“Io sono così e basta”(kurt Cobain,1994)
Sarebbe la frase perfetta per introdurre uno degli album più sofferti e profondi della storia del rock. A cominciare dalla copertina, una figura di angelo, con gli organi interni ben esposti, mentre nel retro troviamo un mosaico di modellini di feti umani e di altre parti del corpo adagiate su fiori di Orchidee e Gigli. Kurt è sempre stato affascinato dalle arti visive, fin da bambino, prima che la musica prendesse il sopravvento sulla sua instancabile furia creativa. Il corpo umano una macchina perfetta ma spesso fragile che smaltisce ogni genere di sostanze tossiche, che può creare incubi, ma anche vita: ”In utero è vagina, nascita e morte”.
Problemi con l’eroina, depressione e pressione psicologica da parte dei media, la sensazione che far parte della più grande band al mondo sia ormai diventato noioso e insostenibile, sono i messaggi che si riescono a percepire sin dal primo brano. Per quanto riguarda il suono: “Ci stiamo evolvendo e devolvendo, vogliamo una combinazione di Bleach e Nevermind nel prossimo album” diceva Kurt nel 1992. Ed ecco che il terzo lavoro della band riesce dopo 20 anni il 23 settembre 2013,remasterizzato da Steve Albini, produttore di gran parte dei pezzi, dove possiamo trovare delle b-side anch’esse rimasterizzate come: “Marigold”(scritta interamente da Dave grohl), “Moist Vagina”, “Gallons of Rubbing Alcohol Flow Through the Strip” e “I Hate Myself and Want to Die, ma la vera perla a quanto pare è “Forgotten Tune”, un brano strumentale registrato durante le prove di In Utero e mai sentito prima.
Infine il box contiene varie versioni dei takes in sala prove e due live uno audio ed uno video, quest’ultimo negli extras contiene la mitica apparizione della band alla trasmissione “Tunnel” su Raitre.Per informazioni più dettagliate: http://www.nirvana.com/inutero20/.
Ma troniamo all’album. Dopo lo spaventoso successo di Nevermind che ha scosso il mondo della musica vendendo decine di milioni di dischi ed ha messo a soqquadro la vita di molti adolescenti, Kurt decise di cambiare rotta, sia musicalmente che a livello di messaggio.
Già dal primo brano “Serve the servants” oltre il tema del divorzio (che fu per l’artista un olocausto emotivo),viene espresso il disagio e la stanchezza di essere una rock star capace di cambiare le vite di legioni di giovani “disturbati”.
L’impronta di Steve Albini (già produttore di capolavori come “Surfer rosa” dei Pixies) è evidente;l’idea di Kurt per l’album era recuperare a tutti costi il suono dei primi Nirvana, un percorso all’inverso di chi è diventato troppo famoso, Steve Albini diede un grande contributo. Il simbolo di una generazione quindi aveva deciso di non concedersi più ad interferenze da parte dell’industria musicale, “i dinosauri della musica verranno spazzati via” affermava, dinosauri fossilizzati su concezioni statiche, quando ormai il mondo dei gruppi underground eruttava come un magma impazzito.
Il primo contributo creativo di David Grohl,(la quale dote di songwriter esploderà di lì a poco con i Foo fighters), appare nella seconda traccia “Scentless apprentice”,il brano si ispira al “Profumo” un capolavoro della letteratura contemporanea, per niente pop dove l’urlo disperato del ritornello raggiunge note altissime.
Inizialmente Kurt voleva intitolare l’album “I hate myself and i want to die”, la frase che ironicamente utilizzava nelle interviste quando gli si chiedeva come stava, per paura però che qualche fan si togliesse la vita decisero di non utilizzarlo, i suoi timori purtroppo si realizzarono drammaticamente dopo il suo suicidio. Si chiusero tragicamente così 36 mesi di incandescente di carriera, che probabilmente influenzerà ancora per decadi giovani e meno giovani musicisti. Tra i gruppi italiani possiamo citare primo fra tutti i Verdena che, anche se negli ultimi anni si sono sviluppati in altre sonorità, comunque sono nati come i Nirvana italiani, ricordiamo il singolo “Valvonauta” che con il relativo video in perenne rotazione su Mtv aveva portato il gruppo al successo. Inoltre ricordiamo i Marlene Kuntz o gli Aftehours, Manuel Agnelli ha eseguito spesso dal vivo una versione acustica di “Heart shaped box”.
In Utero è un disco purissimo, come se si ascoltassero i Nirvana suonare in sala prove, un contatto diretto con la band. Alcuni pezzi dovettero essere remixati da Scott Litt per esigenze commerciali, “Heart shaped box”, “All apologies” e “Pennyroyal Tea”, che mantengono la la sensibilità pop di Nevermind. Il messaggio della band contro ogni forma di pregiudizio ed omofobia è evidente, sia dalla foto stampata sul cd sia dai testi “Everyone is gay” (All apologies). Vittima di pregiudizi è la protagonista del brano “Frances Farmer will have her revenge on Seattle”,la bellissima attrice statunitense dal temperamento eccentrico rinchiusa in manicomio per avere espresso le proprie opinioni nel difendere i più deboli, abusata più volte da polizia e guardiani, subì numerosi elettroshock.“Rape me” a quanto diceva Kurt è un pezzo che parla del suo cronico e lancinante dolore allo stomaco, si sentiva come stuprato tutti giorni ,così come in “Milk it” la sua esperienza con il dolore fisico finiva in inutili ricoveri, finchè finalmente gli fu diagnosticata una deformazione alla colonna vertebrale e grazie alla fisioterapia il dolore sparì . ”Dumb” viene dal discendere da una dipendenza che appanna la mente,“…tutta quella roba che mi ha appannato la mente…la droga? Un’inutile perdita di tempo”.
In Utero raggiunge ben presto il primo posto della classifica americana e vendette più di 4 milioni di copie il primo anno, un fatto inconcepibile per un album così underground. Un innesto prezioso fu Pat Smear leader della punk band “Germs” che presto diventa la spalla di Kurt per alleviare la sua pressione di chitarrista ritmico e solista nelle performance dal vivo.
Nell’ottobre 1993 Mtv ingaggia la band per un concerto unplugged, Kurt anche se un po’ disorientato riesce comunque a dare una versione molto intensa di “Dumb”, “Pennyroyal Tea” e “All apologies”.Quest’ultimo brano che chiude l’album risulta essere piuttosto rivelatorio sulle intenzioni del leader di abbandonare la band come spiega in una delle sue ultime interviste : "Dopo In Utero, i Nirvana si sono praticamente esauriti. Siamo arrivati al punto in cui ci può essere solo la ripetitività , la routine. Non ci sono in vista nuovi obiettivi, nuove ispirazioni, nuove strade da battere".
Una curiosità: nei ringraziamenti speciali viene citato Quentin Tarantino, a quanto pare aveva contattato Kurt,suo grande fan, per interpretare il ruolo dello spacciatore in Pulp Fiction e secondo testimonianze era molto entusiasta dell’idea e pronto ad accettare.Come sarebbe andata? La scoperta di un altro suo talento? Purtroppo non lo sapremo mai.