Üstmamò: Interview 08/11/2018

Posted on: 08/11/2018 . Last updated: 20/11/2018


Gli Ustmamò esordiscono nel 1991, raggiungono il massimo successo di vendita con Üst del 1996 e con Stard'Üst del 1998. Nel 2003 si sciogono. Passano molti anni senza che si abbiano più notizie, ma nel dicembre 2014 viene annunciata la rifondazione, senza la cantante originaria Mara Redeghieri.

Nel 2015 esce il primo album del nuovo corso, cantato in inglese e dal titolo "Duty Free Rockets", mentre il secondo esce nel 2018, si intitola "Il giardino che non vedi". Luca Alfonso Rossi ha gentilmente risposto alle nostre domande!

Vorrei iniziare facendo un piccolo salto nel passato per capire cosa avete fatto tra il vostro scioglimento e il rientro con formazione differente.

Abbiamo vissuto la nostra vita, tra figli, famiglie e lavoro, chi come musicista chi come insegnante di musica: io e Simone lavorando in studio di registrazione e suonando in vari live con altri artisti, Ezio insegnando Musica.

 

Come mai nel vostro album di ritorno avete deciso di cantare in lingua inglese?

Perchè per me è molto più divertente fare e cantare un brano in inglese, inoltre Duty Free Rockets era in un certo modo, il nostro modo di omaggiare il Rock n roll degli anni 50 di matrice americana, quell’attitudine.
Ma la lingua poco importa è più importante cosa dici e come lo dici, tenendo presente che sono canzoni ed è la musica che porta, che guida.

 

Cosa vi ha fatto tornare alla madrelingua in questo album?

L'italiano è naturalmente più comprensibile ma purtroppo meno musicale, a volte va limato, smussato, come capita  ai cantanti lirici che cantando stravolgono le parole e rendono l'italiano una lingua stramba.
Ho provato a cantare in italiano per mettermi alla prova, chiedendomi se sarei riuscito a farlo in modo soddisfacente, inoltre avevo qualche storia da raccontare.

 

Vi è rimasto qualcosa dell'esperienza con il CPI (Consorzio Produttori Indipendenti), della rivista Maciste e di tutto quel mondo?

Direi di no perché all’epoca incidevamo per una multinazionale.
Ci è rimasto qualche buon amico.

 

I nuovi Ustmamò sono un po' una ripartenza totale, se una persona che ascoltava gli Ustmamò sentisse il disco nuovo, non penso che potrebbe riconoscervi.

Non ne sarei cosi sicuro, ma sarebbero problemi suoi, se di problemi si può parlare….
Forse ti riferisci al fatto che non c’è più Mara a cantare e che non siamo riconoscibili al primo ascolto, perchè il suo timbro era molto caratterizzante!
Se è quello che intendi, ti rispondo di si, non ci riconoscono, ma poco importa.

Da una parte è bello il fatto che vi sentiate completamente liberi artisticamente, ma non avete paura di perdere la vostra identità musicale?

No, io ho paura di altre cose.
L’identità musicale la costruisci con i dischi che fai, con le scelte artistiche, con le tue canzoni, che vanno di pari passo con la tua vita….
L’abbiamo sempre fatto, dal 1991 ad oggi, i nostri ascoltatori più attenti lo sanno come siamo.
Gli ascoltatori del nostro periodo piu Pop sono meno attenti e perderli forse è meglio…
Io faccio la musica che mi piace, sperando che qualcuno ne possa trarre qualche tipo di giovamento.

 

Come avete vissuto l'esperienza del Crowfoundling per il disco? Vi piace lavorare in questo modo?

Alla fine dell’esperienza devo dire bene e positivamente, ma durante a tratti anche male….
Ma non mi piace lavorare in questo modo, sembrava fosse una strada da provare e ringrazio ancora qui i 150 raiser finanziatori che hanno creduto nel progetto.

Quali sono state le fasi compositive che hanno portato alla creazione del nuovo album?

Ho iniziato come al solito con la chitarra,arpeggi o giri armonici, piccoli riff melodici quasi sempre suonati con una vecchia les paul con leva bigsby.
Questa chitarra ha una sua voce e una personalità molto forte ed è la base portante di tutta la composizione.
Ho composto tutti i brani cantando in inglese, in un secondo tempo ho sostituito le parole mantenendo la melodia e la sillabazione quando possibile.
Con le parole mi hanno aiutato alcuni amici: Silvia la nostra prima cantante, Marco Menardi dei Wolfango e Sandro Campani scrittore montanaro.
Poi ho cominciato a registrare chitarra e voce, in seguito, uno alla volta, gli altri strumenti che senti….

 

Il modo di cantare è molto sussurrato e crea una atmosfera intima. E' una dimensione in cui attualmente siete più a vostro agio?

Non mi piace urlare e neanche quelli che in generale alzano la voce, quindi ho cantato piano e sottovoce, sono e rimango un musicista ma in studio di registrazione mi diverto anche a cantare e sperimentare dei tipi di suoni diversi, se ascolti “una volta era meglio” sentirai una voce molto filtrata, che mi piace molto.
I brani musicali dell’album nascono in un ambiente raccolto e intimo e anche le storie che racconto lo sono.

Ci sono dei brani del nuovo album a cui siete più legati?

Io sono legato a tutto il disco interamente, packaging compreso. E finalmente sono soddisfatto del Titolo dell’album….. è la prima volta dal 1991.Non è facile dare il nome giusto alle cose….

Üstmamò
Üstmamò