Artificial Wish
Subconcious
Nati nel settembre del 2006, i veneziani Artificial Wish ci propongono un metalcore aggressivo , tuttavia alternato ad alcune partiture melodiche che ne spezzano l’irruenza. Le maggiori influenze si riscontrano in gruppi come Killswitch Engage, 36 Crazyfists e Underoath per l’album di debutto, questo Subcouncious che segue l’EP Shame (2008). La Dysfunction ha prodotto l’album, ma questa band ha subito molti cambi di line-up negli ultimi anni e che ha penato abbastanza per la realizzazione del lavoro.
Un art work che prende spunto dai fumetti più oscuri ci predispone bene all’ascolto dell’album. In apertura troviamo Preface, introduzione a base di violoncelli con alcune campionature che accresce la curiosità e l’atmosfera lugubre. Spin è la prima vera canzone da parte della band. L’inizio alterna parti cadenzate dal tipico groove metalcore a stacchi in cui la voce si fa maggiormente melodica e lascia spazio ad alcuni momenti più ragionati. L’irruenza vera e propria non è nelle corde della band giacché la voce non arriva mai a lidi esagerati e gli strumenti non raggiungono mai velocità tipiche del deathcore, per esempio. Le chitarre prendono molto dagli ultimi In Flames anche per tracciare linee melodiche degne di nota ma sicuramente non originali. La successiva Evidence si fa notare per un approccio persino più melodico ma a dire la verità anche comune e spompo. Alcune cose migliori si posono riscontrare durante le parti più rabbiose ma lo stampo d’oltreoceano è troppo presente.
My Clay’s World si distingue per alcuni tempi più veloci ma l’originalità sta a zero e le strutture, seppur discretamente composte, catturano poco l’attenzione. Il tutto si lascia ascoltare senza lasciare il segno ma ancora una volta le partiture migliori sono quelle in cui le chitarre soliste si dilettano in fraseggi melodici. A ruota segue l’introspettiva One, con chiari rimandi ai P.O.D. che lascia spazio ad una Infected Thoughts più decisa e violenta, con il tipico stile metalcore totalmente allo scoperto. Melodia e velocità si combinano In Till the End, canzone che comprende vari stacchi acustici tra le velocizzazioni. Così arriviamo alla fine del disco con le ritmiche martellanti e sincopate di The Line, seguite dalla finale Halo che si distingue per la potenza di modo da chiudere il disco con un attacco frontale a base di up-tempo in più parti, senza dimenticare le apertura melodiche.
Dalla buonissima produzione, Subconcious non brilla altrettanto per originalità. La band ci sa fare agli strumenti ma scarseggia di originalità, caratteristica che ormai risulta essere indispensabile visto che anche il metalcore sta arrivando al capolinea. Idee fresche e convincenti sono le carte che ogni gruppo nel 2012 si dovrebbe sforzare di trovare. Per ora sono rimandati ma con la possibilità di rimediare.
Artificial Wish
Subconcious
Genre: Metalcore
Tracks:
- 1) Preface
- 2) Spin
- 3) Evidence
- 4) My Clay's World
- 5) One
- 6) Infected Thoughts
- 7) 'Till The End
- 8) The Line
- 9) Halo