Lelecomplici
Sotto gli occhi di nessuno
Sotto gli occhi di nessuno: una delizia per il cuore.
E’ jazz? Blues? Folk? Slow? Tango? E’ un po’ tutto questo ed altro ancora questo primo disco di Lelecomplici, ma è soprattutto un disco d’amore, permeato d’amore dalla prima all’ultima canzone, come d’altronde è scritto dallo stesso Lele che nei ringraziamenti afferma: “Questa manciata di canzoni è dedicata a Mariù, ai bei momenti passati insieme e a quelli che ancora devono arrivare… Grazie Mariù” dove Mariù è la sua compagna di vita.
Prima di affrontare le canzoni volevo, però spendere due parole per il package del disco, a partire dalla copertina che sa essere davvero la sintesi perfetta di questo disco, una tavola di legno con inciso nome e titolo del disco a segno dell’indelebilità di questo progetto, il vino capace di scaldare i cuori alle prime avvisaglie del freddo autunnale così come le musiche di Lele, il Whisky con le sue note aspre fin quando è giovane così come aspra è la voce del giovane Lele, il fumo delle sigarette come fumose sono certe atmosfere ricreate nel disco, una foto in bianconero ad evocare ricordi, a suscitare nostalgie dei bei momenti trascorsi, le carte che si mescolano e si rimescolano, ma fanno parte sempre di un unico mazzo, un po’ com’è nella caratteristica dei Complici, spesso con formazioni differenti ma sempre complici di Lele.
Ma lasciamo spazio alla musica, mettiamo su questo disco e lasciamoci toccare dalla musica evocativa di “Molina” brano strumentale dedicato alla località collinare che domina Faggeto Lario. E’ un brano tranquillo, sognante, così come tranquilla scorre l’esistenza nel borgo di Molina, a riportarci alla realtà di tutti i gironi è l’improvviso irrompere dell’automobilista in fiamme, quello che già la mattina presto ce l’ha con il mondo intero.
Decisamente ispirato al folk irlandese è “Marinaio” segnato dalla presenza del bodhràn che si intreccia a violino e mandolino, in un brano carico di energia che parla d’amore come se fosse un viaggio in mare in cui il marinaio Lele “ride del mondo e di come funzionano le cose / ride perché in fondo ridere non è uguale / portato dal vento ora dorme / il marinaio ha trovato porto / s’è fatto largo, ti ha conquistato il petto / beffando le onde che lo volevan morto”.
Swing e di quello caldo ed avvolgente è “Mira le labbra” che vede aggiungersi ai fiati clarinetto a basso tuba ed il ritmo si accende, si scalda come scalda l’amore per chi si ama veramente “Tu non dar retta all’inverno quello è freddo e lungo / vuole vederci cadere ammalati / ma se mi abbracci così forte / poi per metà l’abbiamo ingannato / e i tuoi piedi caldi sui miei mi danno ragione / ma chi esce più da sotto a sto piumone”.
Sulle corde della nostalgia e del ricordo è “Il cielo di Grona” in cui una splendida e malinconica melodia si dipana lentamente e in cui nel testo è narrato il desiderio di fermare quella magia “Se potessi fermare il tempo / non ho dubbi lo fermerei lì / giusto prima che mi scoppiasse la testa tra le mani / prima di girarmi e di non trovare più nessuno / né complici né amore / orecchie piene di promesse / ed è ancora nel cuore”.
Segue “Tango della bottiglia” intrigante pezzo strumentale, molto cadenzato e dagli influssi balcanici in cui ha libero sfogo la tromba suonata da Gianni Bonelli, sostenuta da mandolino di Camilla Uboldi ed il violino di Giulia Larghi, con l’intercalare del basso tuba di Franco Pandolfo, il ritmo cresce ad ogni giro fino a diventare vorticoso.
Bassotuba, chitarra e violino ci introducono al blues jazz di “Bella davvero” in cui troviamo anche lo splendido clarinetto di Ferrario, le sonorità sono suadenti e calde, così come la voce di Lele che canta rabbioso “L’amore è fatto di dolci parole sussurrate all’orecchio / che nessuno mai mi aveva detto / l’amore che lascia di stucco / un amore che aveva pensato a tutto / a tutto tranne che / che a lasciarmi fossi stata proprio te / qui solo come un cane confuso con tutto da rifare”.
Una batteria suonata con le spazzole e la chitarra, con il subentro del caldo clarinetto aprono “Acquarello” brano delicatissimo che cerca, riuscendoci in pieno, a dipingere un momento di grande intimità che culmina nei versi finali “quanto piove Dio come la manda / la luna è tornata sul dorso della scarpa / è difficile trovare un posto all’asciutto / quando piove dall’occhio alla guancia” preludio agli assoli del voluttuoso clarinetto di Alfredo Ferrario e del serpeggiante violino di Giulia Larghi.
E’ il contrabbasso di Giuseppe Gaffuri ad aprire “Nel sogno di un pollo” splendido affresco jazz in cui spicca il sax soprano di Paolo Tomelleri che arrotolandosi sulla melodia duetta alternativamente con il trombone di Andrea Cusmano, il mandolino di Camilla ed il violino di Giulia. Il tema è ancora è ancora quello dell’amore, un amore non sempre corrisposto “Dio solo sa quanto al mio sogno avevo creduto / ma il sogno è di un pollo e di un pollo qualunque / così siamo rimasti io tu e alle spalle la polizia locale / c’era un sole che tra tutti i colori ha deciso il rosso / rosso come l’ultimo goccio di questo schifo di vino in cartoccio / abbiamo soffiato con tutta l’aria nel petto / preghiere all’incrocio del soffitto”.
A chi abita le case popolari della periferia sud di Como, le stesse in cui è nato e vissuto Lele è dedicata “Sotto gli occhi di nessuno” emblematica sin dal titolo, che evoca il dramma di molti giovani di quella zona, quello appunto di “crescere sotto gli occhi di nessuno”, si apre lenta e riflessiva con la chitarra di Luca Schiavo per poi accendersi piano piano, assumendo toni anche epici, bello il testo “luna illumina case popolari / in questa notte d’estate io qui non riesco a dormire / i muri sono alti ma vi riesco ad immaginare / saltare in vita per strada in qualche locale / e vorrei essere lì ad inventarmi tutto”, fantastico poi il finale con l’assolo da brivido del sax di Tomelleri.
A chiudere il disco è un altro breve brano strumentale “Anch’io – A Mariù” che sembra, sin dal titolo, che è evidentemente un assenso, quasi a voler condividere quanto è stato fino a quel momento con l’amata compagna, Mariù, cui è dedicato in particolare questo brano ma a ben veder l’intero lavoro.
E’ proprio bello questo disco d’esordio, realizzato con grande determinazione, avvincente da subito ed ancora più piacevole ad ogni successivo ascolto. Un disco non solo genuino ma anche di gusto sopraffino, una delizia da stropicciarsi il cuore.
Lelecomplici
Sotto gli occhi di nessuno
Genre: Jazz , Blues , Blues
Traks:
- 1) Molina
- 2) Il marinaio
- 3) Mira le labbra
- 4) Il cielo di grona
- 5) Tango della bottiglia
- 6) Bella per davvero
- 7) Acquarello
- 8) Nei sogni di un pollo
- 9) Sotto gli occhi di nessuno
- 10) Anch’io – a Mariu’
Information taken from the record
Gabriele “Lele” Gambardella – voce, chitarra acustica (1, 5, 10), chitarra ritmica (2, 3, 6, 9)
Camilla Uboldi – mandolino (1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9)
Giulia Larghi – organetto (1), violino (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9)
Franco Pandolfo – “L’automobilista in fiamme” (1), basso tuba (3, 5, 6), contrabbasso (5)
Alessia Pasini – bodhràn (2)
Giorgio Poggi – aggeggi (2), batteria (8)
Marco Corbetta – batteria (3, 5, 6, 9)
Luca Schiavo – chitarra acustica (3, 4, 6, 9), chitarra ritmica (7)
Alfredo Ferrario – clarinetto (3, 6, 7, 10)
Francesco Gaffuri – contrabbasso (4, 8, 9)
Gianni Bonelli - tromba (5)
Massimo Caracca – batteria (7, 10)
“Pelo” – contrabbasso (7)
Paolo Tomelleri – sax soprano (8, 9)
Andrea Cusmano – trombone (8)
Prodotto da: Gabriele Gambardella
Registrato e mixato allo studio Nerolidio educational & professional di Como da Stefano Santi eccetto il brano “Tango della bottiglia” registrato da Emiliano Baragiola
Masterizzato da: Nikto - Milano