LADYSOUND MULTIPRESA 6: QUALITÀ TUTTA ITALIANA

Pubblicato il 20/07/2018 - Last updated: 10/07/2018

Topic: Riproduzione audio hi-fi

Di certo il Fine Tuning è un'operazione molto costosa e certosina; d'altronde lo dice la parola stessa: è una pratica fine. Onestamente credo che sia da intendere sotto tutti i significati della parola fine. Raffinato: perchè alla fin fine è una situazione fatta da raffinatezze e sfumature. Sottile: proprio perchè queste sfumature sono sottili e non immediatamente percepibili e descrivibili. Fine: perchè alla fin fine dobbiamo essere onesti e questi aggiustamenti si fanno una volta che l'impianto è terminato.

Purtroppo online si legge sempre qualcosa che può essere considerato come eccessivo, spero che chi legga questa recensione possa per lo meno incuriosirsi e comprendere la reale portata del Fine Tuning. Il vero problema è che sono sempre tutti eccessivi e non si riesce a leggere delle posizioni mediane e virtuose. Da un lato abbiamo chi senza prove, né tecniche, né di ascolto si erge come paladino della salvezza dei gonzi, dall'altro abbiamo invece i paladini dei gonzi che si ergono a difensori inde(fessi) di tale pratica.

I primi continuano ad asserire che non ci sono cambiamenti da un cavo all'altro o da una ciabatta all'altra; le giustificazioni sono fisiche sia nel senso della scienza fisica, dato che comunque le variazioni ai tester sono minimali, sia nel senso della scienza medica, dato che comunque il nostro orecchio non è (per nostra fortuna) un microfono (se lo fosse saremmo tutti persone con autismo).

I secondi invece eliminano la fisica ed elevano (o declassano) tutto a spiritualismo o esoterismo, descriveranno i cambiamenti apportati da un qualsiasi prodotto del fine tuning in modo equiparabile ad un cambio di impianto.

Il vero problema è che sia per i primi, sia per i secondi la musica passa totalmente in secondo piano.

Cosa succede se invece ci si ponesse ove sta la musica? Onestamente credo tutti noi dovremmo riconsiderare le nostre personali posizioni.

 

IMPIANTO

Maurizio mi ha chiesto di ascoltare la ciabatta in molti impianti, per correttezza indico solo le componenti del mio impianto e quelli che hanno fatto parte dell'impianto grazie a varie recensioni

Cavi: autocostruiti

Diffusori: Audio Nirvana Classic 15 ferrite in cabinet 13.6 modificato, Marlene, LMH 0.1, Ars Aures F1 Monitor, Tannoy Legacy Eaton, Jamo C93.

Amplificatori: ANAVIEW AMS 0100_2300, doppio TA2022, amplificatore autocostruito in classe AB, Icepower 50ASX2, Synthesis ROMA 510AC, Synthesis ACTION A40 Virtus.

Preamplificatore: Pathos INPOL EAR

Lettore Cde DAC: Mètronome Le Player 2S

All in one: TEAC AI503

DAC: TEAC UD503

Sorgente per musica liquida: PC assemblato dotato di lettore Foobar 2000.

 

DESCRIZIONE

Maurizio Gelli, fondatore di Ladysound s.r.l., quando gli chiesero di costruire questa ciabatta fu il primo a pensare che una ciabatta non potesse fare molto in un impianto, tuttavia ultimato il lavoro dovette ricredersi.

Il tutto nasce dal fatto che Maurizio, per fortuna, rispose al cliente che se voleva che gli facesse un qualcosa, avrebbe fatto di testa sua, non credeva nel Fine Tuning, ma avrebbe creato la migliore ciabatta sotto il profilo costruttivo.

Allora Maurizio incomincia a pensare che se voleva un'eguale distribuzione dei disturbi sulle prese ed un'uguale lunghezza dei cavi avrebbe dovuto creare una presa tonda. Inoltre i cavi avrebbero dovuto partire dal centro di questa. Per fare questo ha optato un nuovo sistema di connessione tramite un blocchetto cilindrico di rame al berillio a cui i cavi di alimentazione sono serrati tramite l'uso una pressa idraulica che permette di formare un corpo unico senza saldature.

Inoltre le prese sono tutte isolate l'una dall'altra non solo tramite uno schermo, ma anche tramite la costruzione della ciabatta che è internamente fatta come un fiore e perciò è la sua struttura stessa ad isolare. Inoltre all'interno troviamo anche uno schermo in piombo che è ciò che permette di isolare l'interno dall'esterno.

Per elencare alcune caratteristiche interessanti:

I cavi, isolati in teflon, sono composti da 86 conduttori in in rame purissimo e raggiungono la sezione complessiva di 3mm2.

La presa IEC e le prese Schuko hanno i contatti in rame e le Schuko hanno la struttura in bachelite.

Esternamente la ciabatta si presenterà tonda, pesante e con la sua struttura in alluminio satinato nero in modo da renderla più elegante.

Vorrei concludere il parametro parlando di costi: 1900€ IVA esclusa; certamente non poco, ma con altrettanta certezza la ciabatte hi-end più seria che abbia mai visto ad oggi.

 

ASCOLTO

Non vi stupirò parlandovi di note sospese nell'aria, focalizzazione estrema o effetti pirotecnici di vario genere. So che online certa gente vi ha abituato a queste cose, MA... intendiamoci! Se bastasse una ciabatta per migliorare così tanto un impianto si potrebbero intravedere vari problemi.

Il primo è che se una multipresa fa suonare divinamente un impianto ed un'altra no vuol dire che una delle due ha un problema, oppure che c'è una qualche problematica sull'impianto elettrico (che sarebbe meglio correggere prima di andarci ad abitare, dato che con la sicurezza non si scherza).

Il secondo è che chiunque asserisca che con la sola ciabatta l'impianto possa suonare bene... dovrà ammettere che prima non lo faceva... ed ora voglio vedere quanti sono capaci di ammettere che prima dell'inserimento dell'elemento di Fine Tuning X l'impianto suonasse da schifo.

Il fatto è che a mio avviso si sbaglia un fatto di fondo: si è alla continua ricerca di un suono, di un elemento udibile... probabilmente bisogna pensare diversamente: probabilmente bisogna trovare un non suono. É proprio questo che fa la Multipresa 6 di Ladysound s.r.l.: non suona! Essenzialmente il suo scopo è quello di permettere all'impianto di essere collegato come se fosse direttamente connesso alla presa a muro. Una volta connessa ce la si dimentica, e solo l'agenda mi ha permesso di ricordare che avevo un qualcosa da restituire.

Tuttavia cosa è cambiato?

Un solo fattore era tanto udibile da non poterlo assimilare ad una nuance: i disturbi apportati dalla ciabatta al cavo USB, qualora esso corresse vicino alla ciabatta erano totalmente spariti.

Il resto è totalmente nuance: maggiore naturalezza del suono, maggiore microdinamica, migliore resa del dettaglio e del microdettaglio.

Ma questo deve essere inteso così: l'impianto suonava bene prima, ed ora con la ciabatta Ladysound suona un pelo meglio, insomma non si sentono più note o altre note... semplicemente è quel tocco in più per raggiungere l'ultima miglioria possibile su un impianto.

 

TEST

I tests nel caso di questa recensione non sono stati molti. Il misurare le caratteristiche LCR credo che sia poco utile, più che altro credo sia invece interessante capire il campo elettromagnetico creato dalla ciabatta stessa.

Nella parte superiore il campo era maggiore del fondo ambientale, mentre ai fianchi di questa il fondo ambientale rimaneva invariato. In Pratica il vantaggio elettromagnetico della Multipresa 6 di Ladysound è quello di poter gestire il cablaggio con molte meno problematiche, dato che al suo fianco potremo far passare qualsiasi cavo, che subirà le sole variazioni del fondo ambientale.

 

CONCLUSIONI

Non costa poco, ma Ladysound giustifica pienamente il prezzo tramite quella che è la migliore costruzione sul mercato. A mio avviso non c'è niente da fare per le concorrenti, dato che la Multipresa 6 batte per costruzione, tecnica e prestazioni implementazioni che rasentano i 10000€.

 

 

Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli
Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli
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Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli
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