Caterina Barbieri
Vertical
A volte fa più rumore un sasso nello stagno che una mareggiata lungo la costa. Caterina Barbieri la giovane e promettente compositrice bolognese ha pensato di iniziare ufficialmente la sua avventura musicale con un album d’esordio da veterana conclamata. Diplomata al conservatorio in chitarra classica, la sua passione appartiene però alle sfere più disincantate dell’elettronica basata su sentieri oscillatori analogici e tanta tanta inclinazione minimal. Appartenente di fatto alla ricca scuola industrial-ambient scandinava Caterina ha registrato il lavoro all'Elektronmusikstudion di Stoccolma confermando tutto il suo amore per l’elettro-acustico e le spirali più estreme. Il disco è composto di sole cinque tracce in un susseguirsi di new-age, basi industrial e campionamenti vocali, dove il comune denominatore è la desolazione, la solitudine, la paura esistenziale. Quasi sempre si arriva all’annullamento del ritmo incentrando le tracce non più sulla trama sonora, ma sulle atmosfere da questa evocate.
Undular prima e Pneuma dopo con il suo drone apocalittico portano in primo piano la tensione emotiva con un’ouverture a metà tra la quiete sull’orlo della catastrofe e l’incedere beat secondo direttive in progressione. Si passa gradualmente da uno status algido a un territorio notturno e sotterraneo come una discesa senza fine verso il baratro. La monotonia, nel senso letterale del termine, è il tappeto lineare ideale per creare il giusto pathos antitetico: da qui in poi segnali di vita cyberpunk e la convinzione che tutto sia in divenire secondo una cadenza e un incedere techno-beat. Dopodiché solo strazio sintetico amplificato artificialmente sino ai limiti della psiche umana. Limen è il tentativo più sublime di eliminare completamente il ritmo tra ambientazioni quasi ovattate e un’elettro-acustica portata agli eccessi: una sorta di smaterializzazione del concetto stesso di suono oltre che la dissolvenza più assoluta della melodia.
Da tutto questo è chiaro come il lavoro si trascini secondo una tecnica rivolta esclusivamente a oscurare ogni traccia di ragionevole confidenza musicale passando dal silenzio decadente, dove il tempo pare sia terminato, a spirali tanto aliene e a volte straziate da sembrare addirittura un suono dark-ambient. E allora Perspectiva ci riporta in un soffocante ma carezzevole incubo, lasciando all’ipnotica e farneticante Traum_abc il compito di astrarre completamente il contributo vocale umano in brani volutamente lunghi e asettici. Siamo di fronte a un drone lunare che ricorda molto il viaggio cosmico in compagnia di HAL 900 in 2001 Odissea nello spazio. Una sensazione di drammatica impotenza.
E’ ovvio che questo disco non sia per tutti e per tutte le situazioni. Un album che ti porta all’isolamento più totale. Un suono robotico e ostico che lascia poco spazio all’emozione se non all’angoscia. Una prova di educazione dei nostri istinti. Una paura dell’ignoto che però, una volta introitata e dominata, ti ammaglia con le sue reminiscenze tediosamente garbate.
Caterina Barbieri
Vertical
Genre: Elettronica
Traks:
- 1) Undular
- 2) Pneuma
- 3) Limen
- 4) Perspectiva
- 5) Traum_abc