Siamo in un'epoca in cui le modalità di ascolto della musica sono frammentate e molteplici. Cd, vinili, sacd, blu-ray, blu-ray pure audio, musica liquida con tutta la sua pletora di formati (AAC, AIFF, APE, FLAC, MP3, OGG Vorbis, WAV, WMA, ecc.), streaming con cataloghi e qualità diversificate.
Leggendo articoli e post su Facebook si trovano spesso posizioni estreme nelle quali si esaltano le caratteristiche di una modalità rispetto a tutte le altre.
In questo articolo cercherò di analizzare secondo la mia visione come stanno le cose.
Supporto o non supporto?
La prima differenziazione che si può fare è tra musica su supporto fisico e musica senza supporto.
La musica con supporto ha un contenitore con una copertina e un contenuto, la potete posizionare nella vostra libreria, ammirarla, potete aprirla, leggere il libretto, guardare le foto.
Questa non è una differenza banale dal punto di vista psicologico. Non sto parlando di collezionismo, nè di feticismo. Il genere umano, allo stato attuale della sua evoluzione, ha ancora bisogno di esperienze fisiche.
Nell'utilizzo del supporto è insito un rituale che prevede di osservare e scegliere un album dalla propria discografia, mettere il disco in vinile nel giradischi o il cd nel lettore, avere preventivato di dedicare del tempo all'ascolto dell'album, sedersi sul divano o nel vostro posto preferito e dedicarsi all'ascolto, oppure alzarsi e muoversi, saltare: dipende dalle vostre abitudini e dal genere musicale.
Con queste modalità si è concentrati sulla musica e nella stragrande maggioranza dei casi, si ascoltano i brani in successione.
Vorrei soffermarmi un attimo proprio sull'ultimo punto. Bisogna ascoltare tutto l'album, i brani belli e quelli brutti. Un album è stato pensato per essere ascoltato nella sua interezza. Sembra una banalità, ma non è così.
A volte i brani più orecchiabili, che inizialmente sembrano più belli, sono quelli che ci stufano prima.
Capita poi che dopo anni di ascolti di brani che non piacevano, ad un certo punto diventano i preferiti. Alcuni pezzi hanno bisogno di decine e decine di ascolti in più rispetto ad altri per essere assimilati. Se li avessi saltati, ora non li potrei apprezzare.
Lo stesso ragionamento vale per interi album.
Alcuni album più ostici, meno orecchiabili, se non li avessi comprati e ascoltati quasi forzatamente proprio per via dell'acquisto, non li avrei mai apprezzati, perché non avrei dedicato loro il tempo necessario.
Lo stesso ragionamento vale per generi che normalmente non si ascoltano. I generi musicali che non pratichiamo ci sembrano noiosi, non distinguiamo bene un brano dall'altro, non entriamo nello spirito dell'opera. Questo capita con molti generi quando non si conoscono: metal, classica, jazz, ...
Un album su supporto fisico lo guardi e ti può dare conforto in certi momenti, come un buon libro, o una collezione di fumetti, o un guardaroba con i vestiti e mille altre cose da toccare con mano.
I ricordi? Rammentiamo chi ci ha regalato quel disco, quando si è comprato quell'altro, le sensazioni, gli ascolti legati ad un certo momento della propria vita.
Mi ricordo la prima musicassetta che ho comprato, il primo vinile ed il primo cd che ho comprato, ma non mi ricordo il primo mp3 che ho ascoltato, neanche il primo file ogg che ho ascoltato, nè tantomeno il primo file FLAC, malgrado questi ultimi siano molto più recenti come avvenimenti temporali, rispetto ai primi.
Questi fatti non sono casuali, ma si possono collegare a quanto detto prima e alla diversa importanza che inconsapevolmente diamo ad un oggetto reale rispetto ad uno virtuale. L'evanescenza di quest'ultimo ci deve fare riflettere.
Il non avere il supporto è più comodo. Ma la strada più comoda è anche quella migliore?
Se volete dimagrire è meglio la strada più comoda, cioè quella di prendere pastiglie dimagranti che vi accelerano il metabolismo, aumentano la quantità di grassi che bruciate, vi riducono artificialmenmte il senso di fame? Oppure è meglio una strada più lenta, che richiede più tempo, che richiede che camminiate, che facciate dello sport e che seguiate una dieta equilibrata?
La musica senza supporto
La fruizione della musica senza supporto si divide in due modalità, la musica liquida e lo streaming.
La grossa differenza è che la musica liquida a meno di recuperarla illegalmente la comprate, mentre con lo streaming affittate l'ascolto della musica da un catalogo.
C'è anche un'altra diversità, più subdola e importante, che avvicina molto di più la musica liquida ai supporti e distanzia lo streaming, ed è collegata agli apparecchi che si utilizzano per l'ascolto. Verrà analizzata in seguito.
La musica liquida
All'inizio della musica digitale c'era il caos, con molti formati concorrenti, mp3, wma, ogg ecc. che spesso venivano salvati su cd registrabili.
I formati citati salvano la musica in formato compresso. Questo vuol dire che per risparmiare spazio viene buttata parte della musica. La musica da eliminare viene scelta dall'algoritmo, che detto in termini semplici, sacrifica i suoni che sono coperti da altri e che vengono percepiti di meno dall'orecchio umano.
Se provate a vedere lo spettro di un brano mp3 rispetto a quello della sorgente cd, notate subito anche visivamente, che è più povero di informazioni.
La compressione dell'mp3 è variabile e meno si sceglie di comprimere, più la qualità in ascolto aumenta, fino ad arrivare a 320kbps, qualità con la quale quasi nessuno è in grado di percepire differenze rispetto al cd.
A questo punto si potrebbe pensare che la scelta migliore sia quella di utilizzare mp3 a 320kbps. Questo fatto era vero qualche anno fa, ma ora non è più così.
Esistono infatti altri formati di compressione chiamati lossless, che comprimono un po' meno rispetto all'mp3, ma non hanno perdita di dati.
Questo significa che tali file, pur utilizzando meno spazio rispetto a quello del file nativo di un cd, il wav, mantengono tutte le informazioni. Il più diffuso e ormai lo strandard de facto per questo tipo di copressione è il formato FLAC.
L'mp3 è stata un'ottima idea, ma al giorno d'oggi è un formato obsoleto. Il motivo principale è che il costo delle memorie si è abbassato talmente tanto rispetto al lontano 1997, anno di apparizione dell'mp3, che la differenza di spazio occupato tra un mp3 a 320kbps e un FLAC è sostanzialmente ininfluente, per la gestione e la memorizzazione.
E' irrisoria tenendo conto del fatto che anche se non riuscite ad ascoltare differenza, tra un mp3 a 320kbps e un FLAC, esiste la stessa differenza che c'è tra un dipinto originale e una sua copia. Può essere più o meno ben fatta, ma rimane sempre una copia.
Oggi c'è la possibilità di avere il brano originale in FLAC, al posto della copia "impoverita" di informazioni, con un costo maggiore relativo allo spazio di memorizzazione, irrisorio.
Voi ad un prezzo quasi identico, preferireste avere a casa la copia di un dipinto, o l'originale?
La musica liquida la si può comprare, tutti gli store la vendono, anche se i maggiori competitor come Apple o Amazon la vendono perlopiù in formato mp3.
Per fortuna c'è spazio anche per le etichette discografiche e per store minori, dove si possono trovare gli album in più formati e spesso troviamo il FLAC.
Con la musica liquida, non essendoci problemi di spazio, ci si può far prendere la mano e riempire gli hard-disk di brani musicali, ma è meglio non farlo.... Meglio assaporare poco a poco ed in modo approfondito gli album. Se ne avete troppi rischierete di non sentirli mai...
Certo, la mancanza dell'oggetto fisico qualche danno lo fa.
Le fotografie che si accatastano sul cellulare le dimentichiamo, magari poi le perdiamo senza neanche rendercene conto.
Oppure vanno a finire nel cimitero virtuale del cloud, dove spesso vengono ricompresse in automatico le nostre foto e affondano una sopra l'altra su una stratificazione di bit, in cui raramente andremo a metterci le mani.
La fotografia stampata rimane e fissa per tutta la durata della nostra vita un certo momento. La mente la ricorda.
Similmente potreste incorrere nell'avere un sacco di album che non avete mai ascoltato, nè mai ascolterete.
La musica liquida la potete anche ricavare dai supporti, in particolare dal cd. In pochi passi potrete creare la copia in FLAC perfettamente identica all'originale.
La cosa buffa è che spesso costa meno comprare il supporto che comprare il file...
La musica liquida ha avuto la sua esplosione con l'ascolto in mobilità grazie all'iPod. Al giorno d'oggi è consigliabile utilizzare un DAP, un lettore digitale portatile con i quale si possono ascoltare tutti i formati, che ha qualità di gran lunga superiore rispetto a quella dello smartphone, che ha il vantaggio di avere le caratteristiche di un dispositivo dedicato, come quella di ripartire dall'ultimo brano ascoltato appeno lo si accende, di avere una durata delle batterie maggiore ed indipendente rispetto a quella del telefono, un DAC e un preamplificatore di maggior qualità che non è possibile inserire su uno smartphone per questioni di spazio.
La musica liquida ha reso infinitamente facile e fruibile l'ascolto in mobilità. Che emozione poter scegliere, anche quando si è fuori casa, tra moltissimi album da ascoltare.
I cosidetti "nativi digitali" apprezzeranno meno queste caratteristiche, ma così come c'è chi riscopre il richiamo della natura, la soddisfazione di piantare le proprie piante e di vederle crescere, ci sarà anche chi riscoprirà la soddisfazione di crearsi e guardarsi una propria discografia personale.
Oggi la musica liquida la possiamo ascoltare facilmente anche con l'impianto stereo, in FLAC. Infatti qualunque sintoampli ha un'ingresso USB frontale ed uno sul retro. E' quindi possibile lasciare sempre collegato un hard-disk con la musica e scegliere i brani tramite il telecomando, o con l'app disponibile con il sintoampli.
Gli ingressi per la musica liquida sono disponibili anche sui lettore blu-ray.
In auto, a qualunque sistema, ci potete collegare il lettore DAP tramite l'ingresso apposito. Se volete cambiare l'autoradio, anche i modelli entry level supportano il formato FLAC.
Il download dei brani digitali, non è mai decollato rispetto alle altre modalità. Non ci deve quindi stupire la notizia che nel 2016 in Gran Bretagna i guadagni delle sole vendite di dischi in vinile hanno superato quelli generati dai download.
Lo streaming
Lo streaming più famoso al mondo ed il primo a raggiungere le masse è usato da tutti, ma proprio tutti ed è YouTube. E' gratuito e ci si trova di tutto, anche se essendo "alimentato" da qualunque utente voglia caricarci sopra qualcosa, è totalmente disorganizzato e confusionario. Per ogni brano ci sono decine di caricamenti, quelli ufficiali, quelli caricati da altri utenti, con video realizzati da fans, cover amatoriali, ecc. C'è anche molto materiale vecchio recuperato da registrazioni televisive e non ascoltabile diversamente, ci sono brani mai apparsi in formato digitale.
Tantissime cose, ma il caos regna sovrano e non potrebbe essere altrimenti, dato il tipo di contenitore.
Se ci spostiamo sullo streaming musicale a pagamento non c'è che l'imbarazzo della scelta: Spotify, Google Play Music, Apple Music, Amazon Music Unlimited.
Tutte queste aziende di cui sopra utilizzano compressione in perdita, il catalogo è infinitamente più limitato rispetto a YouTube, ma tutto è organizzato gerarchicamente.
Alcune (ad esempio Spotify) hanno anche una modalità di ascolto gratuita, che prevede l'inserimento di inserioni pubblicitarie durante l'ascolto e nell'utilizzo con lo smartphone è abilitata solo la riproduzione casuale dei brani.
Ci sono anche aziende più piccole che hanno scelto la qualità, proponendo l'audio in formato lossless, cioè non in perdita e con la stessa qualità del cd.
I più conosciuti sono Tidal e Quobuz. A fronte della maggiore qualità audio, ci sono svantaggi quali il costo mensile maggiore, l'archivio più limitato e il maggor consumo di banda dati. Queste due aziende fanno numeri non comparabili con le altre segnalate sopra e quindi non possono permettersi un archivio ampio come i loro. E' il classico cane che si morde la coda.
Mentre con la musica liquida anche una piccola etichetta discografica può vendersi "in proprio" i suoi album, con lo streaming la gestione della musica è affare delle multinazionali. Come segnalato da molti artisti intervistati per Estatica, con lo streaming, il guadagno per l'artista finale è irrisorio rispetto agli altri metodi di ascolto.
Non può che essere così, dato il costo inferiore ai 10 euro mensili, a cui bisogna togliere i costi della piattaforma e il cui risultato lo dovete dividere per tutti i brani che ascoltate in quel mese...
Questo fatto e la diminuzione delle vendite di supporti fisici hanno fatto si che il costo dei biglietti per i concerti aumentasse, costringendo artisti a fare più tour per "battere cassa".
Come detto, lo svantaggio principale dello streaming, rispetto a tutti gli altri sistemi liquida compresa, è che la musica che ascoltate è in affitto e quindi potete continuare ad ascoltarla fintanto che pagate l'abbonamento.
Il vantaggio è che potete attingere a tutto l'archivio dello specifico gestore di streaming che avete scelto. Questo fatto dal punto di vista culturale, è anche il più grosso svantaggio.
Poter ascoltare immediatamente un numero immenso di album, quando il tempo materiale non ve lo permette è un danno alla vostra cultura.
Ricordo quando anni fa venivano dei miei amici a casa, non gli davo mai una cassa di musicassette o di cd. Gliene sceglievo uno o due, se li ascoltavano per un mesetto e poi ne discutevamo.
La musica necessita di tempo per essere assorbita ed apprezzata.
Con lo streaming c'è un problema insito nella modalità stessa di fruizione, che abbassa la soglia di attenzione e difficilmente vi farà ascoltare un album dall'inizio alla fine.
Il cellulare e l'utilizzo dello streaming, non sono lo strumento ideale per ascoltare la musica con la giusta attenzione. Questa considerazione è generata dall'osservazione delle abitudini delle persone che ascoltano musica in mobilità.
Prendendo il treno tutti i giorni si possono osservare le abitudini di centinaia di persone, ed i risultati sono questi.
Chi ascolta musica liquida (in buona percentuale con un DAP) seleziona un album e lo riproduce concentrato, chi ascolta streaming con il cellulare, è continuamente a smanettare e a cambiare brano.
E' proprio un modo di rapportarsi diverso, c'è poco da fare. Conoscenza contro superficialità. Slow food contro fast food.
Non è importante solo il contenuto (la musica), ma anche la modalità tramite la quale si accede. Se siete distratti non potete ascoltare bene la musica, ma solo in modo approssimativo, come se ascoltaste la radio.
Avviene una cosa simile se provate a leggere un ePub, un libro in formato elettronico, con un tablet. Siete distratti da mille cose e non vi concentrate con la lettura. Per leggere un libro digitale, ci vuole un lettore eBook. Sono due prodotti apparentemente simili, ma che per l'utilizzo con la lettura di un libro sono distanti anni luce.
Il costo di cd, vinili, download liquida e streaming
Una cosa che non è mai andata giù agli acquirenti di musica è il costo dei cd, ritenuto da sempre troppo caro, dal momento della loro uscita a tutta la fase in cui erano al massimo della loro parabola di vendite.
I cd in edizione economica erano venduti intorno alle 17.000/18.000 mila lire, gli altri intorno alle 28.000 lire. Cari, molto cari rispetto ai prezzi delle controparti in vinile.
Prima dal passaggio all'euro erano arrivati a 35.000 lire, dopo il passaggio costavano tra i 20 e i 25 euro.
Le etichette discografiche erano diventate talmente antipatiche, che appena sono apparsi i file da scaricare illegalmente tutti sono diventati pirati, le vendite dei cd sono crollate e il mercato discografico è entrato in crisi.
Il download di file ha sempre seguito il medesimo andazzo, malgrado le spese gi gestione rispetto alla realizzazione del supporto fisico, della custodia e del trasporto siano bassissime, il loro prezzo è sempre stato troppo vicino a quello del supporto. Addirittura se andiamo a vedere nelle offerte, spessissimo capita che il supporto venga a costare meno del formato liquido. Considerando che dal supporto cd si possono creare in pochi secondi i brani in MP3 o in FLAC, direi che non ha senso l'acquisto di musica liquida, a meno di avere grossi problemi di spazio in casa.
Ad oggi i cd si acquistano soprattutto online a ottimi prezzi (spesso stracciati), mentre assistiamo ad un capovolgimento dei fronti, il vinile è tornato di moda ed ora sono questi a costare di più del cd. Non un po' di più, spesso hanno un costo esagerato. Non c'è nessun motivo per cui il vinile debba costare di più di un cd. Se proprio si vuole venderlo a prezzo maggiore dovrebbe includere anche la versione cd.
Sono interessanti certe soluzioni miste, che ad esempio propone Amazon. Su alcuni cd e vinili, con l'acquisto del supporto si ha anche la versione mp3, che si può ascoltare tramite il loro applicativo o scaricare tramite un massimo di 10 dispositivi.
E' interessante ma ha due limiti principali: non è disponibile su tutti gli album ma solo su una minima parte e i brani sono solo in formato mp3, niente FLAC.
Paradossalmente con lo streming la musica è passata alle multinazionali, per loro conta poco la musica e molto i numeri (anche allo stesso Spotify) e ci ritroviamo nel versante opposto. Gli abbonamenti streaming costano troppo poco e non garantiscono dei guadagni sufficienti, in particolare per gli artisti medi e piccoli. La musica, già bistrattata in passato oggi è messa ulteriormente alla prova, minando alla base il sostegno economico degli artisti.
Conclusioni
Dopo tutte queste considerazioni possiamo stilare un mini Bignami sul target di ciascun utilizzatore. Allo stato attuale ogni modalità ha i suoi perché, i suoi pro ed i suoi contro.
Il vinile è per chi dà la massima importanza al supporto, al rigirarlo tra le mani, al viverlo, con le sue ampie copertine e alla ritualità necessaria per l'ascolto. Il vinile ha anche un suono "analogico" che ha caratteristi diverse rispetto alla perfezione del digitale e lo si può apprezzare anche per questo.
Il cd è per chi vuole la massima qualità e perfezione disponibile, qualità che solo il digitale sa offrire e contemporaneamente ci tiene ad avere una collezione che non occupa tanto spazio, ma che comunque può vedere, toccare, regalare e collezionare.
La musica liquida è per l'appassionato di musica che vuole unire la comodità con il controllo della propria collezione. Richiede tempo per gestirla ed organizzarla, ma dona anche soddisfazioni, minori rispetto al supporto, ma decisamente più elevate rispetto allo streaming. Utilizzando il FLAC si ha la possibilità di avere la massima qualità disponibile.
Con tutti i metodi di cui sopra c'è la soddisfazione di costruirsi a poco a poco una propria discografia.
Lo streaming, se è l'unico metodo con il quale ascolta musica, è lo strumento di una persona che non ha una grande passione per questa arte. Non sente la necessità di avere dei supporti per i suoi artisti preferiti, non legge recensioni su riviste specializzate, ma preferisce seguire i suggerimenti forniti dagli algoritmi delle piattaforme, che lo porteranno a saltare di brano in brano. Se ascolta solo in streaming si accontenta di ascoltare la musica con il cellulare, non gli interessa la qualità e non ha interesse a costruirsi un proprio impianto hi-fi.
Ciò non vuol dire che chi ascolta solo in streaming sia un tipo di ascoltatore peggiore, semplicemente non ama la musica ad un livello tale da uscire dallo spazio preconfezionato che gli hanno preparato, dove tutto è pronto e non bisogna faticare per ascoltare i brani.
In fondo ognuno ha i propri interessi e per ogni hobby ci può essere più passione o meno. Queste persone se fossero vissute precedentemente allo streaming, non avrebbero comunque comprato supporti o ne avrebbero presi molto pochi. Probabilmente avrebbero ascoltato la radio, quindi avere uno strumento più potente, anche se facilita il tipo di ascolto superficiale già spiegato in precedenza, è comunque un bene e può comunque fare scattare una maggiore passione successivamente.
Così come chi non è appassionato di fotografia utilizza con tutta tranquillità il cellulare, invece di una macchina fotografica reflex o mirrorless, chi non è troppo appassionato di musica, ascolta musica in streaming.
Nessuno segue con lo stesso interesse tutte le discipline culturali e uno strumento in più è meglio di uno in meno. L'importante è essere a conoscenza di quanto ciascuna scelta comporti, soprattutto riguardo l'aspetto culturale.
Nella realtà penso che solo ragazzi molto giovani che non hanno avuto la possibilità di confrontarsi con altre metodologie siano relegati dentro le mura del solo streming.
Personalmente, da appassionato, utilizzo un po' tutto. Compro i cd per gli artisti che mi interessano, in modo particolare compro sacd, blu-ray pure audio, blu-ray per il formato multicanale, modalità di ascolto che mi entusiasma molto.
Compro il vinile in occasioni particolari, ad esempio ad un concerto, o a una presentazione in libreria, dove poi te lo puoi fare autografare.
Utilizzo la musica liquida per tutta una serie di artisti e/o di album che mi interessano meno. Fermo restando che anche di tutti i miei cd ne ho fatto una copia in FLAC da ascoltare in mobilità con il DAP e in automobile.
Ascolto in streaming in situazioni in cui non mi interessa la qualità e non ho il tempo e la voglia di collegare hardware. Ad esempio in ufficio, utilizzo Spotify o più frequentemente YouTube dove ci sono molte più chicche e rarità rispetto al primo. Tali ascolti sono di solito di sottofondo con le classiche casse scarse da PC, ma per il tipo di utilizzo vanno più che bene.
Che ognuno, scelga lo strumento di ascolto più opportuno per le proprie esigenze e sempre buona musica a tutti!