Agarthi

At the Burning Horizon

Revisión
Publicado el 15/09/2008
Votar: 8.5/10

Dunque, quanti di voi si ricordano di questa mitica band che nel 1997 pubblicò questo unico e importante mini CD? Penso che i metallari più attenti e curiosi stiano già alzando la loro mano per rispondere, e ne gioisco. Tuttavia, per i novizi mi sento in dovere di fare un breve excursus per spiegar loro l’importanza di codesto gruppo che troppe volte fu sottovalutato e dimenticato da tanti, che ne fecero accrescere, tuttavia, il suo status di culto nell’undeground musicale italiano e non solo.

Tutto cominciò addirittura nel 1994, quando questi baldi giovani decisero di formare una band ispirata al metal classico, all’epic e perché no, anche all’extreme metal che allora stava spopolando nell’underground italiano. Lo so che tra voi, lettori, comincia a serpeggiare lo spettro di ricordi neanche troppo lontani, per non dire vicini, di ben più famose band dal nord dell’Europa; tuttavia qui non stiamo parlando di melodie pacchiane e ritornelli quasi da discoteca metal. Qui si parla di metal oscuro ed epico allo stesso tempo, di cavalcate nel buio dei misteri di terre e usanze a noi note solamente grazie ai libri di storia.

Dopo alcuni anni, la band arrivò al debutto con il demo, introvabile, “Beginning”, del 1996 e l’anno successivo finalmente, il debutto ufficiale si coronò con il mini CD in questione, “At The Burning Horizon”. Gli anni accrebbero le loro capacità musicali e i Nostri sfornarono quattro canzoni che sicuramente erano destinate a smuovere le acque di un underground troppo legato ad influenze musicali esterne e scarno di band capaci di dare un tocco di originalità al genere.

“Agarthi” è il nome di un regno leggendario che si troverebbe all'interno della terra, descritto nelle opere dello scrittore Willis George Emerson. La favolosa Agarthi è legata alla teoria della Terra cava ed è un soggetto popolare nell’esoterismo. Sin da qui, dunque, l’originalità era un loro punto forte e la musica seguì le parole. Il mini CD è un concept sulla storia di sei demoni che invadono la Terra e la copertina ce li mostra su uno sfondo di rosso fuoco che rimanda direttamente al suono degli zoccoli dell’introduzione. Le tastiere fanno la loro prima comparsa, la voce e le chitarre seguono.

Le atmosfere sono catacombali e veramente drammatiche. I demoni stanno arrivando. I tempi di batteria non sono mai troppo veloci e preferiscono solamente accompagnare le dinamicità degli altri strumenti. La registrazione è molto esenziale ma per niente caotica e tutti gli strumenti si odono perfettamente. I cori di voci pulite e le urla al limite del black metal si susseguono su di un tappeto di cambi repentini d’atmosfere. Le parti epiche sono filtrate attraverso passaggi molto dark che risultano sempre dannatamente evocativi. Le parti di piano di “And Cursed Will Be The Sun” sono perfettamente incastonate nei passaggi rallentati e oscuri.

Quando il gruppo decide di spingere sull’acceleratore, le chitarre macinano una gran quantità di riffs, senza mai disdegnare tocchi leggermente più epici che sono maggiormente presenti nelle aperture più lente. Nella parte centrale di “Manu maligni” le tastiere si lanciano in fraseggi eccezionali con le chitarre e le note rimandano parecchio alle melodie medievali. Le altre parti sono al limite dell’ambient con la solita benvenuta pesantezza delle chitarre. L’ultima “Black Triangle Sovereigns” è assai complessa e lunga. Le sfuriate estreme si alternano con aperture melodiche ed epiche nella loro oscurità mentre le chitarre sono sempre ispirate e chiamate a fare un gran lavoro con riffs intricati e repentini cambi di tempo.

Dopo 23 minuti, le melodie sfumano e lo scoppiettio di legna che arde ci indica che i demoni sono passati e hanno lasciato il loro segno. Un segno indelebile nella storia del metal tricolore lo hanno lasciato anche questi sei (non a caso) musicisti che grazie alla loro formula così originale, anche se ancora un po’ sotto forma di embrione, diedero nuova linfa al panorama. Ancora una volta, la scena italiana non fu capace di vedere lungo e un’altra meteora passò in fretta per poi reincarnarsi nella creatura dei Fiurach che da 10 anni non da notizie di sé. Che i tempi siano maturi per un ritorno dei demoni?

Agarthi - At the Burning Horizon

Agarthi

At the Burning Horizon

12" Ep, 1997,
Género: Black metal

Canciones:

  • 1) At The Burning Horizon (05:13)
  • 2) And Cursed Will Be The Sun (04:18)
  • 3) In Manu Maligni (04:36)
  • 4) Black Triangle Sovereigns (09:23)

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