
- 8) La Stagione delle Rose
- 9) Un Sorriso Ancora
- 10) Il Barone Cornovaglia
- 11) Rosa
Información tomada del disco
Gabriele Melotti: batteria (eccetto 11)
Elio Rivagli: hands/drum
Carlo Francesco: percussioni
Franco Testa: contrabbasso
Paolo Birro: pianoforte (eccetto 11)
Luca Scarpa: pianoforte (eccetto 6)
Marco Ponchiroli: pianoforte
Luca Scara: tastiere, pianofender
Giorgi Cocilovo: chitarre (eccetto 3)
Sandro Gibellini: chitarre (3)
Fausto Becalossi: fisarmonica
Marco Brioschi: tromba (eccetto 6)
Davide Boato: tromba (6)
Jacopo Jacopetti: sax soprano (9)
Alan Farrington: cori
Betty Vittori: cori
Registrato da Carlo Miori
Mixato da Beppe Cunico, Franco Testa presso X-Land Thiene (VI)
Masterizzato Maurizio Biancani, Renato Cantele presso Fonoprint (Bologna)
Prduzione esecutiva: Dogimi srl
Direttore produzione: Francesco Fiumano
Produzione artistica e arrangiamenti: Franco Testa
Progetto grafico: Giovanna Bottaro Paolo Lunetta www.lunetta.it