Se una giornata vi capita di passare per Milano non rinunciate a spendere un po’ del vostro tempo per visitare e girare la zona Navigli. Parliamo in particolare del Naviglio grande e della ormai famosa e limitrofa “Zona Tortona” tra Via Savona e appunto Via Tortona. Una sorta di area atelier che nel corso degli anni ha saputo cogliere da un punto di debolezza una nuova sfida che con il tempo si è rivelato un punto di forza nel rilancio del quartiere e dell’urbanizzazione di Milano in generale.
Un po’ di storia.
Nel novecento il processo d’industrializzazione aveva ridisegnato l’area che nell’ottocento non era altro che semplice campagna o zona verde e faceva parte amministrativamente dei Corpi Santi. L’area era perciò costituita quasi esclusivamente da lotti agricoli, canali d’irrigazione e campi coltivati.
Oggi a sua volta i grandi volumi e i grandi spazi lasciati dai siti produttivi, catalogati ormai nel linguaggio odierno come archeologia industriale, sono diventati riferimenti ideali per le tendenze dei creativi e per lo svolgimento di happening e manifestazioni che vanno dal divertimento all’arte dalla moda al design. Insomma tutto ciò che fa cultura.
La dismissione creativa di vecchie aree industriali dopo la chiusura di Fabbriche storiche come Bisleri, Ansaldo, Riva Calzoni, Richard Ginori, General Electric, Osram, Loro Parisini, Nestlé ha restituito alla città uno sfogo intrigante per la fantasia, il pensiero e la progettualità di architetti, artisti e guru nei campi più disparati. Oggi, al posto di tutta un’area depressa, ci trovate il gotha della moda (Esprit, Kenzo, Zegna, Hugo Boss, Gas, Stefano Giovannoni), ma anche progetti di riqualificazione che portano la firma di architetti di grande fama quali Tadao Ando, David Chipperfield, Antonio Citterio, Mario Cucinella.
Insomma la scintilla è stata l’avvio del Superstudio, realizzato da Flavio Lucchini e Fabrizio Ferri nel 1983 nelle rimesse delle locomotive della stazione di Porta Genova e in una fabbrica di biciclette per diventare un complesso, oggi noto a livello internazionale, di spazi dedicati alla fotografia di moda. Nel 1985 li segue Carlo Orsi che inaugura in Via Tortona il suo atelier in ex officine e Luciano Formica trasforma parte della Bisleri, tra le vie Savona e Solari, ricavandone i suoi laboratori di restauro e niente meno che Pinin Brambilla Barcilon, (il quale ha curato il restauro dell’Ultima Cena di Leonardo e di parte della Cappella degli Scrovegni) possiede qui i suoi laboratori negli ambienti di un’ex officina meccanica.
Quando si dice una zona cool!
Nella zona potete trovare tutto quello che avete sempre immaginato e forse anche qualcosina che va oltre: 55 atelier di fotografia, 16 di design, 11 di moda; 27 studi per web e multimedia, 19 per editoria e TV; 31 centri di ricerca collegati alle attività precedenti e anche un teatro di sperimentazione, il Teatro Libero di via Savona e la Scuola del Fumetto di Milano associata a Disney, Bonelli e Star Comics. Vi consigliamo di passare alla Design Library e alla Libreria 121 per avere una visione d’insieme del quartiere, soprattutto se siete ispirati da una visita dal taglio architettonico. Stessa cosa dicasi per lo spazio FMG con la sua mostra di architettura. Mentre per tutto quello che costituisce anche cultura d’impresa non potete mancare di ammirare il quartier generale della Deloitte così come trasformato da Mario Cucinella Architets a partire dagli ex palazzi delle Poste. Tadao Ando firma invece con la sua sensibilità minimalista costituita dalla fusione di acqua e luce il Teatro Armani via Bergognone, al civico 59, nell’ex fabbrica dismessa della Nestlé.
Siamo tornati ora in via Tortona, presso Superstudiopiù, ex-sede della General Electric, oggi multilocation moderna considerata un’istituzione nel campo degli eventi. Un vero e proprio contenitore ristrutturato capace di raccogliere sfide di ogni genere e portata, dove spicca il concept MyOwnGallery.
Non possiamo ora mancare di citare due vere e proprie istituzioni dell’Urban style milanese:
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l’Officina Creativa Ansaldo mix poliedrico di una vasta gamma di culture che vanno dal mondo dell’impresa e dell’artigianato alla letteratura, la musica, il cinema e tutto ciò che è sperimentazione in genere. Una vera e propria opera di fusion dove ogni settore porta il suo bagaglio e il suo contributo.
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Tortona 37 un esempio unico per l’Italia di Hub internazionale tra i più dinamici e intriganti a livello europeo. Loft, laboratori, showroom, uffici, bar e negozi, sorgono intorno ad un giardino sempre verde grazie al progetto firmato da Matteo Thun.
Capitolo a parte l’accoglienza turistica che qui massimizza il rapporto tra cura del particolare e design avanguardistico, mix di tendenze cosmopolite e garbo milanese e soprattutto contrasto dato dalla molteplicità culturale e stilistica. Ricordiamo tra gli altri al civico 35 sempre di Via Tortona il Nhow Hotel e ora anche Magna Pars Hotel dove si esalta il connubio tra alta tecnologia ed eco sostenibilità moderna.
E’ per questo e per tanto altro ancora che se vi sentite un po’ cacciatori di tendenze a metà tra un sociologo e un etnografo, uno che insegue le mode e le tendenze, ne spia i simboli nelle culture metropolitane e le fa diventare a sua volta tendenza, non potrete non passare di qui.
Oltre i dintorni del distretto culturale, i Navigli sono a due passi e la zona è ben collegata da tram e metropolitana. Un giro al Gogol & Company cafè per cercare una rivista underground e poi via per un aperitivo urban-style. Lungo il Naviglio grande è un fiorire di locali, pub, ristoranti alla moda, con un’offerta infinita che va a soddisfare anche i palati più esigenti. Si parla ormai di apericena per quanto è ampia l’offerta messa in campo. Tra un tocco di vita bohemien e un look comunque ricercato, ci si sente così immersi in un’atmosfera per così dire libertina e fresca. Tutto questo, mescolato a una filosofia modaiola sempre e comunque presente, fa di Milano un polo attrattivo che si disegna addosso una propria immagine futurista e di modello giovanile fatto di movida, happening, cultura e ovviamente tendenza. Non mancherete di calarvi anche voi in una mentalità fatta a volte di forma a volte di sostanza tenendo d’occhio tra un corpo e l’altro di aver già visto quelle maglie a righe, quegli shorts per le donne e tanta voglia di vintage a partire dagli occhiali sino alle pettinature e alla barba per gli uomini.