Proseguiamo con gli ascolti degli impianti audio dei nostri lettori audiofili, questo è il resoconto di più di 2 ore di ascolti nella casa di (un altro) Marco.
Iniziamo con l’impianto che risulta parecchio frazionato:
- diffusori ProAc Response 1.5 con ponticelli VanDenHul cs122
- preamplificatore AudioResearch Sp9 mk1 con valvole sovtek 6922
- finale Aragon 2004 da 100W x 2 RMS su 8 Ohm
- sorgenti: Slim Pc media server (di recupero) con installato Voyage-Mpd controllato da Android MPDroid app, meccanica CD Arcam Delta 170 e giradischi Systemdek IIX900 con testina Denon DL103 e trasformatore MC Denon AU310
- DAC Teac UD-501
- interfaccia di trasporto USB-DAC Gustard U12
- cavi potenza MiT ExPS1
- cavi segnale rca Audioquest King Cobra e Yukon
- cavo USB Audioquest Carbon
- cavo coassiale digitale Audioquest VDM-5
L’impianto è costituito in gran parte da ottimi apparecchi che seppur non propriamente “vintage”, risalgono agli anni 80 e 90, affiancati da altri più recenti o anche appena usciti in commercio, come l’interfaccia di trasporto Gustard U12.
L’ascolto è stato fatto utilizzando diversi generi musicali e diverse sorgenti: giradischi, CD e liquida, utilizzando negli ultimi due casi il convertitore Teac UD-501; infine quando è stato possibile, si è ascoltato lo stesso brano nei diversi formati, vinile, cd e liquida.
Vediamo brevemente le impressioni di ascolto:
Giradischi. L’ascolto del caro e vecchio vinile è stato effettuato tramite un piatto flottante Systemdek dotato di braccio Rega RB-250, testina e trasformatore phono MC Denon ed è stato un po’ come un ritorno al passato, ai piccoli riti della nostra giovinezza; la musica fluisce in modo molto “fluido”, senza nessuna fatica di ascolto, con quel naturale roll-off sulle altissime che comunque nulla toglie al piacere dell’ascolto anche a quello più attento. Non so a quanti di voi lettori sia capitato di sentire dal vivo e da vicino, la maggior parte degli strumenti amplificati e non, da parte mia con la mia piccolissima esperienza di abbonato ad alcune stagioni del teatro Carlo Felice, mi verrebbe da dire che almeno quel tipo di musica dal vivo sia alla fine alquanto differente da quella registrata e che quella ascoltata sul vinile, secondo me, sia forse più “realistica” di quella registrata digitalmente. Non so a voi, ma a me non è mai capitato di sentire dal vivo quella algida perfezione e quella perfetta localizzazione degli strumenti e dei piani sonori che tanto si cercano nelle registrazioni digitali di qualità audiophile. Concludendo, l’ascolto del vinile, complice sicuramente la bontà dei componenti, mi è proprio piaciuto pur con i suoi limiti e difetti e si fa ascoltare a lungo senza stancare.
Lettore CD. L’ascolto dei compact discs è stata effettuata usando il lettore Cd Arcam come meccanica di lettura che trasferisce i dati digitali al DAC Teac. Questo ascolto è stato effettuato anche con gli stessi brani ascoltati sul giradischi, vediamone le impressioni. In una parola: emozionante! Veramente, chi non ha mai ascoltato un impianto di alto livello non può immaginare la differenza; io ho fatto poche audizioni, principalmente nei negozi specializzati e ai “vecchi” Top Audio, ma lì anche l’ambiente era “controllato” (trattato acusticamente), in questo caso invece ho percepito una elevata qualità e fedeltà di riproduzione in un ambiente “normale”, la stessa sala che tutti abbiamo e con i nostri stessi arredi, i mobili, le cristalliere, eccetera. Il buon Marco che mi ha invitato, mi ha spiegato, di essere intervenuto acusticamente comunque il più possibile in maniera non invasiva visivamente, per migliorare e controllare l’emissione sonora e di aver rispettato le regole base di posizionamento dei diffusori, senza inutili esoterismi. All’ascolto, si percepiscono in maniera evidente i dettagli, il fuoco, il posizionamento degli strumenti e si evidenziano l’impatto e la grande dinamica, qui il finale americano Aragon con il suo elevato controllo e i diffusori ProAc con la loro presenza e raffinatezza fanno evidentemente la loro parte.
Musica liquida. L’ascolto della musica liquida è avvenuto tramite il PC media server controllato dalla app di Android, collegato all’interfaccia di trasporto USB-DAC Gustard, collegata a sua volta in coassiale al DAC Teac. Quali sono state le differenze con gli stessi brani 44/16 ascoltati su CD? E’ come se si fosse tolto l’ennesimo velo sulla musica, ancora più aria, più luminosità, più dettaglio, più precisione, più focalizzazione. In questo caso la differenza è data anche dall’interfaccia Gustard che è più performante di quella incorporata del DAC Teac, infatti è utilizzando quella separata che i miglioramenti sopra elencati, si fanno più marcati. Ascoltando poi brani ad alta risoluzione, c’è un ulteriore balzo in avanti nella qualità di riproduzione e le incisioni digitali si avvicinano finalmente a quel realismo nella riproduzione del timbro degli strumenti musicali, tipico del vinile. Il futuro è della liquida? Secondo me la musica liquida ad alta risoluzione (basta anche 88.2/24) può realmente affiancarsi al vinile per quel che riguarda la naturalezza di riproduzione, al realismo del timbro degli strumenti e quindi al piacere di ascolto, e la cosa più interessante è che si può raggiungere questa elevata qualità di riproduzione anche con costi ragionevoli della sorgente; alla fine basta un qualunque PC media server e un buon DAC, affiancato magari ad una buona interfaccia USB-DAC come la Gustard. Lo step successivo consiste poi nell’inserimento di un alimentatore lineare per poter escludere in toto l’alimentazione proveniente dal PC, purtroppo sempre di qualità infima. Tale risultato si otterrà splittando con un cavo USB ad Y la parte dati (dal PC) e quella power (dall’alimentatore esterno). Marco, che ha già ascoltato grazie ad un suo amico il risultato finale, mi assicura che così facendo aumenta ulteriormente e non di poco, sia la pulizia del suono che la scena stessa. La nostra prossima seduta audio sarà focalizzata proprio su questo aspetto.
Ringrazio Marco per il tempo che mi ha dedicato nell’ascoltare a casa sua tanta buona musica e anche per avermi fatto conoscere altri autori e generi a me ignoti; infine complimenti ancora per la qualità dei componenti e per l’equilibrio sonico raggiunto senza dotarsi forzatamente di apparecchi ultimo modello.