Prima di tutto, parlateci della genesi del progetto Moreware
Fabrizio: Moreware è un progetto nato dalla mente di Luigi, io sono arrivato in un secondo momento quando ancora stava definitivamente vedendo la luce. Ero approdato da poco tempo su gamesource.it dove ho conosciuto Luigi, il quale mi ha proposto di aiutarlo con il suo blog, visto che sono sempre stato appassionato di elettronica, modding e prototipazione. Ammetto che all'inizio ero titubante, il tempo mi ha permesso di conoscere Luigi e il suo modo di lavorare molto quadrato e incredibilmente meticoloso, ma dopo qualche giorno ho accettato e mi sono subito trovato bene a lavorare con lui. Ogni tanto discutiamo, ma alla fine è normale quando le cose da fare sono tante e la lista degli argomenti da trattare non diminuisce mai.
Luigi: Moreware rappresenta il mio sogno di ragazzo, quando scrivevo programmi in assembler per il Commodore 64 e programmavo in COBOL su schede perforate sognando di aprire una società di consulenza nel campo dell'IT. La vita ci conduce per mano a "fare giri immensi per poi tornare al punto di partenza": ho acquisito 35 anni di esperienza nel settore, e credo di aver raggiunto il momento in cui si può tentare il grande salto. Ma da solo non ce l'avrei mai fatta. Moreware nasce grazie alla costanza ed alla risolutezza di Fabrizio, Simone e Danilo: più giovani del sottoscritto, si sono lanciati a capofitto nel progetto, e ciò che a Luglio era nato, quasi per gioco, per offrire una via di sfogo alla necessità di comunicare una informazione diversa, più utile e fruibile, sei mesi dopo contava già 100.000 lettori interessati.
Quali sono gli obiettivi di Moreware?
F: Moreware ha l'obiettivo di far conoscere e divulgare non solo progetti di elettronica, ma anche e soprattutto far passare il messaggio che alla base di una passione o di un lavoro di tipo tecnico, c'è sempre e costantemente lo studio, la sperimentazione e l'evoluzione continua data dal mercato sempre in divenire e dalla necessità costante e sempre presente di proporre qualcosa di innovativo.
L: La conoscenza non viene trasmessa per osmosi, occorre studiare a fondo. Ma per studiare occorre avere guide capaci, responsabili ma soprattutto appassionate della materia che trattano. Spiegato nel modo giusto, qualsiasi soggetto (anche il più ostico) diviene semplice da capire e da ricordare. Ho cercato di selezionare individui dotati delle giuste caratteristiche per presentare argomenti apparentemente aridi, correlati con elettronica e matematica, in un modo nuovo, diverso, presentando a giovani e meno giovani una palestra per la mente utile per apprendere a lavorare con i computer ed i microcontrollor, ma soprattuto in grado di aiutare a ragionare ed a riflettere.
Il blog è rimasto quello che era all'inizio o si è evoluto?
F: il blog all'inizio era composto solo da me e da Luigi, poi con il tempo sono entrati in squadra due ragazzi molto giovani ma promettenti, Danilo e Simone. Negli ultimi tempi sono entrati anche Enrico e Giuseppe, in tutto ora siamo in cinque ma dal canto mio non è cambiato nulla: bisogna stare sul pezzo e chi pensa che più si è meno sforzo fanno i singoli non ha capito niente. Ognuno ha la sua parte, il suo compito e deve portarlo avanti in simbiosi con ciò che viene fatto dagli altri. Quando produci contenuti on line ti affacci sul mondo nella sua interezza, ma questo vuol dire che devi reggere il ritmo, occuparti dei social, produrre contenuti e avere sempre uno sguardo sulle nuove tendenze. Se allenti un attimo tutto quello che hai fatto i mesi prima svanisce, per questo serve organizzazione e metodo, altrimenti finisci per iniziare mille cose e non finirne nemmeno una.
L: Un blog è per sua natura una entità dinamica. Un blog valido si modifica giorno per giorno cercando di seguire le richieste e le necessità dei propri lettori. Per tale ragione abbiamo cercato di sviluppare una struttura che all'interfaccia utente familiare ed immutabile unisse la possibilità di creare rimandi incrociati. All'interno del blog trovano posto numerose categorie, come il tutoring, la scuola, la musica, i progetti elettronici: è possibile fruire degli argomenti presentati giorno dopo giorno sulle pagine virtuali, o ricercare tutti e soli gli articoli relativi alla propria categoria di interesse. E accanto alle categorie abbiamo i link interni, che consentono di collegare argomenti simili trattati in categgorie diverse. Abbiamo cercato di estendere lo studio di documenti ipertestiali portandolo ad un livello superiore. Cercando nel frattempo di migliorare costantemente la qualità e la direzionalità dei nostri articoli.
Parlateci della vostra storia personale. Cosa accadeva prima di Moreware?
F: Cosa facevo e continuo a fare, vorrai dire. Ho avuto il primo computer alla fine della prima media, in casa non si usava perchè i miei genitori non lo usavano. La cosa più vicina ad un computer che avevo avuto tra le mani era il Super Nintendo, regalatomi in seconda elementare. Era tutto nuovo, all'epoca c'era Windows 95 e internet non c'era. Crescendo la passione è aumentata sempre di più, quando ebbi quattordici anni entrai nel negozio di computer di due miei amici, Roberto e Riccardo, che non finirò mai di ringraziare. Chiesi loro cosa fosse una porta USB, non ne avevo mai vista una. Quel giorno cambiò tutto, iniziai a montarmi da solo i computer, a ripararmeli... Poi iniziai con il modding. A quei tempi non c'era tutta la produzione che c'è ora, adesso se vuoi una ventola a led, un dissipatore illuminato, hai solo che l'imbarazzo della scelta, in quegli anni se volevi qualcosa dovevi farti tutto da solo e internet non c'era, non c'era youtube, non c'erano le community dove chiedere aiuto... Eri tu, le tue idee e i tuoi attrezzi. A poco a poco sono arrivato ai kit elettronici, iniziando a usare il saldatore e tutto il resto... È stato un percorso lungo, fatto di tanti mal di testa, notti insonni e tantissimi errori che mi hanno insegnato più di tanti maestri. Nel corso degli anni ho avuto il piacere di scrivere per EOS (Elettronica Open Source), per poi approdare su DeathCaverna dove sono tornato al modding e al gaming. Tutte le esperienze mi hanno fatto crescere moltissimo, ho commesso molti errori dovuti all'inesperienza ma ho sempre trovato persone in gamba che mi hanno aiutato a correggerli e ad imparare. Su DeathCaverna ho conosciuto Andrea Catena, persona con anni di esperienza, umile e preparatissima con il quale collaboro tutt'ora.
L: Sono un sognatore, perseguo le cosiddette "cause perse" e cerco di vincerle. Era il 1980 quando portai la mia band musicale ad un nuovo livello di professionalità progettando mixer, amplificatori ed effetti audio speciali. Nel 1985 ho lasciato un posto pubblico per lanciarmi nel nuovo mondo dell'informatica, puntando sulla mia capacità un po' visionaria di acquisire informazioni e realizzare progetti. Nel 1990 ho conosciuto due ragazzi incredibili (avevamo meno di 60 anni in tre). Abbiamo notato che sul mercato le riviste informatiche si erano ridotte a cataloghi pubblicitari, ed abbiamo fondato na nostra casa editrice dedicata alla programmazione: Infomedia. Lanciammo le riviste Computer Programming, Dev, Login, che trovarono immediatamente posto sulle scrivanie di funzionari e PM del mondo dell'IT italiana. Nel 2000 iniziai a propormi come consulente IT Security, lavorando a di versi progetti anche militari a livello europeo. Nel 2010 ho partecipato a l CS50, un corso online inserito nel piano di studi della facoltà di Computer Sciences di Harvard (USA): i risultati ottenuti mi hanno permesso di prendere contatti con i responsabili e diventare assistente tutor per gli studenti che seguivano il corso online. Come racconta scherzosamentemio fratello, "Quqando a Luigi interessa qualcosa che non è ancora stato fatto, lo inventa!" Nel 2020 ho inventato Moreware, vedremo come va a finire.
Qual è il vostro rapporto con la progettazione e la costruzione di apparati audio?
F: Ho sempre avuto un bel rapporto con la musica, pertanto mi è sempre piaciuto costruire apparati audio per soddisfazione personale. Per chi vuole avvicinarsi all'elettronica e imparare ad utilizzare il saldatore, niente è facile e divertente come un kit per costruire una piccola radio. Se ne trovano davvero molti in commercio e sono stati la palestra di generazioni di tecnici e ingegneri. Personalmente non posso dire di aver mai progettato amplificatori audio o diffusori, mi sono limitato a dimensionare impianti per il car audio.
L: Elettronica informatica e musica hanno due elementi in comune: la passione e la matematica. Con la passione è possibile creare oggetti nuovi come un artigiano, lisciando e smussando ogni piccola sporgenza sino ad ottenere un oggetto bello e fruibile. L'aggiunta della matematica trasforma l'artigiano in artista, le sue opere prendono vita e diventano pezzi unici dotati di un'anima propria. La scelta accurata di componenti ad alta precisione ed a basso rumore, lo studio a priori della disposizione dei moduli per evitare interferenze, la cura nei confronti dell'intre3faccia utente, che dev'essere tanto bella quanto funzionale rende il nostro lavoro completamente assimilabile a quello di chi progetta un amplificatore o un diffusore acustico. Ed essendo l'arte un'ottima cura per l'anima, i risultati dei nostri progetti aiutano noi e chi li realizza a godere di un prodotto valido. Sul web è oggi più importante l'immagine o il contenuto informativo per veicolare informazioni? F: È un discorso complicato, non tanto per il discorso in sé ma per la domanda a mio avviso troppo semplicistica. Il punto focale al giorno d'oggi per avere la massima resa è produrre contenuti che facciano tante visualizzazioni, è brutto da dire ma senza un adeguato traffico sul portale è difficile essere presi in considerazione da realtà che vogliano collaborare con te. Questa è la premessa, poi per fare visualizzazioni devi scrivere in un certo modo, utilizzando tutta una serie di accorgimenti che permettano al blog di essere indicizzato dai motori di ricerca. Anche questo fa parte del metodo e della capacità di capire cosa in quel momento serva per incrementare i moltiplicatori. Molti non ci credono, ma spesso conta di più un articolo magari superficiale e mal scritto, che però tratti un argomento di tendenza, piuttosto che un editoriale magari scritto bene ma che in quel momento non interessa a nessuno o comunque ad una nicchia ristretta. L'occhio vuole sempre la sua parte, ma nessuno dei suddetti elementi è più importante di altri, come nel motorsport è questione di "pacchetto": se hai tutto sei vincente, se te ne manca anche soltanto uno fai molta fatica. L: Questa è una domanda alla quale è davvero difficile rispondere. A mio avviso, se si punta a comunicare un messaggio emotivo, l'immagine è imprescindibile. Ma la caratteristica del contenuto emotivo è la sua volatilità: un'emozione dura un istante, e quel che rimane è rappresentato da livelli di concentrazione salina nei neuroni, qualcosa che non può essere rivissuto allo stesso livello. Per chi come noi sceglie di puntare sul ricordo (non fa scienza, senza lo ritener, l'aver inteso), un contenuto coinvolgente come un romanzo porta sicuramente risultati migliori.
Quanto è importante il lavoro di squadra in un progetto come il vostro?
F: Il lavoro di team non è importante, è fondamentale. Anche se è un concetto che in Italia fa fatica a passare, ho avuto la fortuna di frequentare e frequento tutt'ora community estere dove questa mentalità è un caposaldo assoluto. Per loro postare una richiesta di aiuto o farsi aiutare con i problemi di un progetto è la normalità, puoi vederla diversamente ma ottieni sempre e comunque rispetto e chi la pensa diversamente ti spiega anche il perchè della sua convinzione. In Italia purtroppo siamo molto lontani da questo tipo di visione delle cose, si tende ad essere dogmatici e molto elitisti su determinati argomenti, con il risultato che tanti si allontanano dalla materia perchè senza la condivisione e la disponibilità ad aiutarsi reciprocamente si fa fatica a progredire, mentre invece il concetto di "apprendere cose nuove" dovrebbe essere lo scopo di tutti.
L: Un progetto come il nostro non esisterebbe senza lavoro di squadra. Quando un organismo ha bisogno di crescere, tende a diversificare le proprie capacità di interazione con il mondo. Per noi è la medesima attività: come in una band è importante mantenere tono e volume allo stesso livello durante gli assolo, così nel nostro progetto è opportuno che ciascuno esegua con coscienza la propria parte, e sia pronto ad intervenire non appena si verifichi un'emergenza. Il progetto trasforma le entità singole in un sistema simbiotico in grado di autoregolarsi.
Da sempre si è convinti che quelli come voi vivano in laboratorio e non facciano altro, cosa ne pensate?
F: Convivo con questo pregiudizio da quando i miei coetanei hanno scoperto che alle sbronze croniche preferivo collegare fili e accendere led. Ho molte altre passioni, la moto soprattutto, il modellismo, il motorsport e il fumo lento inteso come pipe e sigari. Mi sento di parlare anche a nome di Luigi, tra tutto troviamo anche il tempo per una vita sentimentale, anche se forse, almeno per quel che mi riguarda, dovrei impegnarmi di più. Il problema è la gestione della memoria e dei processi paralleli della mia testa, capita che si stia mangiando o che lei mi stia parlando di qualcosa e di colpo mi venga in mente la soluzione che mi tiene bloccato un progetto o che mi venga un'idea per qualcosa di nuovo... A quel punto la mente vaga e arrivano anche gli "warning" sotto forma di occhiatacce. Capita che le idee non vengano, a quel punto faccio un giro in moto o medito "a fil di fumo".
L: Vivere non è semplicemente esistere. Vivere significa proiettare ciascun atomo del proprio essere verso il raggiungimento di un risultato sperato. E' evidente che sotto quest'ottica non sia umanamente possibile vivere in un laboratorio (o in un centro di elaborazioned dati, se è per questo). Ma c'è di più: lavorare nel mondo dei social media significa essere pronti a recepire qualsiasi minuscolo mutamento nei trend o negli interessi della gente, ed essere in grado di interpretarne i significati e di valutarne gli sviluppi. CHi non è reattivo in questo lavoro è destinato ad essere dimenticato. Il laboratorio rappresenta solo una parte della nostra attività: la parte rimanente ci vede protagonisti nel mondo.
Siamo in chiusura, cosa vi sentireste di dire ai ragazzi che vi stanno leggendo?
F: Alle persone, non solo ai ragazzi. Una passione non ha età, quando arriva puoi solo cederle. Direi loro di appassionarsi, di andare oltre quel che la società gli impone, senza preoccuparsi di sembrare strani o fuori moda. Come diceva Chuck Palahniuk, "davvero voglio tutto questo, o sono semplicemente addestrato a volerlo?". Seguite il vostro istinto e divertitevi, senza divertimento non si fa niente. Non iniziate a fare qualcosa solo perchè qualcuno vi ha detto che vi fa fare soldi, è la peggior motivazione che possiate fornire. La ricetta "facile e veloce" è solo uno specchietto per allodole, esattamente come i corsi a venti euro che promettono di rendervi esperti in qualcosa in quattro settimane. Pretendete da voi stessi la libertà, un concetto che parte dalla testa, non siate prigionieri dei dogmi o delle imposizioni mascherate da tradizioni, il resto verrà da sé. Ah, prima che io me ne dimentichi: non fumate.
L: Siate scientificamente curiosi. Chiedetevi sempre la ragione per la quale accadono le cose: non importa se si tratti di fisica, matematica, musica o politica. Capire le ragioni che impongono i cambiamenti ci porta automaticamente a poter essere parte di quegli stessi cambiamenti. Nulla è troppo difficile, specialmente se qualcuno lo ha fatto prima di te: occorre studiare, occorre provare, occorre sbagliare tante volte, ma se ogni errore ci porta più vicino alla soluzione, allora quella azione ci ha fruttato un minimo di esperienza in più. E soprattutto: "Non si impara per la scuola, ma per la vita", diceva Seneca. Qualsiasi molecola di informazione in più che riterrai nella memoria ti sarà prima o poi utile nella vita.
Per conoscerli meglio di seguito vi linko il loro blog che trovate nella sezione "Siti Amici": https://www.moreware.org/wp/