Recensione giradischi Teac TN-300

Pubblicato il 13/07/2015 - Last updated: 13/12/2016

Topic: Riproduzione audio hi-fi

Non più di due settimane prima di riceverlo colloquiando con un mio amico notavo che tra le mie recensioni non vi era alcun giradischi, bene TEAC sembra quasi avermi sentito e il primo prodotto che recensisco di questa casa è proprio il loro giradischi TN-300.

PREMESSA

Prima o poi sarebbe capitato: tutti parlano del ritorno del vinile. Un po’ esagerato, come fa notare anche il nostro Ivano Russo, di ritorno al vinile, ma è vero che sempre più persone si ritrovano a voler ascoltare un vinile, vuoi perché sono quelli che hanno riscovato in cantina, vuoi perché ne hanno vinto uno ad un qualche programma radiofonico, vuoi perché il disco nero suscita in tutti un po’ di fascino.

RINGRAZIAMENTI

Fatemi partire dal solito ringraziamento a voi lettori che mi scoprirete in versione vinile.

Mi preme anche ringraziare i ragazzi di EXIBO che curano il marketing e il supporto tecnico di TEAC in Italia e che hanno permesso questa recensione.

PACKAGING

Il packaging è semplice, il giradischi è inserito in uno scatolone con tutto l’occorrente.

BUNDLE

Il bundle è composto da:

un alimentatore switching 12V e 500mA,

un cavetto RCA to RCA di comunissimo livello

un buon cavo USB schermato

braccio (per chi non fosse abituato ai giradischi… sappia che non è scontato, o meglio non è scontato sulla fascia alta quindi lo inserisco sebbene sia una parte fondamentale del giradischi)

testina fono rivelatrice Audio Technica AT95E

MATERIALI

Il capitolo materiali questa volta non è banale perché in un giradischi i materiali usati sono fondamentali.

Il case è composto da legno MDF ad alta densità e plastica, la parte in legno è posta per abbassare il più possibile risonanze non gradite né al sistema, né tantomeno all’ascoltatore. La zona in plastica è così per chiudere inferiormente le elettroniche che accompagnano questo giradischi.

Il piatto è in alluminio pressofuso.

Il braccio e la conchiglia sono anch’essi in alluminio.

I piedini sono in alluminio e gomma.

Il tappetino per piatti giradischi è in gomma.

Insomma la plastica è per fortuna pochissima.

DESCRIZIONE

In primis come sempre eccovi il link al produttore http://audio.teac.com/product/tn-300/

La descrizione estetica come al solito viene delegata come solito alle foto che fanno questo lavoro in modo veloce, esplicativo e chiaro. A me hanno mandato il modello di colorazione rossa,ma si possono scegliere come colorazioni anche: cherry (ciliegia), nero, bianco e legno. Tutte con effetto smaltato lucido che se tenuto pulito dona un effetto specchio. Il giradischi alla fin fine è un componente che ama farsi guardare e TEAC ben sapendo ciò ha impiegato risorse per creare un design piacevole alla vista.

Il TN-300 non è il solito giradischi difficile da settare e da cui si può godere appieno solo dopo una calibratura effettuata con strumentazione particolare. Impostare il TN-300 è facile ed anche abbastanza veloce, credo che in 20 minuti si possa giungere tranquillamente ad una soluzione ideale.

Non è il solito giradischi anche perché propone questo strumento hi-fi in una veste nuova che affianca il vecchio al nuovo tramite il fornire al TN-300 sia di un’uscita di linea selezionabile, che può essere usata sia come uscita phono sia come uscita di linea; sia di un’uscita USB dedicata alla registrazione del disco tramite PC.

Il motore DC ad elevata coppia è regolabile in due velocità una per i 33 giri, l’altra per i 45 giri; raggiunge velocemente la velocità di rotazione del piatto e la mantiene costante. La trasmissione del movimento rotatorio è affidata ad una cinghia, inutile cercare di capire se questa soluzione è la migliore in assoluto (come se in Hi-Fi esistesse un assoluto raggiungibile), semplicemente è la prima soluzione nata per far girare il piatto giradischi e la più economica. Ha i suoi difetti ma ha due pregi di fondamentale importanza in questa fascia di prezzo: il primo è quello di funzionare bene, il secondo è quello di costare poco.

Il Braccio è di tipo lineare ed imperniato con struttura completamente in alluminio. Studiato per essere usato con questo giradischi e conchiglia presenta un meccanismo per la regolazione dell’antiskating. Lunghezza 9 pollici.

Il piatto giradischi è in alluminio pressofuso pesa circa 580 grammi e risulta veramente leggero, ma è classico su prodotti di tale fascia. Risulta tuttavia piano e ben fatto senza cercare estremizzazioni, il che permette di usare un motore poco potente, poco rumoroso e poco vibrante, che non abbia sforzi per far girare in modo costante il piatto.

I piedini sono anch’essi di semplice soluzione costruttiva al fine di poter proporre il giradischi ad un pubblico più esteso, ma che possa funzionare bene. Sono principalmente in gomma e TEAC li ha scelti come elemento di flottanza per un giradischi rigido. Disaccoppiare dall’ambiente un giradischi è di fondamentale importanza, non tutti hanno mobiletti studiati per disaccoppiare le elettroniche dall’ambiente, così TEAC ha ben pensato di usare i piedini d’appoggio per creare questo disaccoppiamento. La gomma è esteriormente coperta da un piedino in alluminio che ha lo scopo di irrigidire il piedino e renderlo più fermo, tale parte non ha funzione accoppiante perché non tocca né il piano d’appoggio, né la struttura rigida del giradischi.

La chicca di questo giradischi è tuttavia composta dalla circuiteria elettronica che è composta da un equalizzatore, amplificatore phono e da un’uscita digitale USB che tramite il collegamento al PC o al MAC permette di registrare i dischi, senza l’ausilio di una scheda audio.

Partiamo dal circuito phono: esso è un circuito escludibile, infatti, è possibile disinserire tramite uno switching tale circuito. Se disinserito sarà necessario usare un amplificatore phono, tuttavia non credo che affiancare un amplificatore phono attorno ai 100 euro possa far suonare meglio l’impianto, poiché il circuito presente internamente al TN-300 è di pari livello. Basato su operazionali non è studiato solo per il massimo accoppiamento con la testina in dotazione, tanto che è possibile usare una qualsiasi testina MM sul mercato.

Altro elemento interessante è il fatto che il TN-300 è dotato di uscita USB. Questa uscita non ha tanto intenzione di collegare il giradischi ad un DAC quanto di permettere la registrazione dei dischi tramite l’ausilio del proprio computer. L’uscita è di tipo PCM fino a 16bit e 48kHz scelta dovuta più all’abbattimento dei costi che altro. Ha però il vantaggio fondamentale di escludere la scheda audio integrata sulla mainboard a tutto vantaggio della generale qualità di riproduzione. Il circuito di conversione analogico-digitale si pone dopo il preamplificatore RIAA, altro vantaggio che permette di registrare il segnale già amplificato come se si stesse ascoltando il giradischi, e quindi di non doversi preoccupare di equalizzazioni per recuperare un po’ di basso.

TEST

L’uscita RCA presenta un impedenza di circa 500 Ohm, una capacità di circa 250 pF e un voltaggio d’uscita che varia tra i 4.5mV, se è selezionata l’uscita phono, e i 190mV se è selezionata l’uscita di linea; con un amperaggio pari rispettivamente a 1μA e 3μA.

REGISTRAZIONE DI UN DISCO

Il Tn-300 permette almeno due modi di registrare i propri dischi, il primo è quello classico di collegare l’uscita di linea ad un ingresso di linea di una scheda audio, il secondo è quello proprietario ovvero sfruttare l’uscita digitale.

Il primo metodo è però consigliabile se e solo se si è dotati di una scheda audio dedicata ed assolutamente non l’integrata di cui sono dotati i computer odierni.

La seconda sfruttando una connessione digitale permette di saltare la scheda audio del computer poiché la trasformazione analogico-digitale è compiuta già a bordo del TN-300.

Ciò di cui si necessita è semplicemente un software di registrazione audio (ho usato Audacity).

Tutto qui? Si tutto qui, non si necessita di molte cose solo dei cavi già in dotazione e di un computer.

Se si usa l’USB l’unico dettaglio in più è che essendo il segnale trasformato in 16bit e 44.1 o 48 kHz vi è una compressione della dinamica e il rischio è che la registrazione vada in clipping, per eliminare questo problema basta regolare il volume del microfono via software (lo so non c’è un microfono, ma essenzialmente Audacity nomina l’USB come microfono digitale e per evitare il clipping ho impostato a 0.3 circa). Una volta attuata tale accortezza non vi saranno problematiche nella registrazione.

L’uso di una scheda audio permette di registrare 24bit 192kHz non vi è alcun problema di regolazione, tuttavia volete che si necessita di una scheda audio adatta (quelle da studio di registrazione), volete il livello del giradischi non vi è un sostanziale miglioramento della qualità, anzi le tracce sono state pienamente confrontabili.

L’ASCOLTO

Mi sono dedicato a due tipi d’ascolto, il primo in cuffia, il secondo tramite diffusori.

Entrambi sono stati assai interessanti, non ho mai raggiunto valori di distorsione elevati, 0.3% con le cuffie e 0.1% con i diffusori. Tuttavia alcuni rumori superficiali erano distintamente udibili sebbene i vinili usati fossero abbastanza puliti.

È stato interessante anche perché era veramente molto tempo (calcolabile in anni) che non ascoltavo più un disco in vinile, sono nato dopo la nascita del CD, e sono un fervido sostenitore della musica liquida (a patto che sia di ottima qualità e di costo onesto), onestamente parlando temevo e ricordavo peggio.

Temevo di sentire molti più frusci, temevo di ottenere distorsioni più elevate e temevo di non ottenere un gran appagamento dall’ascolto.

Non fraintendetemi i DAC di pari costo sono nettamente superiori tecnicamente e musicalmente parlando, semplicemente a memoria mi ricordavo un qualcosa di molto peggiore rispetto ad un DAC.

Ma torniamo all’ascolto: la linea di basso era abbastanza presente ed abbastanza dotata di corpo ma era sempre come se fosse mancato qualcosa; la dinamica non era brillantissima ma era presente ed evidente soprattutto con la musica classica. Avrei preferito un po’ più di dettaglio, ma questo sarebbe stato possibile solo con un preamplificatore diverso e più costoso, il che lo rende un nonsense su questa fascia di prezzo, e con una testina diversa, ma anch’essa ben più costosa e quindi anch’essa abbastanza un nonsense.

Il canale centrale virtuale come prevedibile era ben identificabile ed andava giustamente a diminuire la stereofonia a causa del basso crosstalking che naturalmente le testine fonografiche presentano.

Ok mi devo togliere dalla testa il paragone continuo che faccio quasi inconsciamente quello giradischi VS DAC paragone da cui qualsiasi giradischi ne uscirebbe con le ossa rotte.

Per farlo narrerò l’esperienza avuta con le tracce tramutate da analogico a digitale proprio grazie al TN-300. Anche in questo caso non mi aspettavo molto da un giradischi da 400 euro, mi sbagliavo questo è stato il test più interessante, che mi ha permesso di guardare di buon occhio il TN-300 in quanto bilanciamento del sistema; perché certi risultati non si ottengono se non si è provvisti di un sistema ben bilanciato.

Mi aspettavo di riottenere il vinile sotto forma di FLAC nulla di più nulla di meno, mi sono dovuto ricredere, tramite il DAC fornitomi sempre da TEAC (AI501 DA) è subito parso evidente che il suono ne aveva guadagnato sia sotto il profilo di udibilità degli strumenti, sia sotto il profilo dinamico. Proprio la dinamica era rinnovata non solo erano notabili i differenziali dinamici, ma l’intera dinamica delle tracce era resuscitata. Forse è per questo che ho descritto il circuito di digitalizzazione del segnale come una delle principali caratteristiche del TEAC TN-300, ma il TN-300 ha una caratteristica ancora più importante: permette a tutti di poter accedere al mondo dei vinili, ma soprattutto permette a tutti di trasformare i propri vinili in formato FLAC ottenendo così un file di elevata qualità. A tutti perché il costo dell’apparecchio si aggira attorno ai 400 euro e si ottiene un sistema dal facile uso e che non necessita di grandi impostazioni e regolazioni.

E quindi come suona? Non suona male, per il costo che ha suona anche molto bene e riesce a rendere interessante un’esperienza col disco nero, previa accettazione dei limiti imposti dallo strumento stesso. Accettati tali limiti (che sono fisicamente e tecnicamente validi anche su giradischi che costano 250 volte tanto) il TN-300 è perfettamente capace di donare un’esperienza musicale classica che permette di comprendere come si ascoltava la musica e capace di far comprendere perché il vinile ha il suo fascino anche visivo.

CONCLUSIONI

Va bhè forse questa recensione si pone un po’ fuori dagli schemi, ma è anche vero che il TN-300 è dedicato a tutti quelli che si approcciano per la prima volta al disco nero o che semplicemente desiderano rivalorizzare i vecchi vinili abbandonati qualche tempo fa, che necessitano di un prodotto che costi poco, facile da impostare e che non debba per forza condurre a nuovi acquisti quale amplificatore phono, nuova testina nuovo braccio etc. è un prodotto che nasce completo e bilanciato (cosa non banale in un giradischi, anzi il bilanciamento testina, braccio, piatto, motore, telaio è fondamentale basta sbagliare qualcosa in questo bilanciamento e si ottiene un pessimo prodotto). Il TN-300 permette un’esperienza completa a soli 400 euro; ha i suoi difetti, alcuni intrinseci alla riproduzione del vinile, altri intrinseci ad un prodotto entry level. Inutile sperare che possa suonare come prodotti da più di 1000 euro, inutile lamentarsi del fatto che sul giradischi è montata una testina Audio Technica che si trova a soli 50/60 euro… inutile perché se si dà un occhio al mercato si nota subito che le testine che costano meno del TN-300 sono molto poche, quelle che costano anche più del doppio sono decisamente in quantità maggiore. Non c’è niente da fare l’esperienza col giradischi è costosa ed ottenere un sistema che riesca a suonare comunque bene al costo di un paio di testine economiche, o al costo di un braccio economico è un lavoro per cui si possono solo fare dei complimenti ai progettisti che l’hanno ideato.

 

 

VIDEORECENSIONE

Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli
Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli
Photography by Marco Maria Maurilio Bicelli