Lana Del Rey
Did You Know That There's A Tunnel Under Ocean Blvd
Di Elizabeth Grant si è detto tutto e il contrario di tutto, ma nessuno avrebbe mai affermato che fosse sperimentale. Ha uno stile, un personaggio, una dinamica che sente sua e nella quale si esprime al meglio – e nessuno, nei più di dieci anni passati dal suo debutto ufficiale come Lana del Rey, ha mai sentito il bisogno di chiederle di più.
Questo fino a oggi.
Did you know there’s a tunnel under Ocean Blvd, nono album in studio della cantante, non si limita a riportare Lana del Rey nello sguardo pubblico dopo le tiepide recensioni della doppietta Blue Banisters-Chemtrails Over The Country Club. Dimostra, piuttosto, di aver imparato dagli errori di quegli ultimi album e aver trovato un equilibrio funzionale e liberatorio tra il suo personaggio e la propria autoespressione.
Chi mai, ai tempi di Born To Die o anche solo di Norman Fucking Rockwell, avrebbe immaginato che Lana del Rey avrebbe avuto una rapper nelle sue collaborazioni. Certo, aveva dedicato Art Deco ad Azealia Banks… ma solo adesso compie il grande passo, con una collaboratrice – la canadese Tommy Genesis – la cui performance sussurrata in Peppers, in cui la sua voce diventa uno strumento a sua volta, rappresenta uno dei piccoli ma geniali momenti che rendono Ocean Blvd un ritorno di forma. Oltre che un ritorno a un sentimento, la leggera decadenza giovanile delle donne, tristemente dimenticato negli ultimi lavori.
Ma a Lana del Rey non serve mettersi a fare stranezze per fare effetto: a volte basta tornare alle radici stesse della musica indie e lasciarsi guidare. Molto efficace, nella sua semplicità, è infatti il numero maggiore di pure, semplici ballate al pianoforte. A cominciare dal fatto che Lana, pur non essendo Celine Dion quanto a vocalità, ha un caratteristico timbro languido sempre molto marcato e curato che si sposa molto bene con un sound sempre classico. Ma soprattutto sono, ancora una volta, i collaboratori a fare la differenza.
I sempre raffinatissimi Bleachers e il virtuoso Jon Batiste – icona del jazz contemporaneo, compositore tra le altre cose delle musiche del film Pixar Soul – guidano Lana in delle tracce delicate, splendidamente stucchevoli. Eppure basta la presenza di qualcun altro sulla scena, al suo fianco, a dare una dimensione tutta nuova alle canzoni. Lana del Rey è una figura malinconica, è parte di lei da sempre: ma può essere malinconici fino in fondo, se non si è del tutto soli. E la linea tra il personaggio e la persona si sfoca sempre di più.
Anche quando Lana canta da sola, senza farsi guidare, riesce a lasciare le sue impressioni in modo molto forte. Come per Grandfather please stand on the shoulders of my father while he's deep-sea fishing – sì, il titolo è questo – un totale pastiche alla Kate Bush. O la fan favorite Fingertips, in cui l’oscurità di fondo, un dramma famigliare crudo e intimista, carica il drammatico caratteristico della cantante di una necessaria, e lungamente attesa, fragilità umana.
Lana del Rey, nella sua più pura essenza, è un personaggio. In relazione a questo fatto, Did you know there’s a tunnel under Ocean Blvd è il momento in cui Lizzy Grant recupera il personaggio e lo rilancia in un soft reboot che ne recupera tutti i pregi. È sempre lei, riconoscibile a miglia di distanza – ma sarà come conoscerla daccapo.
Lana Del Rey
Did You Know That There's A Tunnel Under Ocean Blvd
Genre: Dream pop
Traks:
- 1) The Grants
- 2) Did You Know That There's A Tunnel Under Ocean Blvd
- 3) Sweet
- 4) A&W
- 5) Judah Smith Interlude
- 6) Candy Necklace
- 7) Jon Batiste Interlude
- 8) Kintsugi
- 9) Fingertips
- 10) Paris, Texas
- 11) Grandfather Please Stand On The Shoulders Of My Father While He's Deep-Sea Fishing
- 12) Let The Light In
- 13) Margaret
- 14) Fishtail
- 15) Peppers
- 16) Taco Truck x VB