Mercanti di Liquore
Miserabili
Miserabili: il fallimento del liberismo, impegno ma non solo.
Generalmente le conclusioni si traggono alla fine, però in questo caso voglio bruciare le tappe e dire da subito che “Miserabili” è un grande esempio di teatro-canzone. E’ solitamente difficile conciliare la dimensione del teatro-canzone con un supporto digitale come il CD, soprattutto, quando si sceglie di introdurre in abbondanza nel prodotto finale il recitativo. Il rischio è di realizzare un prodotto che alla lunga stanca e che finisce per non avere una sua corretta dimensione. Ma qui il miracolo dell’equilibrio riesce e riesce alla grande, grazie anche alla notevole abilità di Marco Paolini, che sa non solo non annoiare, ma sa addirittura incantare con i suoi monologhi fino a divenire a tratti esilarante come nel brano “La carrucola” in cui riesce a far addirittura ridere su un incidente sul lavoro, anzi per la precisione raccontando una lettera inviata da un immaginario operaio all’Inail di Treviso per spiegare la dinamica di un incidente accaduto in un cantiere, che si conclude con questa emblematica morale: "io volevo dirti Italia tu ridi, ma tante volte quando ti succede un incidente sul lavoro in cantiere un po' mona sei tu. Anche quando ti succede in macchina a guidare tante volte un po' mona sei tu. Quello che non capisco io è perché se lo stesso tipo di incidente ti succede all'estero in divisa ti mettono la bandiera sulla bara, se ti succede in cantiere sei mona e basta!".
Un altro bel monologo, introdotto da voci e canto mischiati tra inglese e italiano, è l’iniziale “Mrs. Thatcher” con questo bellissimo testo sul liberismo un "Dopo di lei la politica non conta più niente, c'è solo economia, solo economia, dopo la Thatcher tutto era in vendita hanno scritto i giornali. Come ha fatto signora? C'erano regole. Per quel che ne so io di Monopoli. Non so, uno punta al Viale Dei Giardini, parco della Vittoria poi mette case e alberghi e allora le cose gli vanno mica male. Se però ti casca la stazione Nord, l'acqua potabile, la corrente elettrica non ci puoi mettere le case. Al massimo tiri su le ventimila lire per uscire di prigione senza passare dal via. Come? Lei ha messo le case sull'Acqua potabile, su Energia elettrica, su Stazione Nord? Signora non si può, è vietato dal regolamento. Lei si è mangiata il foglietto del regolamento? E come ha chiamato questa dieta? Deregulation? Cosa l’è? S-regolamento! Ah beh!".
Così come fantastico nella sua amarezza è “Bancomat” sentite un po’ questo dialogo padre-figlio "La macchina l’ho presa a rate eh pago 360 Mio papà mi fa, guarda che fin che non paghi l’ultima rata non è mica tua. Dico, perché secondo te cos’è che guido, la portiera? Perché fai debiti? Non sono debiti son rate, hai ragione l’hai detto prima. Compratene una più piccola e pagala subito papà! Quant'è che non ti compri una macchina! Non te la lasciano pagare tutta adesso! Chiamano i Carabinieri se non fai i debiti adesso! E' peggio di un ladro uno che prova a non fare debiti. E’ come se ti sottraessi ad una responsabilità. Se tutti abbiamo debiti, uno con l'altro tutti ci teniamo d'occhio e siamo tutti più tranquilli!”.
Ci sono poi le canzoni in cui il recitato di Paolini ed il canto dei Mercanti si intreccia con arte mirabile, ne è un esempio “La bolla dei mari del sud” canzone dalla dolce melodia vagamente caraibica, un placido dondolarsi sulle acque del mare fino al coro finale che sillaba “Cirio-Argentina-Parlmalat” ossia i peggiori scandali finanziari di questi ultimi anni. Canzone non solo intelligente ma necessaria.
Ma non c’è solo il recitativo del bravo Paolini, ci sono anche le canzoni, non certo brani solo funzionali, messi lì a facilitare i passaggi da un monologo ad un altro, bensì vere e proprie canzoni come “Belle epoque” canzone finissima, un po' alla maniera ironica del grande Jannacci e cantata rigorosamente in dialetto milanese, testo azzeccatissimo "Per i sciuri la Master class, per i puarett Low cost" (Per i ricchi la Master Class, per i poveretti il Low Cost). "L'ho sentuu al telegiurnal ma l'savevi già da un po' / l'è turnada l'età dell'oro, l'è turnada la Belle Epoque / Dai Miranda, fà i valis! E desmet de lavà i padel! / Ghe lo Sciattul chel partiss, fem un viacc in mess ai stell" (L'ho sentito al telegiornale ma lo sapevo già da un po' / è tornata l'età dell'oro, è tornata la Belle Epoque / Dai Miranda, fai le valigie! E smettila di lavare le padelle / C'è lo Shuttle che parte, facciamo un viaggio in mezzo alle stelle)” .
Un altro brano fondamentale è “Miserabile amica” atmosfera un poco in penombra, realistico sguardo alla miseria di questa nostra esistenza “Tu mi chiedi che cosa sei diventata / Tu che i regali li compri sempre all’autogrill / Che mandi i tuoi sms e cerchi di giustificare / Che non hai tempo neanche di andare a un funerale / Tu mi chiedi che cosa sei diventata / Che avevi un uomo premuroso e innamorato / Che se n’è andato quando gli hai detto imbarazzata / Che tu un bambino non l’avresti voluto mai / Ti dico io quello che sei diventata / Miserabile, miserabile, miserabile”.
Sottolineerei anche “Marta” cantata dalla brava Ollari (cantante dei Terramare), canzone sull’esaltante vita di un’impiegata di call-center, orecchiabilissima e perciò appiccicosa come una carta moschicida, non te la togli di più di dosso.
Ispirata e di notevole spessore è infine “Rossana” lettera aperta di un padre alla figlia che per trovar lavoro ha deciso di andare a fare il soldato all’estero, è recitata da Paolini e conclusa dal canto di Monguzzi che riprende i versi iniziali “Cara Rossana, no che non sono arrabbiato solo mi chiedo dove abbiamo sbagliato / se questa figlia mia per trovare lavoro / deve andare lontano a fare il soldato”.
Un disco notevole, di grande impegno civile e sociale, con un unico neo, un libretto davvero scarno che riporta solo i testi di tre canzoni: Miserabile amica, Belle epoque, Rossana per di più con i titoli scritti bizzarramente al contrario. Peccato perché monologhi e canzoni così intelligenti avrebbero tratto giovamento dalla presenza di un libretto più accurato. Resta comunque un lavoro di altissimo livello.
Mercanti di Liquore
Miserabili
Tracks:
- 1) Mrs Thacher
- 2) Il rischio
- 3) O la borsa o la vita (financial radio)
- 4) La bolla dei mari del sud
- 5) Lista della spesa
- 6) Angelino Sempreinpiedi
- 7) Il Vangelo secondo Margaret Thatcher
- 8) Belle epoque
- 9) Bancomat
- 10) Miserabile amica
- 11) Oro nero
- 12) Karma kola
- 13) La torta nello spazio
- 14) Marta
- 15) La carrucola
- 16) Rossana
- 17) Liberomercato
Renseignements pris à partir du disque
Alessamdro Parilli: basso, stick
Sebastiano De Gennario: batteria
Gabriele Pezzini: djembe in “Karma kola”
Giovanni Lucifero: piano in “Marta”
Michela Ollari: voce in “Marta”
Testi: Marco Paolini, Andrea Bajani, Lorenzo Monguzzi, Michela Signori *
Musiche: Mercanti di Liquore
* ad eccezione di "La torta nello spazio" liberamente ispirata a "La torta in cielo" di Gianni Rodari e “Liberomercato” di Luporini, Gaber, Monguzzi, Spreafico, Mucilli (edizioni curci).
Prodotto da Max Cantù per Bagana Records
Registrato, mixato e masterizzato presso “Kitchen Studio” di Vimercate (MI) da Lorenzo Caperchi ad eccezione di “Lista della spesa”, “Bancomat” e “La carrucola” registrati live al Piccolo Teatro Strehler di Milano nel marzo 2007
Progetto grafico: Zampediverse
Foto: Remo di Gennaro
Notes
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Lorenzo Monguzzi: voce, chitarra, percussioni, tastiereMarco Paolini: voce
Piero Mucilli: fisarmonica, piano elettrico
Simone Spreafico: chitarra, percussioni