Orgasmo Song

Pubblicato il 28/11/2016

Topics : Musica - Costume e società - Sesso - Storia

Quando mi si chiede perché sono così attratto dalle orgasmo song, mi piace citare una scena del film Il dittatore dello stato libero di Bananas (Bananas), diretto da Woody Allen nel 1971. Fielding Mellish (Woody Allen) entra in un’edicola per comprare una rivista porno, che si chiama, guarda caso, Orgasmo (Orgasm, nell’originale). Vergognandosi, la imbosca in mezzo a una pila di riviste “serie”, ma quando si tratta di pagare, l’edicolante, che non trova il prezzo, si mette a urlare al suo assistente: «QUANTO COSTA ORGASMO?!». Fielding allora, imbarazzato, si giustifica: «Sto facendo uno studio sociologico sulle perversioni, sono agli atti di libidine su fanciulli…». Ecco, parafrasando Woody Allen, posso dire a mia volta che sto svolgendo uno studio sociologico sulle perversioni: sono alla lettera “O” di “orgasmo song”…

Per "orgasmo song" si intende un sottofilone della canzone sexy, emulo della celebre Je t'aime... moi non plus, sua cover, parodia o comunque a essa ispirato, che mette in scena un amplesso. Il filone comprende così solamente quelle canzoni sexy dove si mima un coito a due o più voci, ma anche a una sola voce (solitamente femminile), nel qual caso si allude talvolta a un atto onanistico. Non vanno invece comprese in questa definizione tutte quelle canzoni sexy costruite senza la simultaneità dell’atto erotico, in cui si canta generalmente di sesso senza metterlo in atto in quell’istante. Il filone comprende centinaia di brani musicali, non meno di duecento sono infatti le sole cover di Je t’aime… moi non plus, mentre decine e decine di dischi vengono a formare l’ampia discografia delle orgasmo song che ne imitano stile e situazioni. Quello che segue non può che essere di conseguenza che un cenno riassuntivo dell’ampio filone musicale dell’orgasmo song, trattato in modo ben più esaustivo nel mio libro Orgasmo Song. Sesso musica e sospiri, VoloLibero Edizioni, maggio 2016, pagine 400.

 

LA PRIMA ONDATA: GLI ANNI SESSANTA

Nell’autunno del 1967 Serge Gainsbourg compone la canzone Je t'aime... moi non plus, su espressa richiesta della sua amante del momento, Brigitte Bardot. Gainsbourg assieme a Brigitte, infatti, la incide, ma... all'ultimo momento la bella B.B. è costretta a chiedere che il brano non venga pubblicato: suo marito Gunther Sachs minaccia uno scandalo apocalittico e il divorzio istantaneo. Il nastro rimane così ad ammuffire negli archivi per quasi vent’anni: il pezzo vedrà finalmente la luce (rimasterizzato e remixato) nel 1986 su 7" e 12” Philips, quando la Diva francese ne darà finalmente il consenso bisognosa di fondi per la sua eterna causa animalista. In realtà Gainsbourg però nel '67 rifila alla bella B.B. una sua vecchia composizione, utilizzata l’anno precedente nella colonna sonora del film Les cœurs verts di Édouard Luntz, su cui inserisce il testo porcellone che ben conosciamo e presenta all’attrice dopo una notte passata sul pianoforte in compagnia delle sue amate Gitanes. La relazione tra la Bardot e Gainsbourg si interrompe bruscamente nei primi mesi del 1968 a causa di alcune “paparazzate” rubate dalla stampa scandalistica sul set del film Shalako, che portano Gunther Sachs a minacciare ancora una volta il divorzio e Serge a scrivere a B.B. una drammatica lettera d’addio cui seguirà la composizione della struggente Initials B.B.

Gainsbourg non vuole però rinunciare all’effetto dirompente della sua canzone erotica e per tutto il 1968 la propone a numerose cantanti, che però declinano tutte educatamente. Tra le principali muse cui Gainsbourg propone il pezzo figurano Marianne Faithfull (che successivamente si pentirà del suo rifiuto), Valérie Lagrange e Mireille Darc. Per dimenticare la Diva francese e per incrementare le proprie entrare, Gainsbourg decide di accettare la proposta di recitare nel film Slogan di Pierre Grimblat, per cui compone anche la colonna sonora, allettato dall’idea di avere al fianco la bellezza aristocratica di Marisa Berenson, allora all’apice della sua carriera di top model. La Berenson però all’ultimo momento viene sostituita con una giovane e poco conosciuta attrice inglese che ha avuto il suo momento di gloria partecipando (in topless) al film Blow up di Michelangelo Antonioni: Jane Birkin. La cosa non va per niente a genio a Gainsbourg che inizierà a maltrattare la ragazzina britannica. Ma, si sa, chi disprezza compra e così in breve dall’astio i due passeranno all’amore, dando inizio a una relazione che durerà per quasi dodici anni.

Trasferitisi nell’albergo di rue des Beaux Arts, nella stessa stanza in cui nel novembre del 1900 morì Oscar Wilde, nell’autunno del 1968 Serge Gainsbourg e Jane Birkin registrano una nuova versione di Je t’aime… moi non plus. La Birkin ne dà un’interpretazione più “virginale” di quella della Bardot, cantandola un’ottava più in alto. La cosa piace molto a Gainsbourg dato che conferisce così al brano un carattere maggiormente morboso: a cantarla sembra infatti una ragazzina. Altro particolare è che la versione della Birkin è più sentita: la Bardot nella sua interpretazione è un tantino “algida”, non lasciando trasparire dalla canzone un vero trasporto sensuale. È lo stile ennui del cantato della Bardot, che Gainsbourg apprezzerà a tal punto da farlo proprio. Il disco, stampato nel febbraio del 1969 e distribuito nei mesi successivi, diviene subito oggetto di uno scandalo di proporzioni esagerate e, di conseguenza, di un enorme successo di vendite che porterà in breve e a vendere milioni di copie del 45 giri: bandito da Rai e BBC, in agosto il disco viene condannato dalla Chiesa Cattolica attraverso il suo organo di stampa e sequestrato in Italia. Come ebbe a dire lo stesso Gainsbourg, quale migliore agente pubblicitario poteva esserci del Vaticano?

Da subito, come da tradizione, iniziano a fiorire decine di cover del pezzo, che, al fine di aggirare l’ostacolo della censura, ne propongono una casta versione orchestrale. È il caso ad esempio dei Sounds Nice che, nell’algida e sessuofobica Albione, ne fanno circolare una cover strumentale reintitolata Love at First Sight (nel Regno Unito, a causa della censura imposta dalla BBC, non si poteva neppure nominare la canzone proibita). È “amore a prima vista” anche per la storica 101 Strings Orchestra, per Ray Conniff, per Byron Lee & the Dragonaires (che ne propongono una versione strumentale rocksteady), per Neville Hinds (versione reggae) e per gli Hot Butter che, ancora nel 1972, la pubblicano con il titolo castigato lanciato dai Sounds Nice. Altri artisti seguiranno la moda delle cover orchestrali, recuperando tuttavia il titolo originale. Così avviene tra i tantissimi ad esempio per James Last e per Fausto Papetti. Quest’ultimo la esegue, ovviamente al sax, nel 1969 all’interno dell’LP 10a raccolta, quello che presenta la prima di una lunga serie di bellissime copertine sexy raffiguranti una modella a seno nudo, dando il “la” a una moda che vedrà una moltitudine di imitatori ed emuli esporre belle ragazze in topless sulle copertine dei propri album easy listening. Interessante poi, tra le tante versioni italiane, quella strumentale eseguita dai The Communicatives, un gruppo di casa Durium (la stessa che pubblica gli album di Papetti) destinato alle cover. Bella, anche se un po' “scarna” mancando del testo e decisamente psichedelica, grazie al connubio di chitarre, Hammond e soprattutto batteria. Una fanciulla canticchia e sghignazza seguendo le note della melodia…

In Italia, a poca distanza dallo scandalo, ecco uscire una cover cantata da Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer. La canzone, intitolata Ti amo... ed io di più, è un adattamento in lingua italiana a opera di Claudio “Daiano” Fontana. Il testo si propone ben più casto e puritano rispetto all'originale: un trionfo di eufemismi nonsense in cui si traducono le “oscenità” francesi con paradossali penetrazioni oftalmiche. Ecco infatti Anna Proclemer dichiarare, al posto del francese “vado e vengo tra le tue reni”, “tu vieni e tu vai dentro gli occhi miei...”! Tuttavia l'interpretazione dei due attori, assieme nella vita (ma non sposati) come sul palcoscenico, così come lo erano Jane Birkin e Serge Gainsbourg, e quindi perfetti per indossare i panni della coppia, è a dir poco sublime, incredibilmente nella parte anche più degli interpreti francesi, tanto che il brano entra subito in classifica. Insomma un capolavoro. E al capolavoro non possono che seguire le “cover della cover”. Prima fra tutte quella cantata da Ombretta Colli. La canzone viene ribattezzata Ti amo… io di più e il testo viene rivisto da Gian Piero Simontacchi, che gli conferisce un maggiore erotismo (“tu vai e tu vieni dalle mie mani” sostituisce “gli occhi miei” della versione cantata da Albertazzi e Proclemer) e riduce all’osso la parte maschile.

Ma, paradossalmente, sarà invece la versione “taroccata” a vendere di più: a cantarla è una tale Brigitte (nome d’arte di un’anonima turnista in forza alla SAAR Records, nome scelto forse in omaggio alla Bardot, prima interprete del brano), che la esegue con lo stesso trasporto di una doppiatrice di un film porno. In compagnia di un benemerito sconosciuto, Brigitte canta la versione di Albertazzi e Proclemer, che viene pubblicata in almeno 3 edizioni, due per la sottoetichetta Signal, una uscita in omaggio con il numero di ottobre della rivista King, magazine erotico di quegli anni. Il disco presenta un'interessante b-side, Incontro, composta da Lumni (nome d’arte di Mario Battaini, capace polistrumentista e discografico colonna portante della SAAR): un loungissimo pezzo strumentale eseguito con un sintetizzatore analogico che la rivista spaccia impunemente per “un altro sex-record, primo assoluto nella classifica di Over Variety: è americano e il suo contenuto erotico è del tutto eccezionale”. Oltre che nelle numerose e facilmente reperibili stampe del 1969, la canzone è disponibile anche nella raccolta di sexy-tarocchi del 1976 Le canzoni proibite, dove figurano anche altre cover di canzoni sexy e colonne sonore di film erotici come Love to love you baby o Histoire d'O.

Nello stesso periodo all’estero infuria l’orgasmo song tutta mugolii senza dialoghi dei gallesi Man, Erotica. Il brano, frutto di una bizzarra pensata del produttore John Schroeder, vede una dipendente della Pye Records gemere indisturbata per tutta la durata del lato A del 45 giri sullo sfondo del brano psichedelico registrato dal gruppo prog. Anch’esso godrà di una sequela di emuli e di qualche rara cover: in Francia la ballerina del Crazy Horse Rita Cadillac ne esegue un omonimo brano ispirato al disco d’Oltre Manica, ma di composizione gallica; in Germania farà altrettanto la misconosciuta Christine Lamoure con il suo Ekstase; mentre in Italia a inciderne una oggi rarissima cover sarà la stessa Brigitte già vista all’opera con Ti amo… ed io di più.

Già nel luglio del 1969, ben prima che esploda lo “scandalo” italiano di fine agosto, il primo a emulare Je t’aime… moi non plus è invece Armando Stula, poeta, attore, cantante e pittore romano che, sulla melodia pericolosamente simile all’orgasmo song d’Oltralpe (composta da Elvio Monti, che la riciclerà negli anni ottanta per la parodia degli Squallor Ne me tirez plus). Ne affida il cantato all’amica Marisa Solinas – la cui sorella Vittoria, in arte Maria Sole, diverrà sua moglie di lì a poco – che duetta assieme all’attore Andrea Giordana nel 45 giri L'estasi. “Amami, ohhhh, amami…”, suggerisce lei, “Sì, ti amo”, risponde lui con la freddezza glaciale di un impiegato del catasto. Tra i molti emuli della “prima ondata” spicca, a fine anno, il “triangolo” frutto ancora una volta della penna di Armando Stula ed Elvio Monti: Amo sentirvi. La canzone, cantata questa volta in prima persona dall’artista romano in compagnia di Marisa e Vittoria Solinas, mette in scena un rapporto a tre, che viene definito dalla stampa “il Je t’aime all’italiana”, ma che è in realtà molto più pudico di quanto ne scrivano i giornalisti. Allora bastava pochissimo, una sottile allusione, un amplesso vagamente suggerito, a far battere il cuore e far scorrere il sangue verso le zone erogene: tanta era la fame di sesso e feroce la censura, che pochi centimetri di pelle scoperta erano sufficienti a eccitare e al contempo scandalizzare. Era infatti proprio il censore represso ed eccitato da questi ammiccamenti al sesso a immaginare oscenità inesistenti e far calare implacabile la scure censoria.

 

LA SECONDA ONDATA: GLI ANNI SETTANTA

Dopo il primo effetto dirompente provocato dalla versione originale di Je t'aime, durato l’arco di pochi mesi, durante i quali, tra il 1969 e il 1970 vengono prodotte emulazioni e cover, occorre fare un salto temporale a bordo del Tardis del Doctor Who fino al 1975. Tra il 1970 e il 1975 si assiste infatti a una quasi scomparsa dell’orgasmo song. Ciò sembra dovuto a numerosi fattori, non ultima una crisi che investe il mercato discografico limitatamente al supporto del singolo su 7”. Il silenzio che cala sul fenomeno in questi anni viene rotto di tanto in tanto da pochissimi dischi. Sono soprattutto le colonne sonore a ritrovarsi infarcite di mugolii, sospiri, gemiti. In Italia è la voce di Edda Dell’Orso a regalarci i più bei sospiri femminili nelle colonne sonore di Ennio Morricone (come nel brano Erotico Mistico, contenuto nella colonna sonora del film Maddalena) e altri grandi compositori quali ad esempio Armando Trovaioli (Sessomatto). Una colonna sonora poi presenta una curiosa commistione tra orgasmo song, satanismo ed exotica: Orgiastic Ritual della misteriosa formazione South African Combo, 45 giri pubblicato nel 1972 e unica traccia reperibile della colonna sonora del film Riti, magie nere e segrete orge nel trecento. Qualcosa di simile avviene anche in Francia, dove, nel 1974 compare il 7” Amour: 2+1, colonna sonora del film film Le petit dessous des grands ensembles. Cantato da Michel David (attore protagonista della pellicola) con le anonime Marianne e Jeanett, il brano mette in scena un rapporto a tre tra un uomo, una donna francese e una ragazza inglese. Forse un riferimento a Gainsbourg e alle due protagoniste di Je t’aime… moi non plus?

Tra il 1975 e il 1976 riesplode la Je t'aime-mania. A favorirla numerosi fattori, primo fra tutti la distribuzione del film diretto da Serge Gainsbourg e interpretato da Jane Birkin e Joe Dallesandro che porta il titolo della canzone scandalo del ’69: Je t'aime moi non plus. Nel film la Birkin interpreta l’androgina Johnny, barista del locale di proprietà del flautolento Boris, frequentato dal camionista omosessuale Krassky (Joe Dallesandro). Johnny e Krassky iniziano una tormentata avventura amorosa destinata a terminare nel momento in cui Krassky riuscirà a sodomizzare finalmente Johnny. Allla pellicola segue la colonna sonora del film stampata in LP e contenente tre differenti versioni di Je t’aime… moi non plus, oltre alla ristampa del 45 giri. Altro evento epocale è, sempre nel 1975, l’uscita del 45 giri Love To Love You Baby cantato da Donna Summer, ma frutto dell’inventiva dei produttori Giorgio Moroder e Pete Ballote. Si tratta di un lungo orgasmo ipnotico, onirico, trascinante e ammaliante che, seppure non conquisti subito il pubblico, diverrà il primo vero e proprio successo discomusic (ed erotic disco) mondiale e che qualcuno definisce un lungo atto masturbatorio. Donna Summer, infatti, un po’ si vergognava della prima sua canzone erotica sussurrata al buio in sala di registrazione in intimo raccoglimento, ciononostante i successivi successi della cantante americana (ma di stanza in Germania), almeno fino all’epica I Feel Love, saranno tutti improntati su questo stile sexy-sussurrato.

L’apparizione di questi due punti di riferimento “orgasmatici” per la nuova generazione degli anni settanta ha come effetto l’esplosione di una vera e propria moda che attraverserà il mondo musicale per tutta la seconda metà del decennio. Mentre all’estero questo fenomeno interessa soprattutto la discomusic, in Italia si assiste a un effetto emulativo che si rifà, invece, all’originale sapore lounge del disco francese di circa un lustro prima. Aprono le danze già tra 1974 e 1975 due 45 giri che fanno forza sugli ammiccamenti lesbo. Il primo è una orgasmo song di ambito addirittura prog rock, si tratta di Elle et elle, rarissimo 45 giri di Theodorking Flute (alias Rosario Sferrazza), stampato dalla City Records. Il secondo è Femmes, frutto del progetto capeggiato da Gilberto Ziglioli, in arte Gil Zil, denominato Nathalie et Christine avec Les Vibrations. Nathalie et Christine sono due cantanti di cui non ci è concesso rivelare l’identità, mentre Les Vibrations non nasconde nient’altro che lo stesso Ziglioli, capace polistrumentista che esegue da solo tutte le basi delle canzoni del progetto. Femmes, brano exotico dai soffusi ammiccamenti saffici giocati sul bagnasciuga di una spiaggia tropicale, ottiene un buon successo. Al primo singolo ne seguirà un secondo, Kiss, nel 1976 e un album, Erotheque, nel 1977, concept album erotico quest’ultimo solitamente accreditato come compilation, ma in realtà frutto al 90% delle mani di Ziglioli. Ma siamo ormai in piena Orgasmo Song Craze.

In Italia la moda vera e propria dell’orgasmo song prende il via con la straordinaria invenzione di Giancarlo Giomarelli, che nel 1976, compone il brano La prima volta, aggiornamento in chiave giovanile del tema trattato dalla “canzone proibita” di Serge Gainsbourg, e primo di una lunga serie di emuli che mettono anch’essi in scena la perdita della verginità da parte di una timida adolescente. A cantare La prima volta vengono ufficialmente accreditati Andrea e Nicole, nomi che celano lo stesso Giomarelli e la di lui amica Daniela Casoni. Il pezzo vede un lui spavaldo e irruente che ha a che fare con una lei timida e vergine: si lascia intendere che i due siano alla loro prima esperienza. Il pezzo non verrà mai trasmesso dalla Rai, ma circolerà abbondantemente nelle radio private, raggiungendo, tra luglio e agosto del ’76 i primi posti della hit parade. Ne seguirà quindi un album, Storia della prima volta, molto più di un concept album, un vero e proprio “fonoromanzo”, come viene definito nelle note di copertina, che racconta il prima, il durante e il dopo de “la prima volta”. Il progetto si arenerà nel 1977, dopo l’uscita di altri due 45 giri, La confessione a nome Mariangela R. (sempre Daniela) e Niente…, uscito nel marzo. Il singolo, naturalmente, vedrà fiorire una sequela di cover e persino di un vero e proprio “tarocco” opera della ERRE, a nome Romantiques: un altro La prima volta che non ha niente a che vedere con il brano di Giomarelli e in cui il sesso viene solamente suggerito.

Ufficialmente La prima volta viene cantato da Giancarlo Giomarelli… è vero che l’Andrea di Storia della prima volta è per il 90% lui, ma, nel caso del singolo, a prestare la voce all’aitante e infaticabile stacanovista sessuale che imprima l’ingenua Nicole, è in realtà un altro personaggio. Si tratta di Luciano Telli, attore e playboy romano, al quale l’amico Giomarelli affida la parte perché poco convinto della sua iniziale interpretazione. E nell’estate del 1976 i due – pare di comune accordo, almeno secondo quanto sostenuto da Giomarelli – orchestrano uno scandalo: la querelle giudiziaria che vede Telli citare in tribunale Giomarelli per una mera questione di diritti, che alla fine gli vengono riconosciuti, dato che nell’archivio SIAE lo troviamo accreditato tra gli autori della canzone, cosa che invece non avviene per i dischi. In ogni caso, passata la buriana Andrea e Nicole, nel 1978 la Fontana – la casa discografica figlia della Philips che aveva pubblicato anche l’originale Je t’aime… moi non plus nel ’69 – mette a disposizione di Telli un’orchestra e le proprie sale di registrazione così che lui possa registrare quel che gli pare. Telli, coinvolti Tiziano Fonsi, in qualità di compositore, e Roberto Fogu (lo storico Fogus, interprete di Jeeg Robot d’acciaio), in qualità di arrangiatore, inscena il tirangolo amoroso di Tre in amore. Per farlo assume lo pseudonimo di Timothy e coinvolge due non meglio identificate ragazze che rispondono al nome di Claudia e Sarah. Tre in amore è una delle orgasmo song più affascinanti, sia per la deliziosa melodia che la sorregge, sia per l’azione che vi viene descritta, in cui l’uomo tutto d’un pezzo spedisce l’amante Claudia a reclutare la giovanissima (forse addirittura minorenne: quando viene interrogata a tal proposito, elude la domanda “Quanti anni hai?” con uno sfrontato “Che t’importa?”) Sarah, per coinvolgerla in un’orgetta casalinga. L’anno dopo ne combina una di ancora più grossa, quando realizza la prima vera e propria orgasmo song omosex (la seconda delle sole due canzoni orgasmiche italiane a tematica gay maschile di cui si abbia notizia), affidando sempre la musica a Tiziano Fonsi: Due. Storia dai contorni foschi in cui un bisticcio tra Timothy e Luca in automobile si conclude con un happy end con ingoio. Sul retro del disco c'è infine addirittura una orgasmo song a tema stupro, Telli 4 dove Sarah rimprovera Timothy perché, mentre le facevano la festa in quattro, lui se ne stava nascosto a godersi lo spettacolo!

Come già accennato, tra le tematiche più frequentemente affrontate dall’orgasmo song risalta quella lesbica. Ma la rappresentazione di un rapporto sessuale saffico viene visto, ça va sans dire, sempre dalla prospettiva degli uomini, come una tipica fantasia erotica maschile. È proprio al pubblico maschile, infatti, che si rivolgono questi dischi erotici. Ma non sfugga il dettaglio non secondario che questi supporti fonografici – e questo vale davvero in tutti i casi – fanno forza sull’idea che l’amore tra donne sia materia esclusivamente francese. Preconcetto complementare a quello che vuole invece l’Inghilterra patria dell’omosessualità maschile. Insomma: in Italia, per decreto regio, non esistono lesbiche! Tutte le donne sono totalmente e pienamente soddisfatte da ciò che a letto gli può offrire il maschio latino, infaticabile stallone dalle virtù sessuali inesauribili e in grado di saziare il desiderio femminile in tutto e per tutto. Quindi, all’interno delle orgasmo song, la parte della “saffo” attiva, la fa  una femme d’Oltralpe. All’italiana, invece, tocca il ruolo di vittima, dato che, poverina, cade innocentemente nella rete tentatrice intessuta dall’abile strategia di seduzione della donna francese che la vuole concupire. Ovviamente questo avviene in un momento in cui la vittima è particolarmente vulnerabile: all’indomani della separazione dall’uomo che lei amava e che teneva il guinzaglio del suo piacere erotico. È quindi il pretesto, o meglio la scusante, della consolazione, che la precipita nel “peccato” dell’amore omosessuale. Le carezze e i baci consolatori dell’amica arrivano nel momento giusto, per placare la sua sete di sesso insoddisfatta. Questa in buona sostanza è la trama della splendida Viens… di Meo - Bodin - Conrado - Verrecchia, stampata su dischi EMI – Pathé. Virginie et Barbara, le due protagoniste, sono rimaste sole dopo una festa. Fuori fa freddo ("guarda come soffia il vento fuori") e così si tengono compagnia. La più esperta e smaliziata, già navigata seduttrice e consumata conoscitrice di giochi saffici, inizia la seconda, che ha da poco rotto con il fidanzato, portandola a scoprire con sorpresa quanto l’amore lesbico possa regalarle soddisfazioni ben maggiori di quanto il fallo maschile possa darle. Barbara è così oggetto di un cunnilinguo ("Il tuo fiore sulle mie labbra... il tuo sapore sulla mia bocca..."!) che la porta infine ad esclamare travolta entusiasticamente dal più appagante degli orgasmi: “Ohhh, Virginie!!! Ohhh, sì!!! Ohhh, sì!!! Ohhh... Ahhh... Io... Io non credevo!”.

Il french factor non manca neppure in un’altra bella orgasmo song lesbica, opera di un personaggio di un certo rilievo: Cecilia Polizzi. Attrice prevalentemente teatrale, ma anche cinematografica e televisiva, la Polizzi nel 1978 è autrice e interprete del disco erotico a tematica omosessuale Les biches. Il fattore francese si esaurisce questa volta però nel solo titolo, comunque sufficiente a stimolare la fantasia maschile: tradotto dal francese significa letteralmente “le cerbiatte”, ma l’assonanza con la parola “lesbiche” viene evidentemente sfruttata per creare pruriti saffici negli acquirenti. Rispetto alle tante “lesbicate” che la precedono, Les biches è forse la canzone più orgogliosamente omosessuale, in cui si racconta una storia d’amore tra due donne senza alcun falso pudore, e, soprattutto, senza alcun pretesto che giustifichi la momentanea scivolata consolatoria dell’una nelle braccia dell’altra. “Mai... nessun uomo mai, potrà amarti così!”, sintetizza Cecilia in quella che può essere considerata come una dichiarazione di indipendenza sessuale femminile dal giogo del dominio fallico maschile. Quella a cui assistiamo è la descrizione di un amplesso lesbico anche abbastanza esplicita che trova il suo apice nell’immancabile cunnilinguo: “Guarda il mio piccolo nido che dà calore. Guardalo bambina, è come un fiore aperto... ha sete di te, della tua bocca. Dissetalo e bevi!”. Nel lato B, dall’inequivocabile titolo di Ninna nanna di Saffo, troviamo trattato il tema della persecuzione da parte del mondo esterno, che ritrae le due amanti lesbiche come dei mostri ebbri del più turpe dei peccati erotici: il rifiuto del pene e, quindi, implicitamente della maternità. È cosciente di questo anche il precedente disco del 1977 L’amour interdit (letteralmente “l’amore proibito”), supporto fiammingo opera del produttore Frans De Schrijver che affida a due turniste il compito di “lesbicare” in inglese (ma l’accento nordeuropeo è marcatissimo) con il nome di Gemini. Le due fanciulle si ritrovano sole, in una soffitta inondata dal sole che bagna le Fiandre, ad amarsi di un amore che le avvolge completamente, isolandole da un mondo ostile, che respinge la loro omosessualità: “Everybody tells me that love like ours should never be... that! When I’m looking into your eyes I know they’re wrong!” (“Tutti mi dicono che un amore come il nostro non dovrebbe esistere... Ma quando ti guardo negli occhi capisco che sisbagliano!”). Le due iniziano ad amarsi sussurrando all’unisono il quasi nonsense poliglotta “Look at l’amour interdit”, dopodiché la coppia si lascia trasportare dai sensi in un caldo amplesso saffico condito da gemiti e sospiri che lasciano capire quanto le due fanciulle si amino con trasporto.

Tra le tante altre tematiche affrontate dalle orgasmo song, un altro filone particolarmente fiorente è quello della telefonata, genere che già di per sé invita all’erotismo. Un erotismo che si concede in tutta la sua nudità grazie alla “maschera” offerta dalla cornetta del telefono, virtuale glory hole dietro cui nascondersi e permettersi ogni “sozzeria” altrimenti vietata alla luce del giorno. Il genere della telefonata era stato lanciato dalla canzone Buonasera dottore, scritta da Paolo Limiti e interpretata da Claudia Mori nel 1974, ma, dopo tante telefonate d’amore che hanno attraversato il decennio, solamente nel 1979 la casa discografica New Eco mette finalmente in scena quella “telesega” pronosticata dal conte Mascetti nel primo Amici miei del 1975 con il disco Phone amour di Eve Court ed Enrico Baroni. Eve ed Enrico si sono lasciati da poco dopo una furibonda litigata e lui le telefona ora per chiederle scusa. Si riappacificano immediatamente iniziando a immaginare giochi erotici che vorrebbero mettere in atto e continuano finché le fantasie non sfumano in sospiri di piacere. Lui sarebbe pronto a saltare in auto e correre da lei, ma la donna prontamente ribatte: “No, lascia stare, ci vediamo domani...”. Lasciandoci intendere che al telefono non si sia limitata a fantasticare e sia ora già sufficientemente sazia di sesso.

Molte sono le orgasmo song che negli anni settanta si presentano sfacciatamente sul mercato. Sono per lo più interpreti sconosciuti a regalare all’ascoltatore sgolati orgasmi su una base musicale soffice come il materasso sul quale immaginiamo sdraiati i protagonisti della canzone. Ma nel 1976 ecco che a rompere questa tradizione ci pensa Sabina Ciuffini, la ben nota soubrette televisiva “parlante” che, in minigonna, affianca Mike Bongiorno nella conduzione di Rischiatutto. Per l'etichetta Atlantic, che pubblicava, tra gli altri, i dischi degli AC/DC, la Ciuffini si fa interprete della orgasmo song No, no, no, scritta per lei da Paolo Limiti su una musica composta da Umberto Napolitano. Sabina, su di una melodia che sembra presagire la musica di Riz Ortolani per i titoli del controverso Cannibal Holocaust, recita uno dei testi più minimalisti della storia della musica italiana, pronunciando solamente una serie di “No” affermativi per tutta la durata del brano, in un crescendo di piacere erotico!

Impossibile citarle tutte, ma tra le tantissime cover di Je t'aime… moi non plus che approdano sul mercato discografico sul finire del decennio, va certamente ricordata quella di Donna Summer. Nel 1978, con la sua versione si protrae per oltre un quarto d'ora di gemiti e sospiri. Il brano viene pubblicato come singolo e viene utilizzato all'interno del commento sonoro del film Grazie a Dio è venerdì, uno dei tanti disco-movie nati sull’onda de La febbre del sabato sera e della Disco Craze che lanciava la gioventù di mezzo mondo sulle piste da ballo al ritmo della sfrenata discomusic. Altra cover “disco” viene pubblicata dalla Butterfly Records a nome Saint Tropez: si tratta dell’ennesimo progetto discografico dietro cui si celano gli esperti produttori musicali francesi Laurin Rinder e W. Michael Lewis, che vive grazie al continuo apporto di turnisti che entrano a far parte della formazione anche solo per un singolo. Nel 1978 è l’Ensemble Vocal Garnier, coro a cappella francese, a omaggiare la “canzone proibita” di Gainsbourg con un un singolo pubblicato su etichetta Vogue.

In Italia si assiste invece a un interessante fenomeno che non sembra avere paragoni in nessun'altra parte del mondo. Mentre all’estero vengono prodotte cover e cover parodistiche di Je t’aime… moi non plus, nel nostro paese prende vita, invece, l'usanza di inventare delle canzoni erotiche comiche originali che prendono in giro la moda dell’orgasmo song. A dare il via a questa tendenza fu, per la verità, Toni Santagata, che nel 1969, all’indomani della discesa della “canzone proibita” di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, mise in piedi lo sketch intitolato Je t’aime, Peppi’. Parte dello spettacolo di cabaret tenuto dallo stesso Santagata in vari locali della penisola, a partire dal celebre Derby Club di Milano, la scenetta vedeva protagonista una coppia di sposi del Tavoliere, la cui sonnecchiante vita coniugale veniva ridestata dalla canzone sporcacciona francese portandoli a fare cose “sozzografiche”. Il divertente sketch di Santagata viene pubblicato inizialmente all’interno dell’album Toni Santagata, le sue canzoni, il suo cabaret, stampato dalla Ri-Fi nel 1970. Nel 1978, tuttavia, visto l’infuriare della “seconda ondata” di canzoni porche, la casa discografica di Santagata, la Carosello, lo spinge a pubblicare una versione aggiornata dello sketch sul retro del 45 giri I love the punk (Ai, lavete pank), su base languidamente dance. Il brano prende così il nome di UFO Sexo e sa dimostrarci come sia possibile coniugare le perversioni del Divin Marchese con popolari rimedi contro la stanchezza sessuale: “Peppino... Peppino! Che per caso ti sei afflosceto? Non ce la fai più? Allora facciamo una cosa zozzografica, Peppi’... sì... come fanno in Isvezia... sììì! Dammi due o tre frustete, io ti faccio un energetico zabaione!”.

Nel 1977 è il sagace Benito Urgu, comico sardo con alle spalle una carriera di cantante beat con I Barritas, che se ne esce con Sexy Fonni (Fonni è il paese d'origine della razza canina del pastore sardo). Nella canzone è alle prese con una insaziabile francesina dagli ardenti appetiti sessuali, che gli precipita in casa, denudandosi e costringendolo (poveretto) a un’interminabile notte d’amore. Nel 1978 si aggiunge Mon cheri Fonni a formare il dittico “Fonni”: qui la ragazza francese, ritornata nella sua terra natia, ricorda con nostalgia le prodezze sessuali del Nostro. Gli scrive così una lettera carica di pathos e lui si consola con una... pecorella! Ma Benito fraintende i francesismi della bella gallica e così "Cheri Fonni" diventa "sceriffo" e "Mon cheri" diviene "moscerino", mentre alla dichiarazione "je t'aime" lui risponde con un "non ttemmere, non c'è niente da ttemmere!". Nel 1979 ecco ancora Urgu alle prese con la sexy parodia più grottesca: Filodiffusione. Qui è protagonista di una storia alquanto ambigua. Probabilmente facendo eco a Due di Timothy e Luca, eccolo duettare con un uomo dalla parlata vezzosa, che gli dice: “Tu sai che io sono tanto dolze e delicato quando agizco, no?”. Questi lo sottopone a non meglio identificate pratiche che, rivelandosi dolorose, lo costringono a somministrargli una misteriosa sostanza che dovrebbe fargli “sentire solo un certo solletichino”. Nel finale scopriamo che Urgu è andato dal dentista a farsi estrarre un dente cariato! Un quarto, e di gran lunga più raro 45 giri, segue quando la moda delle orgasmo song è sfumata da tempo: Sotto le ascelle. La canzone ripresenta il nostro mentre richiede alla propria coniuge prestazioni di una perversione inenarrabile, cui ella si sottopone obtorto collo: il bacio dell’ascella.

Altra grande parodia è messa in atto da Gino Bramieri nel 1977 su dischi Skorpion. In Motel Bramieri è il garçon di un Motel che si vede costretto a penetrare nella stanza di una signora per informarla che ha lasciato i fari accesi della macchina. È buio e viene accolto da una serie di sospiri e mugolii che lo inducono a pensare che la signora si senta male. Nel finale scopriamo che si tratta solamente di un equivoco dato che stava conversando con "un disco sexy di quelli birichini"! Ancora una moltitudine di sexy parodie provengono dagli Squallor a partire dal 1977 con AiaGentlemanNottingam e I Love My Disco Baby, ques’ultima parodia diretta del sexy sound di Donna Summer. Segue poi D’Annunziata nel 1978, forse la citazione più diretta della moda italiana dell’orgasmo song, dato che la situazione presentata ricorda molto da vicino quella di Tre in amore di Timothy e Sarah. Nel 1983 è la volta della “gaya” La guerra del vino e nel 1984 della citazione esplicita dell’originale francese in Ne me tirez plus. Le ultime sexy parodie degli Squallor risalgono al 1985 con Torre annunziata e al 1986 con L’incompiuta. E persino Ugo Tognazzi arriva a confrontarsi con l’orgasmo song nel 1981 sul retro del 45 giri Risotto amaro, sigla della trasmissione televisiva omonima. Squisita, bionda e morbida (scritta da Iaia Fiastri su musica di Armando Trovajoli) è infatti un'audace e divertentissima parodia che gioca su tutta una serie di doppi sensi sottolineati dal tono sensuale di Tognazzi e dalla musichetta languida di sottofondo. “Eri sul punto d’impazzire solamente poco fa… Ah, ti ho sbattuta come dico io. Lo ammetto: ci so fare, ho esperienza e abilità, in simili emergente sono quasi un dio. […] Sei venuta in un modo fantastico!” Ma stiamo parlando di maionese! Che avevate capito?

A chiudere le danze nel 1979 ci pensa una tra le più belle produzioni discografiche afferenti al genere, proveniente da un autore del calibro di Detto Mariano. Coinvolto nella realizzazione della colonna sonora di una trasmissione sexy per l’emittente romana GBR, dà alle stampe per la sua Meeting Music il favoloso doppio LP stampato su vinile giallo trasparente, Proibito. La titletrack è una orgasmo song in piena regola che vede protagonisti due giovani, un ragazzo e una sua coetanea, amante però del padre, coinvolti in un amplesso clandestino. Alla fine lui vorrebbe averla tutta per sé, ma lei li gli risponde rassegnata che ciò “è probito”.

IL DECENNIO BUIO ANORGASMICO: GLI ANNI OTTANTA

Con l’arrivo degli anni Ottanta l’orgasmo song, improvvisamente, sparisce con la stessa velocità con la quale era comparsa. Gli anni del “reflusso” sono anni protagonisti di una sostanziale ridefinizione del mercato discografico, ma anche della sessualità “solare” e della voglia di riscoperta del corpo protagonista del decennio trascorso. Il sesso sonoro inciso su supporti fonografici che riproducono tanto orgasmo song quanto veri e propri documenti sonori pornografici, improvvisamente sparisce. Come in un bel sogno erotico che ci ha cullato durante la notte, trasportandoci tra le braccia morbide di nude e profumate naiadi, al risveglio non ci resta nulla in mano se non il ricordo. Negli anni Ottanta gli spettatori non vogliono più soltanto ascoltare, ma vogliono anche e soprattutto vedere. Divengono di largo consumo i videoregistratori casalinghi e con essi si diffonde il mercato delle videocassette, una buona fetta delle quali è costituita da film pornografici. La pornografia diviene in quegli anni una ricca industria e il sesso stesso che vi viene raffigurato, da pionieristica performance che ha in sé una valenza quasi rivoluzionaria, diviene una pura ginnastica di corpi. Al contempo il decennio vede esplodere il fenomeno dei videoclip che sempre più spesso divengono il mezzo ideale nel quale rappresentare brevemente sofisticate fantasie erotiche. Possiamo ritrovare facilmente esempi di questo passaggio di consegne tra il “sesso sonoro” e il “sesso visuale” nei Duran Duran, che elargiscono belle ragazze in topless nei videoclip di Girls On Film o The Chauffeur, nel Belouis Some di Imagination, o ancora negli Ultravox di Visions In Blue.

Le orgasmo song prodotte negli anni Ottanta si possono contare sulle dita di una mano, comprese le cover di Je t’aime… moi non plus. Ma soprattutto avviene un curioso fenomeno: così come il corpo viene ora coperto dal ritrovato abito maschile completo di cravatta (accessorio che sembrava meravigliosamente destinato a scomparire per sempre solo pochi anni prima), così anche il sesso viene nascosto, facendosi sotterraneo. Già nel 1979 vediamo James White, alias James Siegfried, meglio conosciuto come James Chance, in compagnia della reginetta punk Lydia Lunch, produrre l’angosciante orgasmo song no-wave Stained Sheets (letteralmente “lenzuola macchiate”, non vogliamo sapere di che cosa). Nel 1981 è poi la band industrial per antonomasia, Einstürzende Neubauten, a riproporre una sofferta e dolorosa versione “metallurgica” del classico di Gainsbourg intitolata Jet’m all’interno del loro album Kollaps. Nell’86 Genesis P. Orridge, padre dell’industrial e della sperimentazione all’interno della scena underground, incide su etichetta Sub Rosa unitamente al collettivo The Angels of Light la sua personale versione del brano, che nell’89 verrà ristampata (e rimixata in più versioni) a nome Mistress Mix (dietro cui si cela la moglie Paula P. Orridge) and Psychic TV su etichetta Temple Records.

L’ultima vera e propria orgasmo song originale viene incisa nel 1989. Ciò avviene proprio all’interno di quel genere musicale, elettronico, freddo e minimale, che è l’erede virtuale della disco: la house music. Il compito di aggiornare il verbo della pornosong spetta al dj e produttore discografico di Chicago Louis Sims, meglio noto con il nome d’arte di Lil Louis, che nel 1989 arriva ai primi posti delle classifiche al di qua e al di là dell’Atlantico con l’orgasmatica French Kiss. Un bacio intensamente sessuale elargito dalla cantante afroamericana Shawn Christopher che raggiunge un lento e ipnotico orgasmo della durata di oltre 5 minuti sulla base dall’incedere ossessivo di un breve riff di Fa naturale ripetuto in loop.

LA NUOVA ONDATA: GLI ANNI NOVANTA

Sappiamo bene come gli anni Novanta siano anni difficili musicalmente parlando e non solo: poca fantasia, poca creatività in tutti i generi, e… molti ripescaggi e revival. Quasi parte integrante del revival lounge, la riscoperta di Serge Gainsbourg, dovuta in parte alla sua morte, porta con sé i germi di un’ineluttabile rivalutazione del suo brano più noto e “scandaloso”: Je t'aime… moi non plus. Seppure non  vengano praticamente più realizzate nuove orgasmo song, negli ambiti musicali più disparati si assiste a un riesplodere della cover mania della “canzone proibita”. Ma è soprattutto in due generi che l’omaggio alla pornosong si manifesta in maniera particolarmente virulenta: il revival lounge e la house music.

Tuttavia ancora nell’ambito indie Gainsbourg viene omaggiato con una certa frequenta. Nel 1993 è Barry Adamson a cantarne una cover nel suo album The negro inside me in compagnia di Anita Lane. Quest’ultima sembra prenderci gusto e così nel 1995 è di nuovo a cantare Je t’aime… moi non plus in compagnia del suo ex, Nick Cave, che la declamano però in inglese intitolandola I love you… nor do I. Infine eccola ancora nel 1997 in compagnia di Mick Harvey a cantarla per l’album tributo a Serge Gainsbourg Pink Elephants. Altra versione “alternativa” è quella elettronica di Ann Hell, contenuta nell'album del 1998 The Butterfly Experiment (scaricabile gratuitamente dall’Internet Archive, tuttavia senza il brano oggetto della nostra ricerca, per ovvie ragioni di copyright). Da ricordare infine il papà del punk, Malcolm McLaren, che la canta nell’edizione in doppio CD del suo album Paris del 1994.

In ambito dance assistiamo all’esplosione della cover mania di Je t’aime… moi non plus soprattutto in Italia a partire già dal 1989 quando, probabilmente per accodarsi al clamore suscitato da French Kiss, Severo Lombardoni pubblica con la sua Discomagic la cover house del progetto di studio Les Femmes Erotiques. La Discomagic ritornerà ancora sul tema nel 1993, quando a cantarla saranno nientemeno che MC & Co feat Fanny sul retro del rarissimo 12” What Is Love (Spanish Version). Se il nome non vi dice niente, ebbene, sappiate trattarsi di uno dei tanti pseudonimi adottati da Cristiano Malgioglio, coadiuvato qui dalla starlette televisiva Fanny Cadeo. La Discomagic sfrutta ancora l’orgasmo song di Gainsbourg nel 1993 nel 12” di Moi & Toi, mentre altre versioni house italiane si aggiungono a quelle del pioniere dell’italo disco milanese. Yo e Max  per la Tycoon Records nel 1991 e Mig 29 feat. Natasha  per la Signal nel 1995, tra gli altri.

Sul versante prettamente pop alla babele di lingue in cui si canta Je t’aime... moi non plus si aggiungono nuove cover poliglotte. A cantarla in tedesco con il titolo Je t’aime – Ich liebe dich, sono nel 1991 Heiner Lauterbach e Sabine von Maydell; in spagnolo Chayanne nel 1992, intitolandola Exxtasis; nel 1998 Davorin Bogović in croato col titolo Moja  Voljena e, nello stesso anno, Ilona  Csáková in ceco col titolo di Když zbývá  pár  slov. Con loro molti altri a cantarla in francese o in inglese tra cui Zohra & Ann Ceurvels, Lara Fabian, Dzihan Camien, Pet Shop Boys, Core, Jo Leemans, le Cibo Matto con Sean Lennon, eccetera.

L’orgasmo song, da canzone scandalo, talmente oscena da non poter nemmeno essere pronunziata, ha subito una lenta trasformazione, diventando dapprima moda, poi colonna sonora degli spogliarelli notturni di casalinghe sfatte nei primi anni ottanta e delle chat erotiche durante i novanta, per venire infine sdoganata e assurta alla nobiltà di un grande classico cui tutti prima o poi non possono fare a meno di confrontarsi per deferenza, omaggio e ammirazione. 

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

La discografia relativa a questo filone musicale è molto vasta e comprende non meno di 200 cover di Je t’aime… moi non plus e quasi altrettante emulazioni, “tangenti” e parodie. Questa non ne è che una minima parte, ci limitiamo infatti qui a segnalare solamente i dischi più significativi ascrivibili alla moda della orgasmo song, limitatamente ai singoli e ai concept album. Per la discografia esaustiva del filone e l’elenco completo delle cover di Je t’aime… moi non plus rimandiamo alla discografia contenuta nel libro Orgasmo Song. Sesso, musica e sospiri edito da VoloLibero Edizioni, 2016.

Singoli

101 Strings Orchestra with Bebe Bardon Love at First Sight/Nancy’s Song, A/S Records 1969, 7”
Alceste e Adalgisa Ti amo… ed io di più/Problems, SND Record, 7”
Andrea Giordana e Marisa Salinas L'estasi, Disco CDB 1969, 7"
Baker Street Philharmonic Love at First Sight/Tycho, Polydor 1969, 7”
Brigitte Ti amo... ed io di più/Incontro, King 1969, 7" allegato alla rivista King
Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer Ti amo… ed io di più/Edda Dell’Orso Sospendi il tempo, Boradway International 1969, 7"
Ilane Sirkin e Fred Burg Yo te amo... yo tampoco (Je t’aime... moi non plus), Music Hall 1969, 7”
Ivan Io ti chiamo... bene/Anita La Battona Idroscalo, Steppa 1969, 7”
Man Erotica/Suddenlife, Pye Records 1969, 7”
Nana Virgin & George Salesbury Je t’aime... moi non plus/L’amour, Storz Records 1969, 7”
Ombretta Colli Ti amo… io di più/Scientificamente, Rare 1969, 7”
Rita (Rita Cadillac) Erotica/Sexology, Barclay 1969, 7”
(Riz Samaritano) Favola per adulti, N.D.N. Record 1969, 7”
Serge Gainsbourg & Jane Birkin Je t'aime… moi non plus/Jane B., Fontana 1969, 7"
Sounds Nice Love At First Sight/Love You Too, EMI – Parlophone 1969, 7”
The Communicatives Je t’aime… moi non plus/Ricordati ragazza, Durium 1969, 7”
(artista sconosciuto) Io ti amo, N.D.N. Record 1969, 7”
Batkin Brothers Mai.../Tropical, Fono Sexy 1970, 7”
Batkin Brothers Problems/Estatycon, Fono Sexy 1970, 7”
Bourvil & Maillan Ça (Je T’Aime Moi Non Plus)/Pauvre Lola, Pathé 1970, 7”
Byron Lee & the Dragonaires Birth Control/Love at First Sight, Troyan Records 1970, 7”
Cristine Lamoure Ekstase/Fanny, Intim 1970, 7”
Wolfgang Gruner & Edeltraut Elsner Die 10 001. Nacht (Je t’aime... moi non plus)/Nee Walzer (Sag doch nicht immer Nee), Trans World Records 1970, 7”
Armando Stula e Maria Sole Giochi proibiti, Archivac 1971, 7”
Frankie Howerd and June Whitfield Up Je T´aime/All Through The Night, Pye Records 1971, 7”
South African Combo Orgiastic Ritual/Black Secret, Tickle 1972, 7”
The Chakachas Jungle Fever/Cha Ka Cha, Polydor 1971, 7”
Abigail Rogan Je t’aime/Last Tango in Paris, Festival Records 1973, 7”
Sylvia and Ralfi Pagan Soul Je T’aime/Sunday, Vibration 1973, 7”
Michel David + Marianne et Jeanett Amour: 2+1/Love: 2+1, Barclay 1974, 7”
Midnight Session Let The Music Play/Conception, H. Production 1974, 7”
Theodorking Flute Elle et elle/All of me loves all of you, City Record 1974, 7”
Donna Summer Love to Love You Baby, Oasis 1975, 7”
Judge Dread Je t’aime... moi non plus/Look A Pussy, Cactus/Horse 1975, 7”
Nathalie et Christine Femmes, EMI Pathé 1975, 7”
Serge Gainsbourg & Jane Birkin Je t'aime… moi non plus/Joe Banjo, Philips 1975, 7"
Andrea e Nicole La prima volta/I Beati Paoli La prima volta (Strumentale), EMI - Odeon 1976. 7"
Cerrone Love in C Minor/Black Is Black, Alligator/Atlantic 1976, 7”
Chrisma Amore/Sweet Baby Blue, Polydor 1976, 7”
Marie Laure Calore/Live to Love, Durium 1976, 7”
Nathalie e Christine Kiss, EMI Pathé 1976, 7”
Nemo Uappa, Real Music 1976, 7”
Paolo e Francesca Diciottanni, Move 1976, 7”
Romantiques Amore libero/Ancora tu, ERRE 1976, 7”
Sabina Ciuffini No, no, no/La strega, Atlantic 1976, 7”
Tony Silvester Pazuzu/Soka, Mercury 1976, 7”
Alex & Dotzy La foja, AB Record 1977, 7”
Andrea e Nicole Niente/Buonanotte amore, EMI Odeon 1977, 7”
Benito Urgu Sexy Fonni/Il gallo è morto, Derby 1977, 7"
Donna Summer Je t’aime, Casablanca 1977, 7” e 12”
Gemini L’amour interdit/I Miss You So, Ariola 1977, 7”
Gino Bramieri Motel/E per assurdo… amore, Skorpion 1977, 7"
Saint Tropez Je t'aime/On a rien a perdre, Baby Records 1977, 7"
Squallor Aia/Abat-jour, CBS 1977, 7”
Squallor I love my discobaby/Nottingam, CBS 1977, 7” e 12”
Virginie et Barbara Viens…, EMI - Pathé 1977, 7"
Benito Urgu Mon cheri Fonni/La porsea, CGD 1978, 7"
Cecilia Polizzi Les Biches/Ninna nanna di Saffo, Feeling Record Italiana 1978, 7”
Ensemble Vocal Garnier Les sucettes/Je t’aime, moi non plus, Vogue 1978, 7”
Timothy e Sarah Tre in amore/Timothy e Luca, Fontana 1978, 7"
Toni Santagata I love the punk (ai, lavete punk)/UFO Sexo, Carosello 1978, 7"
(artista sconosciuto) Sexi’s Thime, Nuovo Playore 1978, 7”
(artista sconosciuto) Ultima corsa, Nuovo Playore 1978, 7”
Eve Court e Enrico Baroni Phone amour, New Eco 1979, 7”
Proibito Proibito, Meeting Music 1979, 7”
The Scamps Je T’aime (Moi Non Plus)/Nicole, Vogue 1979, 7”
Timothy e Luca Due/Timothy e Sarah Telli 4, Fontana 1979, 7"
Benito Urgu Filodiffusione/Sardinia little America, CGD 1979, 7"
Vicious Pink Phenomena Je t’aime... moi non plus , Warehouse Records 1983, 7” e 12”
Benito Urgu Sotto le ascelle/Quadrivio, Bu Record 1984, 7”
The Afro Rhythm Group Sexy Safari/African Love, Pineapple 1985, 7”
Genesis P-Orridge & The Angels Of Light Je t’aime, Sub Rosa 1985, 12”
Trafassi Kinderen, Hinderen/Me Jam, Big Lift Records 1985, 7”
Serge Gainsbourg & Brigitte Bardot Je t'aime, moi non plus/Bonny & Clyde, Philips 1986, 7" e 12”
Lil Louis French Kiss, FFRR 1987, 7” e 12”
Mistress Mix and Psychic TV Je t’aime, Sub Rosa/Temple Records 1989, 12”
Heiner Lauterbach – Sabine von Maydell Je t’aime – Ich liebe dich, Rough Trade 1991, 7”
e CD single Paradise Blue Je t’aime... moi non plus, Red Bullet 1992, 12” e CD single
Barry Adamson The Negro Inside Me, Elektra 1993, CD single
Blown Je t’aime... moi non plus, Epic 1994, 12” e CD single
Misty Oldland A Fair Affair (Je t’aime), EMI – Columbia 1994, 12” e CD single
Nick Cave & Anita Lane The World’s a Girl, Mute Records 1995, CD single
Angel Corpus Christi + Dean Wareham Je T’aime (I Wanna Boogie With You)/Cheree/Surfer Girl, Via Satellite 1997, 7”
Pet Shop Boys feat. Sam Taylor-Wood I Don’t Know What You Want But I Can’t Give It Any More, EMI – Parlophone 1999, CD single
Ben Chapman Je t’aime (The Mixes), Universal 2000, 12”
Sven Väth Je t’aime... moi non plus/Design Music, Virgin Records 2001, 12” e CD single
Chez Hermes Je t’aime... moi non plus/Chez Hermes, senza etichetta 2002, 7”

Concept Album

101 Strings The Exotic Sounds Of Love, A/S Records 1970, LP
Masami Kawahara & The Exotic Sounds Ecstacy, Columbia 1970, LP
(artista sconosciuto) Come fare lo spogliarello per vostro marito – Preludio ad una sera d’amore, West Side 1970, LP
Reiko Ike Kokotsu No Sekai, Teichiku Records 1971, LP
Z (Mort Garson) Music for Sensuous Lovers by “Z”, Sensuous Records 1971, LP
Jorgelina Aranda Erótica, Microfon 1972, LP
Didier Euzet, Michel Soulié, Henri Trais, Jean-Claude Valat Le souffle d’Éros – Le grand disque d’ambiance erotique, Disques H 1973, LP
(artista sconosciuto) Plaisirs Erotiques... vol: 1, Wygson 1973, LP
(artista sconosciuto) Plaisirs Erotiques volume 2, Wygson 1973, LP
The Magnetic Sound Je t’aime and other exotic love themes, Interfusion 1975, LP
Andrea e Nicole Storia della prima volta, EMI Odeon 1976, LP
The Romantic Sound Orchestra Noche de amor, Nevada 1976, LP
Nathalie et Christine avec Les Vibrations Erotheque, EMI Pathé 1977, LP T
he Romantic Sound Orchestra Erotic Music, Nevada 1977, LP
Proibito Proibito, Meeting Music 1979, 2xLP
Orchester Pasquale Dagorn Erotic Dreams, Marifon/Picwick 1980, LP
The Romantic Sound Orchestra Erotic Music Vol. 2, Nevada 1980, LP
María Kónsta Puretós, Venus 1981, LP
Vanessa and the Eros 5 Erotica, Music For Pleasure 1982, LP
Jan Romana Kollner Erotheque 2, EMI 197?, LP
Monica Lassen & The Sounds Woman!!, Columbia 197?, LP
(artista sconosciuto) Porno Report Nr. 1, Geton 197?, LP

Compilation Erotiche

AA.VV. Musica da camera, EMI Columbia 1971, LP
AA.VV. Le canzoni proibite, UP - Superstereo International 1976, LP
AA.VV. Erotique, Joker 1977, LP
AA.VV. Le canzoni proibite vol. 2, Up Superstereo International 1977, LP
AA.VV. Erotica, Music For Pleasure 1980, LP
AA.VV. The Mood Mosaic Vol. 3 – The Sexploitation , Yellowstone Records 1997, LP e CD
AA.VV. The Mood Mosaic Vol. 12 – Mondo Porno, Yellowstone Records 2002, LP e CD
AA.VV. Prélude à L’amour – Près d’une Heure de Musique Erotique, Eros 197?, LP

Versione riveduta, corretta e ampliata dell'articolo originalmente pubblicato su Hit Parade Italia nel 2003.

La prima edizioni italiana di "Je t'aime... moi non plus"
La versione di Je t'aime... moi non plus cantata da Brigitte Bardot
Albertazzi e la Proclemer cantano versione italiana, Ti amo... ed io di più
La seconda "versione ufficiale" di Ti amo... io di più cantata da Ombretta Colli
King regala la versione "tarocca" di Ti amo... ed io di più cantata da Brigitte
La Stampa dà notizia del sequestro di Je t'aime... moi non plus
I Man nei primi mesi del 1969 danno alle stampe Erotica
Rita Cadillac è tra le prime a emulare l'orgasmo dei Man
Armando Stula, Marisa e Vittoria Solinas sono tra i primi a inaugurare la stagione delle orgasmo song italiane
Nathalie et Christine avec Les Vibrations aprono una nuova stagione di orgasmi nel 1975
Nel 1976 Andrea e Nicole pubblicano il concept album erotico Storia della prima volta
Timothy lo fa in tre, con Sarah e Claudia in Tre in amore
Grandi lesbicate in dischi come Viens... di Virgnie et Barbara
Benito Urgu è tra i più fertili parodisti dell'orgasmo song