Radiohead
A Moon Shaped Pool
Era dai tempi di Ok Computer che il male di vivere non veniva descritto con tanta potenza di liriche e sound nella stessa misura. I Radiohead sono fatti così: sono indiscutibilmente la band più elegante e sorprendente in circolazione non solo per la qualità dei loro lavori, ma per la loro capacità di reinventare la loro presentazione senza risultare mai superflui o superficiali. Anche questa volta non bastano pochi ascolti per cogliere tutta la ibridazione del disco che al contrario risulta fin dal primo ascolto incredibilmente compatto e coeso. Partendo da un nichilismo di stampo mitteleuropeo, ma anche del tutto personale, la band riesce nell'impresa di narrare storie e passioni, sfiorando talvolta una poesia kraut-rock altre volte semplicemente un pop raffinato di elevatissimo lignaggio. Il brano di apertura Burn the witch si impone per affinità ritmica e approccio stilistico come una moderna A day in the life con il suo andamento claustrofobico che monta con il passare dei minuti con i suoi slanci sofferti e fluidi allo stesso tempo. La successiva Daydreaming oltre ad avere uno splendido videoclip ha una melodia memorabile che tramuta la solitudine e la depressione in poesia. Un passaggio onirico dal fascino descrittivo per poi passare alla decadente Decks Dark dalle arie molto concilianti e delicate dove il basso ti prende per mano per un viaggio nel passato. La definirei quasi una sorta di autocitazione di un recente passato fatto di incontenibile nostalgia. Desert Island Disk mi riporta la mente e l'emozione sottopelle ai norvegesi Motorpsycho che forse per approccio e sperimentazione sono la band che più si avvicina (se non propriamente per stile) alla sensibilità di Yorke e soci. Una ballad sussurrata dalla classe sopraffina che colpisce per nobile presenza e grazia nelle forme dai toni notturni. Dopo l'intermezzo di Ful Stop e la splendida quanto struggente Glass Eyes con tanto di accompagnamento di piano e archi tra atmosfere chamber-pop e aromi musicali intimisti, arriviamo a certificare il carattere fortemente suggestivo delle musiche tra iperboli melodrammatiche e irresistibili falsetti. Present Tense e Tinker Tailor Soldier Sailor Rich Man Poor Man Beggar Man Thief sono una sorta di poesia delicata prima e di danza bucolica poi. Arriviamo quindi alla finale True love waits. Testo da brividi e un piano commovente ad accompagnare la voce per un minimalismo che trasmette una sensazione di volontario oblio. Una traccia che racchiude tutto il fulcro creativo di una band che non solo ci ha restituito con questo lavoro un tuffo fatale nel classico, ma ci ha regalato degli spazi immensi dove volare con visionario e celestiale “umanesimo” tirati da invisibili fili di malinconici poeti del rock quali sono i Radiohead.
Radiohead
A Moon Shaped Pool
Genre: Art-rock , Ambient , Elettronica
Tracks:
- 1) Burn the Witch
- 2) Daydreaming
- 3) Decks Dark
- 4) Desert Island Disk
- 5) Ful Stop
- 6) Glass Eyes
- 7) Identikit
- 8) The Numbers
- 9) Present Tense
- 10) Tinker Tailor Soldier Sailor Rich Man Poor Man Beggar Man Thief
- 11) True Love Waits
- 12)