Ludovica Burtone: Interview 24/03/2023

Posted on: 24/03/2023


La violinista Ludovica Burtone ha pubblicato l'album "Sparks", che ha composto e arrangiato personalmente. Andiamo ad approfondire questa uscita con l'autrice

Quale è stato il percorso che l'ha portata dall'Italia fino a New York?

Ho fatto i miei studi al conservatorio di Udine dove anche ho suonato per anni nella sinfonica regionale. Avevo già iniziato ad interessarmi ad altri generi, e a lanciarmi un po’ nell’improvvisazione mentre ho vissuto a Barcellona per un anno: di giorno a studiare a Liceu, di sera a suonare nei locali con la mia coinquilina! Tornata in Italia dopo poco ho capito che avevo bisogno di fare qualcosa in più con la musica e ho iniziato a guardarmi intorno. Una delle esperienze che mi ha dato davvero “uno scossone” è stato partecipare al workshop in jazz and creative music a Banff, con direttore artistico Dave Douglas. In seguito ho deciso di fare l’audizione per il Berklee College of Music di Boston e vinta una borsa di studio sono partita per l’America. Una volta finito il percorso in composizione jazz in due anni, mi sono spostata quasi naturalmente a NYC.

L'insegnamento ha una parte rilevante nella sua vita professionale?

Sicuramente! Ho scoperto una passione per l’insegnamento e cerco di stimolare i miei studenti alla curiosità musicale, oltre che chiaramente impegnarsi sullo strumento.

Lei perché ha scelto proprio il violino?

Mi affascinava il movimento per poterlo suonare, così come il suono. Poi da bambina facevo i corsi estivi di musica, ma suonavo il pianoforte e vedere tutti i miei amici violinisti andare a musica d’insieme mi ha fatto venire voglia di suonarlo e poi proprio innamorare dello strumento.

La transizione tra la musica classica e il jazz non è nè diretta, nè immediata. Le due strade sono state percorse in contemporanea?

No, ho fatto i miei percorsi di classica con biennio al conservatorio e un lavoro come violinista di fila in orchestra. Già ai tempi mi interessavo di altri generi musicali, ma ho deciso di approfondire gli studi solo in un secondo momento.

Il suo album "Sparks" ha una impronta jazz ma è aperto a molte influenze. Il violino sicuramente dà un tocco "classico", insieme agli archi, ma poi c'è molto di più... Mi sembra di capire che le contaminazioni siano molto importanti per lei

Assolutamente! Mi appassionano diversi generi musicali e la possibilità di scoprire la mia voce attraverso le diverse musiche del mondo.

In italiano "sparks" vuole dire "scintille". Ha un significato particolare la scelta del titolo?

Sono le scintille del fuoco, falischis in friulano, un nomignolo dato alla famiglia di mia madre nel paesino di Buttrio in provincia di Udine, dove lei è cresciuta. È un omaggio alle mie origini e anche alla nuova comunità di cui faccio parte a nyc.

Come è avvenuta la composizione dell'album? I pezzi sono stati scritti e registrati nel periodo del Covid?

I brani hanno tutti date diverse… Altrove è credo la mia prima composizione in assoluto. Ma li ho riadattati, riarrangiati e definiti poco prima del periodo del Covid. Abbiamo poi registrato in Ottobre 2020! Quindi attrezzatissimi di mascherine e test in quanto ancora nel pieno della pandemia. Uno dei pochi progetti del periodo.

In "Blazing sun" ho apprezzato molto il contributo della pianista Marta Sanchez, per la quale ha creato una perfetta partitura.

Si, con Marta ho un buon affiatamento e mi piace molto come colora il suo assolo… richiamando un po’ anche Debussy e Ravel a parer mio.

Il secondo pezzo, è una cover del compositore brasiliano Chico Buarque. La sua versione strumentale è molto più lunga dell'originale, ma anche più energica e potente nell'arrangiamento. Come mai ha scelto questo brano?

È stato amore al primo ascolto con Sinha di Chico Buarque e Joao Bosco. Non includendo le parole del testo, ho voluto dare una mia interpretazione alla musica, espandenola e facendo dei commenti musicali al tema di questo brano, un brano che parla di schiavitù e anche amore.

In "Altrove" ci sono degli splendidi vocalizzi di Sami Stevens, ed in effetti il pezzo sembra portare in un altro luogo, dove esistono solo l'ascoltatore e la musica. È forse uno dei pezzi che arrivano in modo più diretto all'ascoltatore, grazie al contributo vocale.

Ho pensavo subito a Sami quando ho deciso di registrare Altrove. La sua voce si amalgama perfettamente agli archi. È una cantante strepitosa, che sa veramente adattarsi ad ogni situazione.

Ogni brano ha un differente elemento distintivo, in "Awakening" troviamo il sassofono che emerge, con funamboliche acrobazie.

Melissa Aldana è una delle maggiori figure nel jazz contemporaneo e ho voluto darle lo spazio che si merita in un brano dove per la prima e unica volta il quartetto si mette un po’ in disparte.

Trovo un pochino più complessi sia "Stelutis" che inizia molto lento e soffuso per poi fare emergere svariate melodie, che "Incontri" il pezzo più lungo, intenso nel suo cambio di ambientazioni. Questi ultimi due brani probabilmente richiedono più ascolti.

Stelutis prende ispirazione dalla melodia di Stelutis alpinis di Zardini, un brano delle alpi della mia regione, chiaramente però in chiave del tutto riadattata! Incontri è un brano lungo che attraversa diversi stati d’animo, a tempo di tango ma anche ballad, è quello che in inglese si dice through composed piece.

I pezzi sono diversificati, ma l'insieme è coeso e la melodia rimane sempre ben presente.

Mi fa piacere che lo pensi!

La riproposizione dal vivo dei brani seguirà molto le versioni del cd, o ci sarà spazio all'improvvisazione?

C’è sempre molto spazio per l’improvvisazione, così come i temi saranno simili anche dal vivo.

La ringrazio per il tempo che ci ha concesso e le auguriamo un ottimo proseguimento!

Per approfondimenti potete visitare il mio sito web

Ludovica Burtone
Ludovica Burtone