In occasione dell’anniversario dell’uscita dell’album storico “Definitely Maybe” degli Oasis e della morte di Kurt Cobain leader dei Nirvana, Estatica è lieta di presentarvi e consigliarvi le due rispettive mostre intitolate Oasis – Manchester: the story so far a Bologna e Nirvana: punk to the people a Milano.
In un ventennio a Manchester, città fuori dai canonici circuiti culturali ed economici d' Inghilterra, si era fatta la storia della musica.
Lì erano nate band come Joy Division e poi P.I.L, Smith, Happy Mondays e Stone Roses. Lì, dimenticato il punk, era nata la cultura del clubbing, La Factory e poi l’Hacienda che, stanche della psicadelia aumentata a forza di acidi, aspettavano la prossima grande onda musicale, che arrivò nel 1994 proprio grazie agli Oasis.
La mostra fotografica alla Galleria ONO arte contemporanea di Bologna ripercorre a ritroso proprio la storia di questa band: dal 1996, anno in cuigli Oasis lasciano Manchester per Londra, al 1976, anno della formazione dei Joy Division (band post-punk inglese formatasi nel 1977 a Salford).
Una mostra che vuole essere soprattutto un omaggio al gruppo dei fratelli Gallagher a vent’ anni tondi dall’uscita di “Definitely Maybe”, il loro album di debutto che infranse ogni record e si posizionò fisso al numero uno della classifica inglese.
“È la scena più eccitante prodotta da una singola città, come non accadeva dai tempi della Londra
Punk”: così sentenzia Everett True, “il giornalista che ha coniato il termine grunge”. Seattle è il palcoscenico del cambiamento. Qui, la “Sub Pop” ormai famosa etichetta indipendente aveva dato visibilità a gruppi del rango dei Mudhoney e dei Soundgarden, insieme ai Nirvana, cuore pulsante del movimento. Un movimento però nichilista, che si sviluppa sullo sfondo di una pressante crisi economica che negli anni Ottanta aveva messo in ginocchio la fiorente America, ora attanagliata dalla piaga dell’eroina e dell’AIDS.
Kurt Cobain incarna alla perfezione l’anti divo con il suo personalissimo stile fatto di jeans strappati, lunghe camicie di flanella, capelli lunghi e l’imperativo do-it-yourself. Non a caso nascono proprio in quel periodo i primi movimenti No Global e No Logo di cui la band è la sintesi perfetta dell’anti fashion e della cultura che si fa resistenza all’imperare delle multinazionali.
Oasis – Manchester: the story so far
ONO arte contemporanea
Via Santa Margherita, 10
Bologna | www.onoarte.com
11 dicembre 2014 -18 gennaio 2015
Nirvana: punk to the people
Fabbrica del Vapore
Via Giulio Procaccini, 4
Milano| www.onoarte.com
05 dicembre 2014 – 25 gennaio 2015