Gang: monografia

Posté le: 14/07/2008 - Dernière mise à jour: 04/08/2008


Ho conosciuto questa band rock marchigiana con il disco Storie d'Italia (esempio davvero riuscito di folkrock italiano), disco in cui venivano fatti nomi e cognomi di tanti personaggi che hanno rovinato (ed alcuni continuano tutt'ora ) la nostra penisola . Quel cd conteneva canzoni riuscite sia a livello di musica (ottimi gli arrangiamenti) e di testi. Già la prima canzone “Kowalsky” faceva capire l'anima del lavoro dei fratelli Severini, la mia preferita era “Eurialo e Niso” splendida trasposizione dei due personaggi ambientata nella Guerra Mondiale dallo splendido testo. Ma c'erano altri pezzi degni di nota come “Dove scendono le strade”, “Duecento giorni a Palermo” (che con le sue liriche ha procurato un processo contro I Gang) e “Il Partito trasversale” con il suo testo sarcastico e le musiche davvero adatte alle liriche.
Questo cd formò assieme al lavoro precedente Le radici e le ali ed al successivo Una volta per sempre una trilogia dedicata ai testi in italiano ed alle strorie del nostro paese. Il gruppo marchigiano infatti aveva iniziato a cantare in inglese il proprio rock di protesta (influenzati soprattutto dai Clash), la svolta musicale secondo me avveniva  con Reds l'ultimo lavoro in inglese che aveva in sè i semi della svolta che avrebbe preso in futuro il paesaggio sonoro della band. Il disco successivo alla trilogia Fuori dal controllo fatto da un rock con chitarre suonate in maniera energica e dalle musiche più immediate rispetto agli album di folk rock in lingua madre ma che nelle tematiche confermerà la sensibilità dei Gang a cosa succede intorno a loro e soprattutto intorno alla realtà del nostro paese (la p minuscola è voluta).
Hanno continuato e continuano con lavori onesti e ben fatti (come l'ultimo Il seme e la speranza), avendo il coraggio e la forza di combattere le major che non hanno supportato a dovere con la giusta promozione i lavori discografici della band marchigiana e lavorando adesso con un etichetta indie che dà maggiore spazio e indipendenza all'arte dei fratelli Severini.