Social Surplus
Hopera
Il nucleo originario dei veneti Social Surplus nasce nel 2006. Dopo pochi mesi, la band riesce a dare alle stampe il loro primo EP The Awakening of Madness e cinque mesi più tardi a Ravenna riescono ad incidere il remake dello stesso disco con alcune tracce bonus. Le performance dal vivo si moltiplicano ed un paio di anni dopo un video è girato per la canzone Love Comes with Trumpets. Grazie alla loro caparbietà riusciranno anche a dividere il palco con importanti realtà del metalcore odierno, quali Atreyu, As I Lay Dying e altri fino ad arrivare alla pubblicazione di questo album: Hopera.
Come anticipato, la band si diletta in un metalcore di chiaro stampo statunitense come ormai se ne sentono tanti in giro. La mania sembra essere esplosa in tutto il mondo. Si inizia con le atmosfere cupe di una violenta e martellante The Anger of the Poet, canzone prevalentemente su tempi medi a dare grande risalto alle rullate marziali della batteria ed alle aperture a tratti accessibili delle chitarre. La voce, come in questi casi, si mostra violenta e senza compromessi tranne che per alcuni aperture melodiche supportate da arpeggi in tonalità pulita. Tutto come da copione con grande dispendio di energia da parte del gruppo, cantante in particolare anche se a lungo andare potrebbe risultare monocorde. Sullo stesso stile segue Pangea, tuttavia con Wolves possiamo notare una certa dinamicità dell’apparto, con una velocizzazione notevole senza dimenticare le aperture melodiche o le ricadute nei pesanti down tempo tipici del genere.
La registrazione potente e pulita dona grande vitalità alle chitarre per ricavarne il giusto impatto sonoro, tuttavia non mancano anche momenti leggermente più melodici come in occasione di My Awful Vision che mostra un ottimo riffing a distaccarsi leggermente dal solito stile metalcore. Le strutture semplici delle canzoni sono ottime per non impegnare troppo l’ascoltatore ma proseguendo nell’ascolto dell’album le tracce tendono ad assomigliarsi leggermente e alcune note positive si possono trovare nel riffing meno canonico e per certi versi vicino al death melodico di Magenta Thoughts o nelle dissonanze di un’oscura Kiss Me I’m The Liar.
Giungendo alla fine dell’ascolto posso dire che i Social Surplus ci sanno fare. Alcuni brani dell’album, come detto in precedenza, tendono ad assomigliarsi troppo e non brillano per originalità. Consiglio alla band, quindi, di puntare maggiormente nel creare qualcosa di personale. Cosa che riesce nelle canzoni succitate. Il lavoro c’è stato, l’impegno pure. Non resta che aspettare il prossimo lavoro e complimenti anche per la copertina ed il libretto del CD: curatissimi e molto accattivanti.
Social Surplus
Hopera
Genre: Metal
Tracks:
- 1) The Anger Of The Poet
- 2) Pangea
- 3) Wolves
- 4) My Awful Vision
- 5) Silicon Key Vs. Chocolate Door
- 6) Last Fool Race
- 7) Magenta Thoughts
- 8) Kiss Me I’m The Liar
- 9) Lostful Kiss
- 10) No One’s Guilt
Renseignements pris à partir du disque
Filippo Cavedon: Voce
Andrea Dal Santo: Basso, voce
Fabio De Angelis: Batteria, voce
Marco Dal Ferro: Chitarra
Giovanni Da Zotto: Chitarra