Recensione cuffie Shure SRH 1440

Pubblicato il 08/04/2015 - Last updated: 27/03/2016

Topic: Riproduzione audio hi-fi

Ciao a tutti, dopo la recensione delle cuffie chiuse di Shure alcuni di voi si chiedevano se avessi prima o poi recensito pure le cuffie aperte di questa casa … bene ora l’attesa è finita ed apro le danze con la recensione delle Shure SRH 1440.

RINGRAZIAMENTI

Come sempre il primo grande ringraziamento va a voi lettori
Il secondo va a Giuseppe del Fabbro, responsabile vendite e marketing per Shure in Italia, che mi ha permesso di testare queste e altre cuffie Shure, e ha seguito la comunicazione con me in maniera encomiabile.
Il terzo, mi sembra giusto, va a Shure stessa azienda che non ha certo timore di avere dei minimi discorsi tecnici con un recensore.

PREMESSE

Bhè la prima premessa è che queste cuffie non possono non essere affiancate ad un amplificatore serio che riesca a spingerle in modo adeguato, il che vuol dire 6Volt e 165mA. Pena non capire nulla di queste cuffie che di per sé non sono orientate a tutto il pubblico esistente: sono cuffie monitoring, il che vuol dire che necessariamente devono essere particolarmente lineari con bassi in secondo piano, medi ed alti invece devono essere particolarmente precisi e dettagliati, se non fossero così non ci si potrebbe in alcun modo accorgere di difetti durante la registrazione. Non preoccupatevi anticipatamente però perché dove servono i bassi queste cuffie sanno comunque tirarli fuori.

Come evitare questa “mancanza” o per lo meno limitarla? La risposta è semplice, ci sono vari detrattori dell’amplificazione in cuffia, la prima osservazione è che tutti i recensori che aspirano ad una certa serietà fanno le loro osservazioni agganciando qualsiasi cuffia ad un amplificatore per cuffie, e se lo fanno un motivo ci sarà. Tuttavia questa è la risposta semplicistica che sfocia nell’esoterico e nel mistico … bene la tecnica audio è ben lontana dalla mistificazione e dal non dare risposte serie e precise. Andiamo brevemente ad analizzare quindi i risvolti tecnici del perché un amplificatore per cuffie.

La questione del volume è irrisoria un buon volume di ascolto si raggiunge anche con quello schifo di amplificatore montato sulla Xonar U7, per chi non lo sapesse si tratta di 1.5V e si e no 50mA. Allora se non è il volume, cosa fa questo benedetto amplificatore che ci permette di regolare il volume? Un amplificatore permette di modificare in Voltaggio ed in Amperaggio un qualsiasi segnale audio senza introdurre ulteriori modifiche. Le cuffie non sono un sistema lineare e invariabile, a cambiare della frequenza variano anche le richieste all’amplificatore, per suonare un buon basso ci vogliono in cuffie come le SRH 1440 una buona dose di mAmpere e un gain che non sia estremo. Quando l’amplificatore non raggiunge le richieste della cuffia va in clipping e si nota non tanto per evidenti oscillazioni quanto per il fatto che il suono risulta inconsistente. Per ottenere delle voci armoniose e presenti o comunque una bella scena strumentale ci vogliono meno mAmpere, ma ci vuole comunque una quantità di Volt che permetta alle cuffie di suonare senza far raggiungere all’amplificatore i suoi valori di picco, altrimenti avremmo una scena che tende a divenire piatta e priva di musicalità a causa del fatto che la cuffia chiederebbe all’amplificatore una risposta di picco maggiore, la stessa cosa succede negli alti. Che amplificatori vedo ben accoppiati alle SRH 1440? Direi tutti a patto che siano costruiti per bene il che vuol dire che per un amplificatore a stato solido i 400 euro sono dietro l’angolo, mentre per un valvolare poco meno e potrebbe far risultare queste cuffie un pelo più morbide.

Non ci credete? Forse non avete già provato oppure non avete provato un amplificatore degno di tale nome.

UNBOXING

DESCRIZIONE

Ovviamente come sempre parto dal link al produttore http://www.shure.it/prodotti/cuffie/srh1440

  • Tipo Trasduttore: Dinamico con magnete al neodimio

  • Dimensione del driver: 40 mm (per chi ha già letto le altre recensioni sulle Shure ha già compreso che questo che viene spesso definito come un “grande limite” sui forum è ampiamente sorpassato e gestito da una progettazione allo stato d’arte, sui forum farebbero meglio a sentire la musica più che ascoltare l’impianto indipendentemente da cosa stia suonando e molti si accorgerebbero che probabilmente hanno solo la possibilità di spendere, ma una totale incapacità di valutare tecnicamente un qualcosa.

  • Sensibilità: 101 dB SPL/mW

  • Impedenza: 37 Ω

  • Massima potenza in ingresso: 1000 mW (si si avete letto bene e se avete pure calcolato bene vi verranno semplicemente 165mA circa e 6V circa, se ottenete questi dati l’Ing Ivan Omiciuolo ed io vi porgiamo i nostri complimenti per aver compreso un punto semplicissimo, ma fondamentale per comprendere l’ascolto in cuffia dal punto di vista HI-FI e non MY-FI)

  • Gamma di Frequenza: 15 Hz – 27 kHz

  • Peso netto (senza cavo): 343 g (pesantucce, ma non fanno minimamente sentire il proprio peso)

  • Lunghezza Cavo: 2,1 m

  • Tipo di Cavo: Sdoppiato, staccabile, in rame privo di ossigeno (OFC)

  • Spina: Mini-jack stereo da 1/8" (3,5 mm) placcato in oro

PACKAGING

Il packaging è ottimamente curato: una scatola esterna in cartone lucido mostra immagini della SRH 1440 accompagnate da brevi descrizioni, inoltre riporta su un lato le specifiche tecniche della cuffia. Tale scatola si apre a libro: dietro il coperchio troviamo il manuale istruzioni riposto in un’apposita tasca; all’interno della scatola troviamo invece il bauletto rigido contenente le cuffie, i pad di ricambio e un cavo.

BUNDLE

Il bundle è ricco e permette alle Shure una decisa longevità rispetto alle concorrenti.

Vi è in primis il cofanetto rigido che ci permette un trasporto ottimale e sicuro delle cuffie. All’interno del cofanetto troviamo una sacca contenente un altro cavo, quindi a conti fatti avremo due cavi identici; e l’adattatore jack da 6,3”.

Il bundle ovviamente non è finito e le SRH1440 portano con sé anche due pad di velluto di ricambio.

MATERIALI

I materiali sono di ottima qualità.

Sebbene il materiale dominante sia la plastica, essa è di tipo molto resistente. Inoltre le parti fondamentali sono fatte in metallo, per la precisione acciaio: la headband internamente è in acciaio, idem la sospensione del driver e la copertura posteriore della camera. Il cavo è in rame OFC con guaina rinforzata in kevlar, in pratica un cavo veloce e resistente, morbido, ma per fortuna non troppo.

COMODITÀ

L’archetto è rigido ma imbottito e rifinito in pelle per assicurare una comodità di prim’ordine; la cuffia nonostante pesi 343 grammi non fa sentire il proprio peso in testa è può essere tenuta per molte ore di fila in testa.

ISOLAMENTO

Sono cuffie aperte il che vuol dire che l’isolamento non è elevato, se avete molti rumori forti li sentirete, rumori lievi saranno uditi qualora le cuffie non siano impegnate a riprodurre musica; all’esterno invece sentiranno per bene quello che state ascoltando.

RODAGGIO

Il reparto R&D Shure dichiara che le loro cuffie non necessitano di rodaggio e che se ci sono differenze evidenti il motivo è principalmente psicoacustico … bene anche questa volta sono pienamente concorde con loro.

MANUTENZIONE

VIDEORECENSIONE

TEST DI RISPOSTA IN FREQUENZA

Il test evidenzia in modo evidente (scusate la tautologia) che ci troviamo davanti a delle cuffie che fanno della linearità il loro perché … a tutti quelli che odiano profondamente le cuffia lineari e monitoring: evitate di prenderle per criticarle, Shure fa altre cuffie utili al vostro tipo di ascolto e soprattutto cercate di comprendere che le cuffie monitoring servono o in studio o a chi intende così il proprio concetto di buon sentire.

Tornando alle linearità di queste cuffie essa è praticamente eccezionale da 40Hz a 16kHz, la linearità la possiamo intendere all’interno della classica linearità +-3db dato che a 100Hz abbiamo un +1 db circa rispetto ai 1000Hz, mentre nel driver sinistro abbiamo un picco di + 6db attorno ai 9kHz, ma nel driver destro tale picco non è presente e rimane sempre entro i +-3db di linearità fino ai 16kHz.

Fino a 5kHz troviamo un accoppiamento preciso dei driver con una risposta in frequenza assai simile.

In essenza ci troviamo davanti a delle cuffie che già ci dicono che saranno dettagliate e che non ci inonderanno di bassi.

RECENSIONE

MUSICA

Come suonano le Shure SRH1440? Alla fin fine è questa la domanda a cui bisogna rispondere e i soli grafici non ci aiutano a rispondere a tale questione, bisogna ascoltare, ma soprattutto sentire e sentire con un buon impianto (anche senza esagerare un DAC attorno alle 200-250 e un ampli tra le 300 e le 450 euro può essere considerato un impianto ottimale per le SRH1440, volendo sul DAC si può scendere ancora un poco, ma assolutamente sull’ampli direi di non scendere troppo).

Una cosa ve la potete già immaginare dal paragrafo precedente ed è il fatto che le Shure SRH1440 suonano con un incredibile livello di dettaglio che viene servito lì senza pensarci su due volte, l’altro fatto ovviamente dai grafici non può risultare in alcun modo ed è il fatto che queste cuffie suonano belle aggressive soprattutto con amplificatori allo stato solido.

Passando a descrivere velocemente, ma in modo esaustivo come suonano nelle varie fasce dello spettro acustico:

Bassi: ci sono, non è vero che non ci sono come sovente si legge, si sentono, ma sono in secondo piano per non rovinare quell’ascolto dettagliato per cui sono studiate. D’altro canto ci sono anche quei sostenitori che cercano di sostenere l’insostenibile (ovvero cercano di convincere chiunque che le SRH1440 sono ricche di bassi) onestamente parlando non sono quei bassi adatti a qualsiasi traccia, sono più adatti a chi cerca nel dettaglio la propria soddisfazione musicale e quindi andrà a dire che i bassi sono in quantità necessaria e bastevole, sono adatti in quelle tracce con una buona equalizzazione sulla linea di basso, sono invece corretti e sufficienti se la traccia è registrata in modo lineare, insufficienti se i bassi già nella traccia sono scarsamente presenti. Ora delineata la quantità diciamo un po’ come suonano: precisi e secchi, per dargli corpo ci vorrà sempre un po’ di equalizzazione.

Medi ed alti: i medi e gli alti sono il punto di forza sono dettagliati e giustamente predominanti, dettagliati in maniera particolare tali per cui di una traccia audio non sfuggirà nulla di alcun strumento.

Ultra-alti: le cuffie non arriveranno linearissime a 20kHz ma l’ultima ottava c’è e fa il suo lavoro donando micro dettagli ariosità alla cuffia.

Genericamente parlando la scena acustica del palco è ben riprodotta sempre con quel carattere aggressivo proprio delle SRH1440, ma gli strumenti sono tutti ben posizionati e ben spaziati tra loro, l’apertura delle cuffie permette di ottenere una scena ampia e spaziosa, inoltre nulla all’ascolto appare legato o strano.

Se devo trovare una negatività lo dovrei fare tirando in ballo i miei gusti e quindi dovrei sfociare in quella che è la MY-FI e questo sarebbe per lo meno inutile, grottesco e da veri incompetenti, non sono cuffie che fanno per me, per lo meno nelle prime quattro ottave, ma questo non le rende meno valide tecnicamente e sonicamente parlando, anzi escludendo i gusti sono cuffie di estremo livello e valore.

USO IN MOBILITÀ

Personalmente ritengo che l’uso in mobilità di una cuffia così aperta non sia ottimale dato un isolamento praticamente nullo a fronte di rumori di elevata pressione sonora, tuttavia mi sembra corretto spendere un paio di parole anche per descrivere questa casistica.

Come prevedibile con un Sansa Clip + il volume è appena necessario per queste cuffie, onestamente a dirla tutta è insufficiente, la sessa cosa avviene su tutti i lettori non amplificati simili ad esso. Affiancandoci un amplificatore la situazione migliora, ma dipende anche dal Gain dell’amplificatore e dall’uscita del lettore, per farle suonare come si deve si consiglia un lettore (che sia di una fascia migliore del Sansa Clip +) ed un amplificatore portatile oppure un DAP (che includa anche un amplificatore) di fascia alta. Perchè non lettori di fascia entrylevel? Semplicemente non si avrebbero valori elettroacustici utili a far suonare le SRH1440, che funzionare funzionano, ma sentire musica è un'altra cosa.

USO IN GAME

ARMA ARMED ASSAULT

Giocare ad un FPS con delle cuffie aperte dà un senso in più: l’udito, si perché si percepisce molto meglio lo spazio, quando le cuffie sono pure ultra dettagliate come le SRH1440 è come avere anche un caricatore in più perché oltre a sentire maggiormente la posizionalità e la direzionalità si sentono anche di più quei suoni che maggiormente ci danno informazioni posizionali. La situazione rimane comunque immersiva anche se si è alla guida di mezzi quali carri armati ed elicotteri.

RACE INJECTION

A bordo di una vettura da corsa la situazione di immersività non cambia e la linearità delle SRH1440 non è un problema, precisi i suoni e tutti i rumori che ci danno segnali di come stiamo guidando e di cosa stanno combinando gli avversari anche se non li vediamo. Particolarmente mi è piaciuto come le SRH1440 restituiscano la caratterizzazione di ogni motore, solo delle monitoring riescono, a mio avviso, a dare una caratterizzazione così nitida e precisa dei motori.

CONCLUSIONI

È ora di concludere questa recensione e tirare le fila. Queste cuffie costano tra i 250 e i 350 euro (dipende da quanto sconto trovate dal prezzo di listino).

Il confronto in questa fascia è più che agguerrito e si tratta per chi deve scegliere una cuffia di comprendere cosa sta cercando dall’esperienza musicale, perché tale comprensione permetterà di comprendere su che tipo di cuffia orientarsi.

Nel caso desideriate un suono dettagliato e con bassi che possano essere ben gestiti senza preoccuparsi troppo, le Shure SRH1440 fanno sicuramente per voi, diversamente orientarsi su altri prodotti anche di fascia superiore come le Shure SRH1840 è vivamente consigliato.

Nel caso invece stiate cercando una cuffia per il monitoraggio di registrazioni, c’è poco da fare le Shure SRH1440 nascono con questa idea e ben poche riescono a rivaleggiare con loro a pari costo:

AKG K702, Sennheiser HD600, Audio Technica ATH AD900 (occhio non la versione X, ma quella precedente); che tutte queste abbiano subito varie critiche non mi sembra un caso dato che condividono proprio con le Shure SRH 1440 l’idea di monitoring.

Forse non cuffie per tutti, ma sicuramente cuffie ottime per chi vuole il dettaglio senza compromessi al di sotto dei 400 euro.

Cuffie Shure SRH 1440
Dettaglio cuffie Shure SRH 1440
Dettaglio cuffie Shure SRH 1440
Risposta in frequenza cuffie Shure SRH 1440