Recensione di Fabrizio Pucci
Pubblicato il 01/12/2020
Molte esperienze vissute da bambini, rimarranno impresse indelebilmente nella nostra memoria. Ad esempio le prime storie d'amore, per le quali molti di noi hanno ricordi dolci e delicati. Già, perché le esperienze vissute da bambini e da ragazzi le ricordiamo con maggiore affetto rispetto a quelle successive: i giocattoli, le canzoni, la vita e a volte anche gli amori. Non tutto è reale, la mente modifica con alchimie complesse il passato, a volte ingigantendolo, a volte migliorandolo e a volte affievolendo il dolore, in un complesso gioco chimico. Andando avanti con l'età i ricordi vengono rielaborati e trasformati in esperienza, che sperabilmente ci aiuta ad affrontare al meglio le successive fasi della vita. A volte da adulti è difficile emozionarsi come si faceva un tempo, quasi come se ogni altra esperienza successiva ricoprisse di una scorza protettiva i nostri cuori.
Leggendo le vicende di questo libro tornerete indietro con i vostri ricordi, perché in fondo ogni persona è unica, ma molte cose ci accomunano e probabilmente nella lettura torneranno a galla emozioni che avete provato anche voi.
È bello andare a ripercorrere le vicende di Andrea e Laura, dei suoi compagni di classe, degli amici della casa in campagna, del primo bacio e di tutte quelle emozioni che ognuno di noi conserva ancora da qualche parte nella propria memoria.
Ma forse le più belle storie d'amore sono quelle non consumate, quelle che non si sono mai scontrate con la bruttezza della quotidianità, con gli attriti provocati dalla noia. Quelle in cui la persona amata viene elevata su un piedistallo, protetta nelle stanze sicure della nostra mente. E se è vero che la strada da percorrere è più bella della meta, allora questo eterno ricordo di un desiderio mai raggiunto non è forse quanto di più bello possa esistere?
A tredici anni le pagine del nostro libro sono pulite e tutto ci sembra nuovo ed eccitante. E' importante portarci dentro questi ricordi, custodirli come una fiaba che tramite un sottile filo ci lega per sempre a quei momenti puri.
Al termine della lettura di questo racconto mi è venuto in mente un brano di "Apriti Sesamo", l'ultimo album in studio di Franco Battiato, il bellissimo "Passacaglia": "Vorrei tornare indietro, per rivedere il passato, per comprendere meglio, quello che abbiamo perduto"