Elisir
Pere e cioccolato
Pere e cioccolato: una delizia da buongustai
Gli ingredienti di questo attraente dolce musicale sono tutti dosati alla perfezione e musicalmente parlando il risultato è davvero stupefacente, lasciando l’ascoltatore pienamente appagato e senza alcun peso sullo stomaco….
I meriti principali di questo raffinato prodotto sono essenzialmente da attribuire a Paola Donzella, look simile alla mitica Valentina di Crepax, una splendida voce e una capacità di scrivere testi molto pregevoli, dall’impronta davvero originale e al compagno musicale Paolo Sportelli polistrumentista e sincero amante di quella atmosfera culturale che ruota intorno al jazz anni ’30, stile manouche allo Django Reinhardt tanto per intendersi.
Il disco da subito mi ha portato alla mente per stile ed atmosfere un altro lavoro molto bello “Un altro ballo” di Maurizio Geri, disco purtroppo rimasto decisamente all’ombra dei riflettori e che non ha certamente avuto la fortuna di “Pere e cioccolato”, prima finalista e poi vincitore, meritatamente, della Targa Tenco “Opera prima” di quest’anno.
Torniamo, però a questo disco che ha come punti di forza, oltre al suddetto duo di creatori, il resto del gruppo Elisir ossia Daniele Gregolin alle chitarre, Daniele Petrosillo al contrabbasso e Walter Calloni alla batteria come ospite fisso, come non ricordare però tra gli artefici dell’ottimo risultato finale i prestigiosi ospiti che hanno suonato questo disco, tra cui tanto per fare qualche nome Stefano Bagnoli alla batteria o Fabrizio Bosso alla tromba, utilizzati un po’ come spezie capaci di render perfetto un dolce già buono di suo.
Ciò che però sorprende maggiormente di questo splendido lavoro è la compattezza dell’intero progetto che non fa acqua in nessun elemento, ogni canzone è un piccolo microcosmo perfettamente riuscito, a cominciare da “Mondo storto” densa e piena di fascino che s’apre con delicate note di pianoforte, seguite dal violoncello fino a quando la sezione ritmica, costituita da batteria e clarino, prendono forza e vigore conducendoci al fantastico assolo di sax soprano a chiudere il tutto. Il testo è notevole, ecco un esempio “Mondo storto / di marionette e ostilità / in un gioco d’azzardo sporco / siamo tutti dei fiori o dei re / fermi forti in un battello pazzo ed ubriaco di bugie” tra parole che mi ricordano Bergman e uno stile che mi lascia un sapore vagamente contiano.
Si cambia immediatamente registro per un altro brano “Dentro un tango” dal ritmo lento e compassato, un brano direi molto parigino ed uggioso “La pioggia cade incessante sulla mia testa / la ballerina riceve un applauso distratto / le strade sanno d’inverno e di mondanità / ma è dentro un tango che batte l’amore per te”, una dichiarazione d’amore incondizionato verso l’amore stesso “Ci sono anime sincere che fan fatica a innamorarsi / capisco bene la ragione, il mondo spesso è un illusione / ma io che vivo i sentimenti, pieni di gioie e di tormenti / alzo la voce con orgoglio “L’amor non sempre è un imbroglio!”.
Fluida e delicata è “Dove sei” canzone molto cinematografica, una concreta carrellata tra le strade di una città fino all’espressione di desiderio finale “Vorrei avere il tempo di abbandonarmi / sentire i ricordi senza gli allarmi / lontano dal mondo abitato dai matti / con il cuore che miagola ai gatti / sentire le onde del mare gridare / vedere i gabbiani dal molo volare / e poi ancora amare… te / Dove sei dove sei…”.
E’ invece piena di ritmo, quasi forsennato, la successiva “Un italiano a Parigi” che ricorda nel titolo il film “Un americano a Parigi”, decisamente anni ’30, è un bel charleston in cui spiccano la splendida tromba di Fabrizio Bosso che suona come suonava ai tempi un certo Bix Beiderbecke, il testo è come uno scioglilingua “Prendi un italiano un po’ viziato un po’ imbranato / Parigi è bella ma i francesi! Tra il formaggio tutto uguale e la pasta senza sale facile la conclusione il cibo è della mia nazione vous etez d’accord?”da ingollarsi in un colpo solo.
“Fiore di notte” è canzone notturna non solo nel titolo, è una sinuosa beguine in cui tira le fila la splendida chitarra solista di Bebo Ferra ed in cui anche la voce di Paola Donzella è più scura che altrove, sono sentimenti come nostalgia e speranza ad emergere “Nell’incertezza del mare del tempo e del vento / Terra consumata da grandi lontananze ma di chi tornerà / Fiore di notte si accende in paese / Dopo le ore al sole degli arsi contadini le mogli ad incantar”
Sempre su ritmi lenti, compassati, a tratti persino solenni è “Neve”, in cui ritroviamo la magia di Fabrizio Bosso a sigillare il brano con due lunghi e suadenti assoli di filicorno fino ad esaurire la musica sui tocchi delicati del pianoforte, il testo è lieve come sono lievi i fiocchi di neve e si chiude così “Poi col sole fai l’amore / e sei sciolta di emozione / hai dipinto la giornata / con il tocco di una fata”.
Con la title-track “Pere e cioccolato”, dopo una breve fase interlocutoria gestita dal pianoforte, parte a mo’ di marcetta e non si ferma più, sostenuta dalla sezione ritmica. E’ brano davvero trainante che ha per tema l’amore visto allegoricamente in chiave culinaria, per un’accoppiata davvero strana “Come due ingredienti opposti ma pieni di autenticità / folli amanti sempre in lotta ma aromatizzati di amor”.
Il ritmo scende vorticosamente con “Incanto”, ma non l’attenzione, si tratta, infatti, di un brano molto fine e pieno di poesia “Dammi la follia, la fantasia / di un bimbo che si perde / ancora tra le braccia di una madre che sa / dove il vento dirà la sua dolce preghiera, / e il mio cuore nel mare un incanto sarà”.
Sempre su ritmi rallentati ci troviamo con “Il Valzer di Angelina”, brano carico di atmosfera cinematografica con quel suo procedere cadenzato e sinuoso, il suono avvolgente ed intrigante dei clarinetti suonati da Paolo Sportelli, il ricamo tessuto dal filicorno di Fabrizio Bosso e quel suo sapore d’altri tempi, “Mille strumenti in coro per ricordare chi non c’è più / Abbracciano il paese con te / In pace e armonia / gli agri sapori di arance in festa / bancarelle, gelsomini son tutti intorno per te”.
Chiude degnamente questa raccolta di splendidi pezzi la cover di “Berceuse Insomniaque” dei Paris Combo, una canzone musicata da David Lewis e testo di Belle du Berry/David Lewis, intrisa di accorata dolcezza da e qui rigenerata per mano dalla chitarra di Bebo Ferra, ma soprattutto della voce impeccabile di Paola Donzella.
Penso sia inutile aggiungere altro, perché si tratta di un disco pressoché perfetto, senza cedimento alcuno, fantastico come un dolce di alta pasticceria, dolce appunto, ma mai stucchevole, dove spezie e sapori sono dosati con arte sopraffina conseguendo risultati ineguagliabili, per la gioia di tutti i palati... pardon orecchi.
Elisir
Pere e cioccolato
Canciones:
- 1) Mondo storto
- 2) Dentro un tempo
- 3) Dove sei
- 4) Un italiano a Parigi
- 5) Intro Bebò
- 6) Fiore di notte
- 7) Neve
- 8) Pere e cioccolato
- 9) Incanto
- 10) Il valzer di Angelina
- 11) Berceuse insomniaque
Información tomada del disco
Ospiti:
Stefano Bagnoli: batteria
Fabrizio Bosso: tromba e filicorno
Javier Girotto: sax soprano, moxeno
Alessandro Giulini: fisarmonicaBebo Ferra: chitarre
Andrea Rotoli: chitarre
Piero Salvatori: violoncello
Testi: Paola Donzella
Musica: Paolo Sportelli (tranne 11- musica di David Lewis/Paris Combo e testo di Belle du Berry/David Lewis, arrangiamento di Paolo Sportelli)
Prodotto da Accademia del Suono, Borgo della Musica, Dasè Sound Lab, Sottolaluna
Registrato e mixato all’Accademia del Suono da Fausto Dasè per Dasè Sound Lab SRLAssistenti di studio: Federico Gibelli, Gabriele Simoni
Programmazioni: Fausto Dasè, Paolo Sportelli
Editing delle parti vocali effettuato da Paolo Sportelli al Borgo della Musica di Milano
Masterizzato al Nautilus di Milano da Claudio Giussani