Nemesis Inferi
Reborn of Fire
Per sopravvivere in Italia facendo un genere di musica estremo, bisogna o avere fortuna o avere una costanza incredibile. I nostri Nemesis Inferi non hanno mai avuto una carriera costellata di fortune e qui subentra appunto la forza di volontà, in particolare da parte di un membro del gruppo, Beppe, che da solo decise di riformare i Nemesis Inferi dopo dieci ani dal loro unico album che li portò allo scioglimento. Perché dico “Beppe” e non gli altri? Semplicemente perché fu lui ad avere l’idea e a seguirla, trovando nuovi validi musicisti che lo potessero seguire e lasciando alle spalle coloro che non avrebbero mai creduto in una rinascita.
“Reborn Of Fire” è una rinascita dalle ceneri per la band, è il definitivo ritorno di una realtà che troppo presto smise di battere le ali. Parlando più tecnicamente del loro sound, si possono notare, tra le varie escursioni in campo black metal, le componenti acustiche e sinfoniche. Il loro stile abbraccia sia la violenza del black metal più classico, sia atmosfere oscure ed epiche che vengono create dalle tastiere. In due parole, questo genere è chiamato “symphonic black metal”. Da qui, i paragoni si potrebbero sprecare vista la presenza in campo di band veramente famose come Dimmu Borgir e Cradle Of Filth; tuttavia il genere dei nostri Nemesis Inferi differisce abbastanza dalle succitate band e ora vediamo in cosa.
Sin dall’esordio discografico, le atmosfere che ammantano il sound di questa band sono sempre state estremamente dark, “dannate” e piene di una sinistra melodia che non troviamo facilmente in altri gruppi e questo ritorno segue ancora una volta quello stile. Sin dall’introduzione, una sorta di feeling epico ed estremamente oscuro ci accoglie per accompagnarci attraverso scenari medievali. La canzone “Reborn of Fire” mette subito in chiaro le cose: la melodia dell’introduzione viene ripresa dalle violente chitarre e subito si scatena l’inferno a base di tempi veloci e drumming furioso. I cambi d’atmosfere si susseguono senza sosta e possiamo notare che non invadono mai il suono degli altri strumenti.
Tutto è perfettamente bilanciato. La voce di Beppe è rabbiosa e classica nelle sue tonalità black metal. Si continua con “Bloodland”, la canzone più oscura del lotto, grazie al suo incedere veramente cupo e rabbioso. I tempi s’alternano con grandi risultati, senza mai calare d’intensità. La produzione è ottima, anche se avrei voluto un po’ più di potenza per quanto riguarda alcune parti di batteria, in modo da far risaltare ancora meglio le capacità di Salvi. Ad ogni modo, non mi posso assolutamente lamentare. Le orchestrazioni più barocche e melodiose si alternano ad aperture completamente dark e veramente sinistre. Con “Soul of Dying” le melodie si fanno eteree e una soave voce femminile ci accoglie per accompagnarci attraverso scenari incantati ma velati da una sorta di perenne limbo peccaminoso di un’anima in cerca di redenzione.
Le atmosfere sono a dir poco incredibili e la fantasia di Pier alla tastiera mi lascia di stucco. Le melodie non sono complicate ma veramente evocative e a volte raggelanti. Questo ritorno è un incredibile mix di sensazioni ed emozioni. Le influenze di vari generi quali il dark, il gothic più oscuro e il black sono perfettamente bilanciate ed è veramente impossibile resister loro. Un gran ritorno dalla band symphonic black italiana per eccellenza.
Nemesis Inferi
Reborn of Fire
Genre: Black metal
Traks:
- 1) Intro - Inferi's Hymn (01:05)
- 2) Reborn of Fire (02:56)
- 3) Bloodland (03:39)
- 4) Soul of dying (04:40)