Il FIM (Fiera Internazionale della Musica) si è tenuto a Genova il 15/16/17 maggio 2015.
Naturalmente in due persone non è stato possibile seguire tutti gli eventi, sia perché il festival andava dalle 10 del mattino fino alle 24 della sera, sia perché in contemporanea suonano sempre svariati gruppi e artisti.
In un periodo di crisi economica come quella che stiamo attraversando, con un biglietto di soli 10 euro, si poteva assistere ad oltre 14 ore di musica, con palco pop / rock, palco hard-rock / metal, palco hip-hop, palco etnico, discoteca al chiuso, padiglione con mostre e negozi, postazione radio con interviste e molto altro. Per mangiare non c'era che l'imbarazzo della scelta, con stand gastronomici vari, oltre che la focaccia di genova e la farinata.
15 maggio 2015
La serata di inaugurazione ci permette di scoprire che lo spazio dedicato a questa fiera è molto ampio. Si tratta di una grossa porzione della zona fiera di Genova, una location molto bella a ridosso del mare, comprendente strutture al chiuso (in padiglioni) e strutture all'aperto.
Nel palco verde seguiamo i Vanexa, band formatasi a Savona nel 1978, che suonano un heavy metal classico e i Bud Tribe, originari di Firenze, Prato che riscaldano una serata con un vento più freddo del previsto!
Girando intorno all'area troviamo altri palchi: in uno si suona punk, in un altro c'è musica equadoriana e un altro hip hop.
Un giro nel padiglione al coperto rivela molti espositori interessanti di generi svariati: strumenti musicali, case editrici, tatoo, vestiti, soprammobili, vini, siti internet e molto altro.
Per cena, chioschi e zone attrezzate propongono piatti diversificati che vanno dai panini, alla focaccia genovese, farinata, carne cotta al fuoco vivo, ecc.
Dopo cena ci siamo spostati al palco blu dove abbiamo assistito ad una parte del "The Beatles Celebration 2015: 50 anni dai Beatles in Italia" dove si sono esibite molte cover band del gruppo di Liverpool.
In particolare abbiamo seguito e apprezzato i Let's Beat e i White Wings. I primi sorprendono per le sonorità che riescono a tirare fuori dai loro tre strumenti e per la loro ironia. I White Wings suonano dei pezzi di Paul McCartney con un tiro e un piglio vigoroso e contagioso.
Da notare la differente qualità audio tra il palco blu (pop / rock) e il palco verde (metal). Quest'ultimo, utilizza un numero di casse maggiori, quindi il suono è comprensibilmente più potente. Potenza a parte però, anche il suono è sensibilmente migliore nel palco verde, sempre tra il buono e l'ottimo, mentre nel blu la qualità ha toccato l'insufficienza.
16 maggio 2015
La giornata delle conferme… E’ scoppiato il caldo anche qui al FIM Festival, il vento tiranno per tutta la giornata precedente è ormai un lontano ricordo e finalmente le T-shirt mani corte hanno preso il sopravvento. Il cielo è ora davvero azzurro all’orizzonte e il mare è lì vicino a pochi metri. Ma quest’immagine poetica non è niente in confronto alle sensazioni che hanno risvegliato le performance musicali di oggi. Tante cose da vedere come sempre qua e là tra i palchi dell’area fieristica, ma una menzione particolare la meritano tre esibizioni che hanno acceso l’immaginario del pubblico e lo hanno letteralmente trascinato. Per iniziare i Delirium (Palco Blu) un sapiente cocktail di genuinità, emozione e talento presentato con estrema naturalezza e semplicità al pubblico presente. Un tappeto strumentale di chitarre e tastiere elegantemente solcato da assoli di sax e flauto: questa è la definizione più felice per un viaggio, forse un po’ nostalgico, ma che ha avuto nei suoi interpreti un po’ speciali un tocco di classe discreta e nella loro musica una testimonianza di assoluto valore del progressive italiano. Ringraziamo Ettore Vigo, il deus ex machina del gruppo, per la sua disponibilità. Un personaggio tuttotondo che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente dietro le quinte.
Sul Palco Verde invece sono andati in scena una sequenza infinita di stati d’animo: dallo stupore, allo sgomento, dal piacere allo smarrimento.
Assistiamo ad una breve intervista a Trevor dei Sadist.
La musica inizia con i Wonderworld che presentano il loro nuovo disco omonimo pubblicato dalla Black Widow. Dopo, lo stesso gruppo è accompagnato da Ken Hensley (tastiera e voce degli Uriah Heep). Con quest'ultimo riescono a trasformare della semplice musica in un processo collettivo di purificazione. Una sorta di rituale tra l’animalesco e il divino, tra l’energico e l’ancestrale. Un ritorno alle origini che ha letteralmente catturato e trasportato le menti sotto il palco in una estasi emotiva sia personale che universale. Bello è stato vedere un pubblico intergenerazionale totalmente coinvolto dai rocker. Ma questo è stato merito di un suono nitido, potente, per niente manierista e soprattutto profondamente ironico. Sir Hensley? Una vera leggenda del rock che stupisce ancora per la sua freschezza di pensiero e la sua forza di volontà. Uomo d’altri tempi.
Per finire Gipsy Kings (Palco Blu) un vero e proprio inno alla vita e alla gioia con le loro chitarre gitane e il loro suono latino non potevano che far ballare e cantare il pubblico presente. Un atteggiamento mentale sopra la media scandito da un ritmo che parte dal rintocco della mano sullo strumento e prosegue con un’ attitudine innata alla musicalità di ogni sensazione avvertita. Davvero liberatorio cantare tutti insieme Volare, ma ancor di più sentire la sua contaminazione spagnola che rende ancor più questo canto cosmopolita e fraterno.
17 maggio 2015
Anche l’ultima giornata del FIM Festival di Genova 2015 si conclude e con essa volge al termine l’intera manifestazione. Anche in questo caso buona affluenza di pubblico, in crescendo a partire dalla giornata di sabato. Giornata calda, addirittura tersa per tutta la durata, temperature da vero raduno musicale estivo. La location immensa e ricca di attrattive di ogni genere anche oggi ci ha fatto macinare parecchia strada avanti e indietro per ogni palco. Una vera maratona in tutti i sensi tanto facevano male le gambe e la schiena alla conclusione della kermesse musicale. Davvero difficile oggi dare la palma del migliore. Alla fine però, non me ne voglia Francesco Tricarico tra l’altro premiato come “Premio Italia - Cantautore italiano”, il vero protagonista è stato forse il progressive rock e quello italiano in particolare.
Sotto il Palco verde del Festival una tripletta da urlo che ha lasciato poco spazio alle discussioni: mostri di tecnica e creatività si sono potuti apprezzare in fila Emerson, Lake & Palmer Project, UT New Trolls e per finire i Goblin Rebirth. Una semplice constatazione: i primi non sono una semplice cover band sono la perfezione della celebrazione con un repertorio conosciuto a menadito. Preparatissimi, dalla tecnica impressionante hanno saputo riproporre il meglio della band britannica con il pregio di essere se stessi. Ma la cosa sconvolgente è stata vedere dal vivo la forza espressiva di un suono che ha dato il senso della misura di quanto immensa sia la musica. Essere una cover band degli ELP non è una cosa da tutti. Ci sono cover e cover … Per eseguire in maniera impeccabile brani di questo tipo con allunghi e jam session di batteria, basso e tastiere non basta essere solo bravi e appassionati. Monumentali.
Gli Ut New Trolls a seguire sono stati più che una conferma. Anch’essi, premiati al termine dell’esibizione, hanno saputo dare con professionalità e umiltà una lezione di prog italiano eseguito magistralmente. Commovente l’inossidabile Gianni Belleno che a sessantasei anni suonati ha una tempra d’altri tempi e una voglia di divertirsi da vero giovanotto: esempio per i giovani. Trasmettere la sua arte senza retorica è stata la cosa più bella vista su quel palco.
Finiamo con il citare doverosamente il vero capolavoro della serata e forse dell’intero FIM Festival 2015: l’esibizione dei Goblin Rebirth. Diciamo subito che quando hai una colonna sonora come Profondo rosso nel tuo bagaglio, questa basta e avanza per costruire una carriera intera. Andando nei dettagli stiamo parlando del progetto di Agostino Marangolo e Fabio Pignatelli fondatori della band con Claudio Simonetti e Massimo Morante. Alla chitarra ora nella fattispecie Giacomo Anselmi e i risultati rimangono di tutto rispetto. Esemplare l’esecuzione dei brani più famosi presentati insieme a quattro inediti del nuovo album omonimo in uscita il prossimo 29 giugno. Torniamo all’inizio: le note finali di Profondo rosso sull’attacco di chitarra di Anselmi sono un unico lungo brivido in questa notte interminabile e ormai overtime. Una sensazione difficile da scrollarsi di dosso anche dopo una dormita ristoratrice. Un vero trionfo di applausi e tanta ammirazione per un made in Italy che meriterebbe ancora più rispetto e riconoscimento internazionale.
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